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In risposta a Scotti: la Medicina Generale è al centro dell’agenda del Parlamento e del Governo

di Fabiola Bologna

28 GIU - Gentile Direttore,
in risposta a quanto affermato dal segretario della Fimmg Silvestro Scotti nell'intervista a QS, vorrei sottolineare che in questi mesi una attenzione specifica è stata dedicata a risolvere proprio i problemi della medicina generale legati al sottodimensionamento della formazione e del suo finanziamento negli anni che ha generato una carenza di organico. Già con il decreto Semplificazioni, la sopravvivenza di una medicina generale qualitativamente adeguata è stata garantita grazie all’inserimento di un principio di prelazione dei medici corsisti nell’esercizio delle funzioni di medicina generale nelle aree di carenza.
 
Il decreto Calabria ha dedicato un intero articolo ai medici di famiglia a dimostrazione dell’importanza data dal parlamento e dal governo a questa categoria e alle loro esigenze.
 
L’articolo nasce, come il decreto stesso, da una situazione di emergenza in particolare dalla carenza dei medici dei vari settori della medicina generale e per colmare una situazione di precarietà che andava avanti da molti anni.
 
Le soluzioni sono state condivise con le regioni e con i professionisti operanti sui territori.
Fino al 31 dicembre 2021, ai laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio professionale e già risultati idonei al concorso di ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale, che hanno già maturato un’esperienza con incarichi convenzionali, per almeno 24 mesi anche non continuativi negli ultimi 10 anni, di accedere attraverso una graduatoria riservata al corso di formazione specifica in medicina generale senza borsa al fine di non sottrarre risorse ai giovani medici. A tal fine, si prevede altresì, che accedono in via prioritaria all’iscrizione al corso coloro che risultino avere il maggior punteggio per anzianità di servizio maturata.
 
Vi è una graduatoria riservata, non vi sono borse da pagare e si privilegia l’anzianità proprio per venire incontro a chi in questi anni ha lavorato nei settori della medicina generale.
 
Oggi progressivamente recuperiamo i danni del passato e rendiamo omogenei i percorsi di formazione e relativi titoli nonché la dignità di tutti i medici operanti nei settori di una medicina generale.
 
Non è necessario far diventare permanente, con una deroga alla norma, una misura temporanea che nasce per un’emergenza e che deve essere solo una fase di transizione necessaria per una carenza pluriennale di programmazione da parte delle regioni.
 
Ma dobbiamo comunque chiederci, chi ha portato il sistema di cure primarie a questo livello di criticità?
 
Abbiamo tutelato i medici già iscritti al corso di formazione in medicina generale, prevedendo che gli stessi siano interpellati, in fase di assegnazione degli incarichi, comunque in via prioritaria.
 
Garantiamo la possibilità di un incremento del massimale degli assistiti a carico di ogni medico di medicina generale nell’ambito delle forme organizzative multi professionali di cui alla legislazione vigente, con la presenza oltre del collaboratore di studio anche di personale infermieristico e dello psicologo, a discrezione del medico può entrare nel team qualsiasi professionista sanitario che ritenga opportuno.
 
Per quanto riguarda il Patto per la Salute che è in fase di definizione, il Ministero ascolterà per tre giorni, l’8, il 9 e il 10 luglio, i protagonisti della sanità italiana “chi lavora, chi produce e le associazioni di cittadini e pazienti”, tra di loro speriamo vi siano le rappresentanze dei medici di MG che potranno così portare la propria proposta. Il Patto definirà le politiche Stato-Regioni per la sanità dei prossimi 3 anni.
 
Per cercare di risolvere il problema delle zone carenti in aree poco appetibili che ad oggi sono rifiutate dai medici di medicina generale, s’introducono principi che consentano di stabilire nell’ACN specifiche misure che incentivino l’assunzione degli incarichi nelle zone disagiate.
 
Le misure finora attuate sono emergenziali ma vi è la volontà del Parlamento e del governo di proseguire il percorso intrapreso, valorizzando la formazione, la dignità dei professionisti sanitari e assicurando per il futuro una adeguata programmazione del fabbisogno del personale.
 
Il sistema dovrà cambiare e aggiornarsi ai nostri tempi, è infatti allo studio e sarà a breve presentata una proposta di riordino della formazione in medicina generale.
 
On. Dott.ssa Fabiola Bologna
Commissione Affari Sociali-Sanità
Camera dei Deputati
Gruppo M5S

28 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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