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Ecco i compiti assegnati alle Asl della Campania


25 NOV - Le Asl dovranno sviluppare una campagna di sensibilizzazione indirizzata a genitori, alla scuola e ai pediatri di libera scelta, per rafforzare l’attività di prevenzione rispetto ai possibili rischi per la salute evitando esposizioni indebite dei bambini a inquinanti ambientali, dovranno realizzate e  monitorate specifiche carte dei servizi per il  percorso nascita, definiti particolari Pdta che assicurino un rapido accesso ai servizi sanitari ed alle procedure diagnostiche e terapeutiche, con riguardo anche agli aspetti cognitivi, elaborate raccomandazioni per la sicurezza del percorso nascita, anche secondo quanto previsto dalle Linee guida nazionali ed Internazionali.
 
Dovranno inoltre promuovere l’integrazione effettiva tra strutture di I livello e luoghi di parto mediante l’adozione di protocolli e procedure validati e condivisi. Prevista l’implementazione nei piani attuativi aziendali degli screening mammella, cervice uterina,  colon-retto, con l’indicazione dei centri di II e III  livello per ciascuna Asl (entro novembre 2016). Nella realizzazione delle attività programmate saranno assicurati la gratuità e qualità dei controlli ultrasonografici previsti in gravidanza (3, compresa l’ecografia morfostrutturale a tutte le gravide). C’è poi la possibilità di eseguire presso Centri di diagnostica prenatale, test genetici per la diagnosi precoce delle cromosomopatie nei casi di familiarità o per età avanzata (>35aa) e la valutazione della plica nucale mediante ultrasonografia. In caso di diagnosi positiva, l’offerta di counselling da parte di personale specializzato; la supplementazione di acido folico a tutte le donne in età fertile. Tali azioni sono in linea con quanto previsto nel Piano regionale di prevenzione 2014-2018.

I tempi degli screening
Per lo screening della mammella, tenuto conto che il test va effettuato ogni 2 anni e che quindi mediamente è necessario raggiungere tramite invito ogni anno la metà della popolazione target totale, l’obiettivo da raggiungere è del 40 per cento di adesione del target totale per il primo anno e del 60 per cento di adesione della popolazione target totale alla fine di ciascun round (2 anni). Lo stesso dicaci per lo screening del colon retto e del collo dell’utero. Lo stesso discasi per il tumore del colon-retto. Per lo screening del cancro del collo dell’utero: tenuto conto che il test (Pap-test) va effettuato ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni è necessario raggiungere tramite invito ogni anno la metà della popolazione target totale, l’obiettivo da raggiungere è del 40 % di adesione del target totale per il primo anno e del 60% di adesione della popolazione target totale alla fine di ciascun round (3 anni)

Fascia d’età compresa fra i 20 e i 30 anni
In questa fascia d’età vengono effettuate l’1,8% delle diagnosi di cancro per cui le Asl dovranno curare la realizzazione di interventi educativi  presso le scuole secondarie  attraverso la collaborazione con associazioni del settore e coinvolgimento dei consultori. Una prevenzione primaria finalizzata alla diffusione di un corretto stile di vita e per insegnare alle giovani donne la tecnica dell’autopalpazione implementando l’offerta assistenziale con consulenze senologiche con eventuale ecografia mammaria e l’identificazione precoce di eventuali lesioni mammarie ecovisibili suscettibili di trattamento.

Fascia d’età compresa fra i 30 e i 40 anni
 In questa fascia d’età vengono effettuate il 14% delle diagnosi di cancro.
Coinvolti sono i consultori e gli ambulatori delle Asl. Il programma prevede di consentire alle donne di effettuare, annualmente una visita senologica con ecografia mammaria., caratterizzare il rischio soggettivo della donna di sviluppare un tumore al seno favorendo la rimozione dei fattori potenzialmente modificabili  (prevenzione primaria) strutturare un modello di prevenzione senologica attiva (prevenzione secondaria) diversificato in base al rischio individuale di ammalare di tumore al seno. Identificare eventuali lesioni tumorali in fase precoce.

Fascia d’età compresa fra i 40 e i 50 anni
In questa fascia d’età vengono effettuate il 40% delle diagnosi di cancro. Coinvolti sono i consultori, ambulatori Asl e Centri di diagnostica. Per queste donne, analogamente a quanto già avviene in altre nazioni, è previsto un programma si prevenzione senologica attiva basato sulla visita senologica, la tomosintesi (mammografia 3D) e l’ecografia mammaria.

I 55 COMUNI COINVOLTI
Provincia di Napoli
Acerra, Afragola, Caivano, Calvizzano, Casalnuovo di Napoli, Casamarciano, Casandrino, Casoria, Castello di Cisterna, Cercola, Crispano, Frattamaggiore, Giuliano in Campania, Marano di Napoli, Mariglianella, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Napoli, Nola, Palma di Campania, Pomigliano D’Arco, Qualiano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Sant’Antimo, Saviano, Scisciano, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Villaricca.
La Asl Napoli 1 con i seguenti distretti: D.S. n. 25 il D.S. n.26 il D.S. n. 28 il D.S. n. 30 il D.S. n. 32 Bagnoli — Fuorigrotta; Pianura — Soccavo; Chiaiano — Piscinola; Miano — Secondigliano; Barra — S. Giovanni — Ponticelli

Provincia di Caserta
Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Caserta, Castel Volturno, Cesa, Frignano, Villa di Briano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Maddaloni, Marcianise, Mondragone, Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Tretola, Decenta, Villa Literno.

Le patologie da monitorare
L’Istituto superiore di Sanità Iss al fine di integrare il quadro complessivo delle contaminazioni esistenti nella Regione Campania,  ha analizzato e pubblicato i dati dello Studio Sentieri relativo ai siti di interesse nazionale campani effettuato dal 2003 al 2009 ed ha predisposto, l’aggiornamento dello studio per i 55 Comuni delle Province di Napoli e Caserta identificando, secondo una specifica metodologia (incrocio dei dati di mortalità, delle schede di dimissione ospedaliera Sdo e del registro Tumori della Campania) un gruppo di patologie cosiddette  “prioritarie”, sulle quali concentrare l’impegno di risorse.
-tumore maligno dello stomaco
-tumore maligno del polmone
-tumore maligno del fegato
-tumore maligno della vescica
-tumore maligno del pancreas
-tumore maligno della laringe
-tumore maligno della mammella tra le donne
-tumore maligno del colon-retto
-tumore maligno del rene
-linfoma non Hodgkin
-infarto miocardio acuto
-tutela della salute nel periodo prenatale
-rafforzamento dell’attività di prevenzione rispetto ai possibili rischi ambientali
-miglioramento dell’accessibilità ai servizi diagnostico-terapeutici con riguardo anche agli aspetti neurocognitivi.

I dati disponibili, completati con protocolli clinici multidisciplinari sostenibili condivisi da un tavolo tecnico coordinato dalla Regione e composto da epidemiologi e clinici autorevoli, consentono di identificare un numero ridotto di centri chirurgici di riferimento. Pertanto si definisce una rete di punti di offerta, con dotazione di Posti letto , personale e tecnologia dedicata, rispondenti all’analisi dei bisogni assistenziali, che costituiranno la Rete oncologica regionale, all’interno della quale strutturare i Pdta definiti per tipologia di patologia e complessità. “Tale individuazione – avverte Tiziana Spinosa responsabile del gruppo di lavoro della Regione su Terra dei fuochi, consentirà di concentrare la casistica in strutture altamente qualificate, arruolando i pazienti in protocolli condivisi e attuati secondo le più recenti linee guida, anche attraverso l’integrazione con i Poli di ricerca più avanzati e più accreditati come i Centri universitari e l’Istituto dei Tumori di Napoli formalizzata in specifici protocolli di intesa. La definizione di una serie di indicatori,  con l’utilizzo dei sistemi informativi sanitari correnti, consentirà un adeguato monitoraggio delle attività”. L’obiettivo è concentrare la casistica nei Centri individuati, garantire una maggiore adesione ai protocolli, migliorare
l’accessibilità ai servizi e garantire equità nell’accesso ai protocolli conseguendo un miglioramento degli esiti e la riduzione della mobilità passiva.

I tempi
Prevista l’implementazione nei piani attuativi aziendali degli screening mammella, cervice uterina,  colon-retto, con l’indicazione dei centri di II e III  livello per ciascuna Asl (entro novembre 2016). L’approvazione del decreto Commissariale di riorganizzazione dei centri di III livello della rete oncologica (entro 30 novembre 2016).

Diffusione dei protocolli clinici condivisi (entro 31 dicembre 2016)
Verifica delle performance dei Pdta adottati, con particolare riferimento ai tempi di conclusione dello stesso, che non devono superare i 45 giorni (verifica intermedia al 31 dicembre del 2016 e 30 giugno 2017 e verifica finale entro il 31 dicembre del 2017).

Le tecnologie
Previsto il potenziamento delle attività per la preparazione dei farmaci antiblastici, il potenziamento e l'ottimizzazione delle attività diagnostiche di Anatomia patologica, Pet-Tac, Radioterapia e di Radioterapia Metabolica così da contribuire al miglioramento quali-quantitativo delle prestazioni, consentendo la razionalizzazione delle risorse economiche.
Terapie appropriate e personalizzate, con immediata risposta all'esigenza dei pazienti , abbattimento liste d'attesa con una risposta di diagnosi nei tempi previsti dalle linee guida, con il conseguente immediato avvio dei percorsi diagnostico terapeutici, abbattimento della Mobilità passiva, rispetto delle indicazioni e delle note prescrittive Aifa, il contenimento delle risorse economiche gli obiettivi da centrare.
 
E.M.

25 novembre 2016
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