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Il Ssn non interrompa le attività in favore delle persone disabili

di Alessandro Maggi

23 DIC - Gentile Direttore,
la seconda ondata del virus COVID-19 ha reso necessari nuovi provvedimenti da parte del Governo, nuovamente restrittivi in termini di mobilità personale. Già durante la prima fase dell’emergenza, le aziende ortopediche italiane erano state indicate come erogatrici di servizi essenziali e dunque si erano attrezzate per garantire le erogazioni di Assistenza Protesica a favore delle circa 2.5 milioni di persone con disabilità. Il necessario contatto con il paziente ha imposto l’adozione di tutte le misure di protezione e il ripensamento della logistica aziendale, nonostante il rischio personale corso dai tecnici ortopedici professionisti sanitari abilitati.
 
Le aziende ortopediche e sanitarie costituiscono un presidio territoriale presente in modo capillare. Sono registrate presso il Ministero della Salute e, sovente, accreditate a livello regionale. Sono strutture sicure e rispettose delle normative vigenti in termini di distanziamento personale, adozione di dispositivi di protezione individuale, sanificazione dei locali. Presso ogni sede è presente un tecnico ortopedico abilitato che può valutare, consigliare, e comprendere le reali esigenze del paziente. Ci rivolgiamo in particolar modo alla persona fragile, all’anziano e al mondo della disabilità. Crediamo che ormai la tendenza alla domiciliazione abbia manifestato ampiamente i propri limiti e che si debba piuttosto investire sulla prossimità al paziente, offrendogli una rete di aziende e di professionisti agevolmente visitabili, consultabili e facilmente contattabili.
 
L’esperienza del lockdown, l’utilizzo della tecnologia, lo snellimento delle procedure di erogazione oggi ci permettono di offrire una piena operatività agli assistiti. Non mandiamo nuovamente in stallo un comparto che eroga un Livello Essenziale di Assistenza. Noi siamo “Aperti per COVID”.
 
Questi sforzi sono però risultati complessivamente vani, in quanto le strutture ospedaliere e ambulatoriali hanno, nel frattempo, interrotto o rimandato molte attività: il personale medico espressamente dedicato alla gestione della fase riabilitativa nei momenti di lockdown è stato deviato su altre attività o considerato impossibilitato ad agire. È stata dunque impossibile e tuttora è molto difficoltosa la presa in carico del paziente.
 
Pertanto il ritardo nella consegna dei dispositivi medici, oltre a non restituire l’indipendenza della persona, provocherà l’aggravamento della patologia e un costo maggiorato per il Sistema salute. Se pensiamo che una persona con problemi di scoliosi oggi acquista un busto a circa 500 euro, ma se trascura la sua patologia rischia un domani di doversi sottoporre a un intervento chirurgico di 20mila euro, che andrebbe tutto a pesare sul Servizio sanitario nazionale. In questa nuova fase, è perciò indispensabile che le Aziende sanitarie, gli Uffici di Assistenza protesica, i medici fisiatri, i neurologi, gli ortopedici non interrompano le proprie attività a favore della disabilità. Si tratta di un problema che se sottovalutato oggi si ripercuoterà sulla Sanità di domani.
 
Alessandro Maggi
Presidente di Assortopedia

23 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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