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Piemonte: in crescita i casi d’influenza


I piemontesi tutti a letto con l’influenza. Sono infatti ancora in crescita i casi nella Regione, dove il tasso di incidenza settimanale ha superato la soglia degli 11 casi per mille assistiti. Un dato che si traduce in numeri in circa 47 mila persone ammalate in tutto il Piemonte nell’ultima settimana dell’anno 2010. L’assessore Ferrero però rassicura: “Non ci sono motivi di allarme”.

10 GEN - Ad essere colpiti soprattutto i bambini e i giovani: nella fascia da zero a quattro anni risultano 32 casi su mille assistiti; nella fascia tra i 15 e i 24 anni, 30 casi su mille e nella fascia tra i 25 e i 44, 14 casi su mille. Per la prima volta nella stagione si osserva un aumento di attività anche per gli over 65, dove sono stati raggiunti i 2,3 casi su mille. I dati della sorveglianza confermano l’aumento dei casi di sindromi influenzale anche tra coloro che si sono rivolti ai servizi di pronto soccorso. L’incidenza in Piemonte si mantiene a livelli decisamente superiori rispetto alle altre regioni italiane, dove l’attività influenzale è comunque in crescita, pur manifestando ancora una moderata intensità: il tasso di incidenza settimanale in Italia è di 3,9 casi per 1000 assistiti. Livelli superiori alla media nazionale sono stati rilevati anche in Umbria, in Liguria e nelle Marche. ”L’Assessorato alla Tutela della salute e sanità del Piemonte - ha commentato l’assessore Caterina Ferrero - attraverso il Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (SeREMI), sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione relativa alla sindrome influenzale. Allo stato delle cose, non ci sono motivi di allarme in Piemonte, nonostante i casi siano in costante aumento. È bene però  - ha aggiunto l’assessore Ferrero - ricordare per il futuro quanto sia importante vaccinarsi, soprattutto per i soggetti ultrasessantacinquenni, per i bambini e per gli adulti affetti da patologie croniche dell'apparato circolatorio o respiratorio, metaboliche, neurologiche, che comportano carente produzione di anticorpi, per il personale di assistenza, per i familiari di soggetti a rischio e per le persone addette ad attività lavorative di interesse collettivo”. Il dato piemontese è stato rilevato da 65 medici sentinella per la sorveglianza delle sindromi influenzali in Piemonte. Si tratta di un sistema di rilevazione su un numero di partecipanti limitato, ma comunque rappresentativo della popolazione regionale. I medici raccolgono i dati sulle sindromi influenzali nei soggetti di qualunque età (con febbre più alta di 38°, dolori muscolari e sintomi respiratori) e li inviano all’Istituto Superiore di Sanità. Anche i dati europei segnalano un’attività in crescita, l’epidemia è diffusa in nove Paesi: Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo, Spagna e Gran Bretagna. Finora i virus isolati sono prevalentemente del tipo A(H1N1) oppure B e le caratteristiche dei casi sono simili a quelle manifestate nella stagione 2009.

10 gennaio 2011
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