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Federlab, Snr e Aspat: “Bene apertura De Luca. Ora una svolta su tetti mensili e budget”

di Ettore Mautone

16 MAR - "Esprimiamo sincera soddisfazione per le dichiarazioni del presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca riguardanti la necessità di un continuo e proficuo confronto, in materia di programmazione della spesa e di definizione delle modalità per la fissazione dei correlati tetti di spesa (per branca specialistica), con le associazioni di categoria rappresentative degli interessi legittimi e diffusi delle strutture sanitarie private accreditate". Così in una nota, il senatore Vincenzo D'Anna, presidente di FederLab Campania, l'associazione di categoria delle strutture ambulatoriali private accreditate, con oltre 700 centri associati presenti su tutto il territorio regionale campano.  
 
"Intendiamo qui ribadire - aggiunge D'Anna - che la difesa  dei criteri e delle modalità già vigenti in Campania da oltre un decennio per la fissazione dei tetti di spesa, ha rappresentato un avanzamento del sistema verso approdi  di trasparenza, legittimità ed appropriatezza delle prestazioni erogate  dai singoli centri accreditati". "Affermiamo, altresì - prosegue D'Anna - che il precoce esaurimento delle prestazioni specialistiche è dovuto non a fenomeni di aggiotaggio né di improprio aumento delle prestazioni medesime quanto alla reiterata mancanza di una corretta programmazione dell'effettivo fabbisogno ed alla inveterata abitudine di sottrarre risorse economiche al comparto per ripianare debiti prodotti altrove".
 
Ora fari puntati sui medici prescrittori
Dello stesso parere Bruno Accarino, segretario regionale del Snr sindacato nazionale radiologi, secondo il quale “aver sottratto 110 milioni di euro in cinque anni alla specialistica non poteva non avere ripercussioni sull’adeguatezza del budget per i tetti di spesa. “E’ bene dice Accarino – che il presidente De Luca intervenga in quanto ha ben compreso la portata di norme sostanzialmente non adeguate alla Campania per venire a capo dello storico sbilancio delle prestazioni rispetto ai tetti di spesa fissati. Bisognerà fare chiarezza – conclude Accarino – anche sulla corretta interpretazione del decreto Lorenzin sull’appropriatezza prescrittiva da parte dei medici che spesso precludono ai pazienti ogni possibilità di accesso ad esami che, invece, in determinate circostanze cliniche e in determinati tempi sono ancora prescrivibili. Un tema di cui si dovrebbe occupare anche la Regione in sede di programmazione in quanto è su questi assunti che è possibile calcolare con precisioni l’effettivo fabbisogno del settore diagnostico nell’ambito della specialistica convenzionata”.
 
L’intervento di De Luca arriva all’indomani della dura presa di posizione delle associazioni di categoria  anche sul fronte della radioterapia, della diabetologia e dell’assistenza ai disabili senza escludere le Case di cura ormai in sofferenza dal 1° marzo scorso a causa dei tetti di spesa fissati su base mensile e che stridono con la volontà più volte espressa dal Presidente De Luca di approvare, a stretto giro, i contratti 2015, e di siglare quelli del prossimo biennio entro maggio riformando i criteri della programmazione onde evitare l’esaurimento delle risorse a fine anno. Intanto sono in arrivo in Consiglio regionale nuove norme in grado di vincolare in capo alle Asl i fondi per il versante Sociosanitario, sottraendo risorse alle funzioni indistinte svolte dai Piani di zona (gestiti dai Comuni).
 
Polizzi (Aspat): riabilitazione e radioterapia già fermi da marzo
“Dopo la conferenza stampa convocata la settimana scorsa  a Palazzo Partanna, presso la sede di Confindustria Sanità, da parte di tutte e tre le Macroaree (specialistica ambulatoriale, ospedalità, riabilitazione) della Sanità privata accreditata – conclude Pierpaolo Polizzi, presidente Aspat – il presidente de Luca mostra sensibilità istituzionale sul rischio sopravvivenza delle imprese che gestiscono servizi sanitari pubblici in convenzione”. In campo sono già scesi Aiop Campania, Anpric, Aris, Aspat Campania (in coordinamento con Anisap, Anpric, Agidae, Confapi e Fras), Confederazione Centri Antidiabete, Confindustria Campania, Coordinamento Aias, Anffas, Federcardio, Federlab Campania, Nova Campania e Snr la nota di De Luca  
 
“Un intervento provvidenziale quello del governatore – aggiunge Polizzi - che mette in risalto i disagi della specialistica e della laboratoristica e dei centri riabilitativi per l’handicap”. A Napoli 2 nord  proprio nei giorni scorsi si era levata una protesta che potrebbe presto allargarsi anche alle altre Asl della Regione. All’indice ci sono due recenti decreti del commissario per la Sanità Joseph Polimeni (il n. 8 del 16 febbraio e il successivo n. 12 della fine dello scorso mese) che, secondo gli erogatori, trascurano anni di trattative, ricorsi e controricorsi, confluiti in una storica transazione sulla rivalutazione delle tariffe mandata nel dimenticatoio che si aggiunge alle penalizzazioni dei tetti di spesa per singola struttura, anziché per macroarea assistenziale, alla ripartizione in dodicesimi del tetto di spesa un tempo annuo, ai vincoli di una programmazione che sarebbe inadeguata ai lunghi cicli di terapia cui sono sottoposti i disabili”.
 
I centri di riabilitazione hanno per questo rinunciato ai contratti considerati capestro, annunciando le dimissioni, seppure protette verso le strutture pubbliche (che non ci sono), dei circa 5 mila disabili oggi in carico e l’avvio del licenziamenti di gran parte del personale per passare a un regime non più convenzionato ma esclusivamente privato. Questo il distillato di una lettera inviata nei giorni scorsi al commissario ad acta per la Sanità regionale, al governatore De Luca e al commissario della Asl.
 
“Chiediamo un tavolo di confronto in cui poter collaborare a stilare le regole che segnano il nostro destino – dicono le associazioni di categoria - negli ultimi anni non abbiamo fatto un solo giorno di sciopero e abbiamo continuato ad erogare le prestazioni senza soluzioni di continuità come invece accade a fine anno per ambulatori e la diagnostica. Ma non possiamo accettare provvedimenti inadeguati e unilaterali assunti dalla struttura commissariale che retrocedono la programmazione di questo settore al 2003”.  Una scelta provocatoria quanto si vuole ma che  colpisce un settore assistenziale che non ha alternative nel pubblico e che dovrebbe rispondere a controlli sull’appropriatezza e qualità della prestazioni da un lato ma anche a regole certe e condivise per funzionare senza intoppi dall’altro”.
 
Il nuovo intervento di De Luca, sebbene molto diplomatico, in ogni caso la dice lunga sui rapporti tra Regione e struttura commissariale che dalle iniziali incomprensioni potrebbe anche prendere una piega di progressiva contrapposizione.
 
Ettore Mautone

16 marzo 2016
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