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Se la stessa ministra-medico piega la scienza al potere

di Antonio Panti

08 AGO - Gentile direttore,
E così, nonostante il dissenso unanime della associazioni mediche - che fa onore alla nostra categoria - nonostante le crepe nella stessa maggioranza, un ramo del Parlamento ha approvato il rinvio della legge sull'obbligo vaccinale, proprio quando la norma, secondo i dati disponibili, cominciava a dare i suoi frutti. Un'ulteriore dimostrazione dell'infimo livello culturale della politica nostrana, ridotta a conteggiare soltanto i presunti consensi elettorali.
 
Senza scomodare, negli antivaccinisti, radici più profonde che affondano nell'inconscio collettivo folklorico del buon selvaggio. Una decisione purtroppo ancor più importante per quel che sottende di assoluta ignoranza dei risultati della scienza.

E' già stato detto che ciascuno può avere una sua opinione ma i fatti non sono personali. Ma i fatti li conoscono gli esperti che oggi non vanno di moda. Così gli appelli dei medici non sono stati neppure presi in considerazione. Allora come si fa a proporre la questione medica (è una domanda che pongo ai miei più cari amici) se la stessa Ministra, un medico, piega la scienza al potere?

I medici sono apparsi compatti; la Federazione degli Ordini chiami a raccolta tutti i professionisti della sanità a tutela della salute pubblica, riprendendo il documento a suo tempo approvato dal Consiglio Nazionale, ancora validissimo.

Voglio esprimere, a nome dei medici, il pieno sostegno all'Assessore della Toscana per il suo impegno e per la dichiarata volontà di tutelare la salute dei cittadini mediante una legge regionale nel caso che si persista in questa incredibile decisione. I medici non possono abbandonare questa battaglia a favore della salute di tutti.

Rispetto alle dichiarazioni dei rappresentanti delle maggiori categorie mediche voglio soltanto esporre qualche ulteriore riflessione. La maggioranza parlamentare sostiene di voler bilanciare il diritto alla salute con quello all'istruzione, una tesi che ha affascinato molti; faccio notare che i piccoli morti di morbillo o i due deceduti per pertosse non potranno mai esercitare il loro diritto all'istruzione. Forse è un'osservazione banale ma per esercitare qualsivoglia diritto occorre una precondizione, essere vivi. Allora ascoltare chi conosce gli strumenti inventati dall'uomo nei secoli per evitare una morte precoce è ancora importante.

In un'altra legge è scritto che il tempo per la relazione tra medico e paziente è tempo di cura. I medici debbono usare questo tempo, non possono in alcun modo sottrarsi a spiegare, a confrontarsi col cittadino, a creare davvero un'alleanza terapeutica. I medici hanno un compito importante, dopo molti anni in cui si sono attardati più a recriminare che a proporre, quello non solo di tutelare la salute della popolazione, ma anche di salvaguardare e riaffermare i valori della scienza al servizio dell'uomo, quei valori che sostanziano, attraverso la razionalità del dibattito, i principi ultimi della democrazia.
 
Antonio Panti 

08 agosto 2018
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