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Un giovane medico italiano dalla Germania osserva che...

di Gian Marco Rizzuti

17 DIC - Gentile Direttore,
sono un giovane medico che lavora in Germania e titolare del blog “Sagen Sie 33”. Ieri ho letto dell’idea di utilizzare medici specializzandi per le vaccinazioni contro il Covid senza dar loro alcun tipo di retribuzione, ma solo dei crediti formativi. Oltretutto, ho sentito del bando della Protezione Civile in cui, su 450 medici richiesti per affrontare l’emergenza, meno della metà ha risposto.
 
In una situazione di emergenza epocale – di fatto una terza guerra mondiale - ci si accorge all’improvviso che mancano medici specializzati e posti letto negli Ospedali italiani, dopo che negli ultimi dieci anni, per risparmiare non è stato fatto altro che tagliare queste due voci, senza ridurre peraltro gli sprechi che sono tantissimi.
 
Ogni anno escono dalle Università italiane circa 10 mila ottimi medici. Quest’anno i concorrenti al concorso di specializzazione sono stati 24 mila, ma i posti a disposizione quasi la metà e ancora adesso non si sa quando entreranno in servizio e soprattutto in quale specialità. I colleghi che sono rimasti fuori saranno costretti, in larga misura, a vivacchiare in una specie di limbo mentre le corsie restano carenti di personale medico.
 
Una parte di questi però va in giro per l'Europa, dove peraltro viene accolta di buon grado e in molti casi si fa anche onore. Non mi voglio soffermare sul fatto, già noto di quanto viene a costare alle famiglie e allo Stato far laureare un medico in Italia (150/180 mila euro cadauno) per poi regalarli a stati stranieri che ringraziano. Che senso ha tutto questo?
 
Chiedo pertanto ai nostri politici di porre molta attenzione nei confronti dei molti giovani medici che vivono in Italia ma anche di quelli che sono stati costretti ad andare via affinché possano scegliere un percorso professionale nella loro Italia. In genere si fa un gran parlare di “fuga di cervelli”, ma mi creda che non è proprio una passeggiata di salute imparare perfettamente un’altra lingua, abituarsi a un altro clima, conoscere nuove abitudini e quant’ altro. E anche perché l’Italia è il Paese più bello del mondo.
 
Gian Marco Rizzuti

17 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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