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Calì (Smi): “Dpcm è piccolo passo in avanti, ma servono vincoli certi per le Regioni”


22 NOV - Si è concluso a Tivoli il convegno nazionale del Sindacato dei Medici Italiani-Smi dal titolo: "Il precariato nuoce alla salute". Intervenuti il sottosegretario del ministero alla Salute, Paolo Fadda, l'onorevole Giovanni Monchiero, il consigliere della Regione Calabria, Antonio Scalzo, il direttore generale della Presidenza del Consiglio per l'Ufficio per l'esame di legittimità della legislazione regionale e delle province autonome, Saverio Lo Russo, la responsabile provinciale di Roma della Sigm, Stefania Russo.


Nel corso dei lavori Gianfranco Rivellini ha esposto i dati raccolti dal Centro Studi Smi che confermano l'ampiezza del fenomeno del precariato e la difficoltà ad avere un monitoraggio preciso. Per Rivellini, "comunque circa 50 mila (12mila sul territorio nell'area convenzionata, 1000 nell'inps, circa 13mila nell'ospedalità, circa 20 mila nella formazione ma che operano già nelle strutture del Ssn, a questi si aggiugono cocopro, cococo e partite iva) è una stima prudente che conferma quanto il Ssn dipenda dal lavoro di questa area vasta di professionisti che operano nel territorio e nell'ospedalità".

Importanti le testimonianze in questo senso di Emiliana Sanfilippo, siciliana e ospedaliera e di Alfredo Granito, medico di continuità assistenziale, di Verona. Da entrambi la richiesta è quella di una soluzione concreta ed efficace che ridia prospettive e futuro a diverse generazioni di medici.

La risposta della politica viene considerata dallo Smi nella giusta direzione, ma non sufficiente: "Un passo in avanti - commenta Mirella Triozzi, dell'Esecutivo nazionale Smi - positivo anche l'impegno e l'attenzione del sottosegretario Paolo Fadda anche oggi nel corso dei nostri lavori. Ma non basta. Innanzitutto, chiediamo sin da oggi che ci siano vincoli chiari per le Regioni, altrimenti il dpcm rischia di essere aria fritta. Ma di tutto ciò ne parleremo martedì prossimo con lo stesso sottosegretario al quale porteremo le nostre proposte".

InfineSalvo Calì, segretario generale dello Smi, ha ricordato che “anche sui medici si rischia il processo di infrazione della UE come avvenuto con i precari della scuola, con conseguente multa a carico di tutti gli italiani. Non ha senso insistere su questa strada. Importante, invece, ripensare un patto generazionale per evitare che fra 15 anni si riproponga ancora una volta lo stesso problema. Necessario dare risposte ai quarantenni/cinquantenni razionalizzando i servizi sul territorio"

22 novembre 2013
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