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Aggressioni ai medici. La serenità persa per salvaguardare la propria vita invece che quella dei pazienti

di Bruno Nicora

07 AGO - Gentile direttore,
il 2 Agosto si è verificata un’aggressione multipla a carico di medici, infermieri e personale sanitario, nella U.O.C. di Anestesia e Rianimazione del P.O. S. Giovanni di Dio di Crotone: questo ennesimo episodio dimostra che la violenza verso gli operatori della sanità, inizia a oltrepassare i limiti delle attività mediche, normalmente più esposte ad aggressioni, come l’emergenza territoriale o il pronto soccorso e penetra nei presidi ospedalieri.
 
Sta diventando quasi di routine leggere notizie di aggressioni ai sanitari e si corre il serio pericolo che tali notizie siano metabolizzate dalla pubblica opinione e perdano la loro funzione di campanelli di allarme di un problema la cui soluzione non può più essere rimandata.
 
Ogni giorno e ogni notte i medici entrano in ospedale, aggiungendo alla fisiologica concentrazione per curare e salvare la vita ai propri simili, la paura di non riuscire a salvaguardare la propria esistenza. Un professionista sanitario nella propria cassetta degli attrezzi deve tenere uno strumento irrinunciabile che è la serenità per prendere decisioni, compiere manovre delicate, eseguire un intervento chirurgico e comunicare a volte buone notizie a volte cattive notizie. I dispositivi di sicurezza messi in campo (dalla vigilanza nei pronto soccorsi alla centralizzazione delle sedi di guardia medica) sono utili ma occorre un impegno totale che abbracci le istituzioni e articoli la propria azione con una campagna di comunicazione ministeriale verso tutta la popolazione. Un'azione promuovente il concetto che un pronto soccorso, una rianimazione e gli altri reparti ospedalieri non sono un santuario della vita eterna.
 
La malattia procede e sopraggiunge senza che tali eventi siano alimentati da colpe o mancanze degli operatori sanitari ma per una naturale evoluzione della vita. La serenità di svolgere la propria professione al meglio non deve essere un accessorio, ma deve essere garantita e ciò a guardare bene non vale solo per la medicina.
 
 
Bruno Nicora
Anaao Assomed Lombardia

07 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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