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Liste d’attesa, Case Salute, vaccini e non solo. Consiglio regionale approva 7 ordini del giorno


14 NOV - Il Consiglio regionale del Lazio, al termine della seduta straordinaria dedicata alla sanità, con un ordine del giorno promosso dalla maggioranza ha impegnato il presidente della Regione, in qualità di commissario ad acta, "a continuare con l'azione politica e amministrativa intrapresa". L'Aula della Pisana sempre in serata ha approvato altri sei ordini del giorno su vari argomenti. La seduta è stata caratterizzata da un ampio dibattito seguito alle comunicazioni del presidente Nicola Zingaretti.

L'ordine del giorno proposto dalla maggioranza ha impegnato il presidente-commissario a proseguire un'azione finalizzata a ottenere il progressivo superamento del blocco del turn over, la stabilizzazione contestuale dei precari, la riduzione delle liste di attesa e un potenziamento delle Case della Salute, come punti di riferimento per il territorio che consentano di ridurre gli accessi "impropri" al pronto soccorso e garantiscano un miglior funzionamento della rete ospedaliera. I restanti impegni - proposti da consiglieri di diversi schieramenti - riguardano la gratuità del vaccino antimeningococco, la salvaguardia delle donne in stato di gravidanza a rischio (promosso dall'opposizione), un presidio sanitario nel quartiere Infernetto di Roma (iniziativa bipartisan), un piano per sanare la grave mancanza di personale dell'ospedale San Paolo di Civitavecchia, nonché integrare la rete dei servizi sociosanitari per i disabili (ordine del giorno presentato dalla minoranza). E ancora, sempre dall'opposizione: l'abbattimento delle liste di attesa e la riduzione dell'aliquota Irpef, nonché un punto di primo soccorso nella struttura di largo Rovani nel terzo Municipio della Capitale.

La seduta straordinaria, richiesta dall'opposizione, si era aperta con comunicazioni del presidente della Giunta e commissario ad acta per il piano di rientro. La sua relazione, partendo dai tagli frutto del percorso di risanamento intrapreso dal 2008 con il piano di rientro, è giunta alle recenti misure varate per agire sul precariato (sblocco parziale di assunzioni e stabilizzazioni), sulla pressione fiscale nei confronti dei cittadini (abolizione del ticket regionale aggiuntivo su alcune prestazioni), sulle nuove infrastrutture (il nuovo ospedale dei Castelli in via di completamento). Tracciato il piano degli interventi fino al 2018. Tra gli obiettivi della Regione: il rafforzamento di prevenzione e screening per i tumori, la diminuzione degli accessi "impropri" e ricoveri non appropriati con una rete più capillare di case della salute e un aumento di posti letto negli hospice. Quanto alle liste di attesa, la Regione intende arrivare ad un accordo con sindacati e professionisti sanitari per estendere l'orario di operatività dei macchinari di diagnostica e la rimodulazione delle attività in intramoenia. A sostegno di queste politiche, il recente sblocco di 240 milioni di euro da parte del governo, nell'ottica di una graduale uscita dai vincoli imposti dal piano di rientro.

Le opposizioni hanno tenuto a evidenziare che il quadro "idilliaco" contenuto nelle comunicazioni non risponde all'opinione dei cittadini e che occorre riportare un po' di dati sulle criticità: dallo squilibrio delle prestazioni tra centro e periferia, all'insuccesso del progetto di integrazione socio-sanitaria rappresentato dalle case della salute. Molti interventi si sono concentrati sui tempi troppo lunghi d'attesa per il ricovero negli ospedali e per le visite specialistiche. È stata quindi sollecitata l'apertura di un confronto sulla chiusura del Santa Lucia e del reparto di riabilitazione per bambini disabili del San Raffaele, oltre che sulla situazione delle nuove licenze alle farmacie. Chiesta anche la riduzione dell'Irpef regionale e un resoconto delle effettive prestazioni sanitarie straordinarie programmate in occasione del Giubileo in via di conclusione, in funzione delle quali sono stati assegnati numerosi appalti con procedura di urgenza. Criticate anche l'enfasi sull'abolizione del ticket e la poca cura per la salute mentale, definita "totalmente abbandonata". Molto critica l'opposizione anche sul fatto che le ultime sedute della commissione Salute del Consiglio regionale siano state dedicate esclusivamente alle nomine dei manager della Sanità.

Sottolineato, invece, dalla maggioranza che risanamento e miglioramento della sanità regionale sono a buon punto, ma che comunque restano ancora alcune criticità da risolvere, come ad esempio quella della salute mentale o quella delle liste di attesa. Per la prima occorre rivedere il meccanismo dell'Isee, mentre sulla seconda occorre fare applicare le norme esistenti con maggiore efficacia. Anche le Case della salute non sono state aperte tutte, ma cominciano a dare risposte ai cittadini. Due gli scopi da perseguire: da una parte fare pulizia e garantire la buona amministrazione, come accaduto nella recente indagine sul San Camillo, partita proprio dalla denuncia dei vertici aziendali; dall'altra garantire ai cittadini servizi adeguati alle loro esigenze. Infine, come soluzione alle criticità ancora esistenti, suggerito di spostare il centro di gravità dal vertice regionale alle aziende, alle strutture più vicine agli utenti. Dalla replica finale del presidente è emerso, infine, che la Regione Lazio sarebbe vicina alla chiusura di una fase storica, con uno sviluppo positivo che poggia sui dati di questi ultimi tre anni. Per la prima volta per due anni consecutivi il disavanzo del budget sanitario è sotto il cinque per cento. Risultato che aiuterà a uscire dal commissariamento, senza aver rinunciare agli investimenti. 

14 novembre 2016
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