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I tagli della stabilità. Le Regioni hanno deciso: “Rinunciamo ‘a malincuore’ ad aumento Fondo sanitario 2015”. Ma il Governo è dubbioso e l'intesa di domani non è scontata


In cambio della rinuncia ai 2 miliardi previsti dal Patto le Regioni pongono due condizioni all’Esecutivo: “Rivedere Patto verticale e ridiscutere il Fondo sanitario nella prossima legge di Stabilità alla luce dei nuovi Lea e ticket”. Domani in Conferenza Stato Regioni si deve chiudere la partita ma il Governo ha espresso dubbi "tecnici" sulla proposta regionale.

28 GEN - Le Regioni sono pronte a rinunciare all’aumento del Fondo sanitario 2015 ma pongono al Governo alcune condizioni in vista della Conferenza Stato Regioni di domani che dovrebbe chiudere la partita dei tagli decisi nella Legge di Stabilità (4 miliardi a cui si devono sommare 1,250 mld delle manovre Monti e Letta). Se la proposta regionale non dovesse trovare l’assenso del Governo, a quel punto sarà proprio l’Esecutivo a decidere dove tagliare le risorse.
 
“Siamo consapevoli che nella legge di Stabilità ci sono riduzioni di risorse importanti – ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino al termine della conferenza dei presidenti – e ora attendiamo la risposta del Governo sulla nostra proposta, soprattutto sul Patto verticale in modo da poterlo utilizzare non solo per estinguere il debito ma anche per ridurlo”.  “Siamo in una fase di riduzione del danno – ha specificato poi Chiamparino - e la nostra proposta non è a cuor leggero e intende salvare le politiche più sociali e che ricadono su materie più sensibili per le famiglie come l’assistenza ai disabili, il diritto allo studio, gli anziani e la domiciliarità”.
 
“Sulla sanità – ha specificato - facendo mille sforzi possiamo cercare di farci bastare quello che è il livello attuale anche per il 2015 ma a condizione che se ne torni a discutere nella prossima legge di Stabilità anche alla luce della rimodulazione dei ticket e della ridefinizione dei Lea dove s’implementano alcune prestazioni”.
 
In ogni caso per Chiamparino “le condizioni per un’intesa ci sono” e l’appuntamento in Stato Regioni è fissato per le ore 12 di domani. “Se non si raggiungerà un accordo – ricorda però - non ci sarà l’intesa è sarà il Governo a decidere dove tagliare sulla base del pil e della popolazione di ogni Regione”.
 
Sullo stato della trattativa con il Governo è intervenuto anche il presidente della Campania e vicepresidente delle Regioni, Stefano Caldoro che ha evidenziato che “ieri sera c'è stata un'apertura del Governo, sia del sottosegretario Delrio che del Ministro dell'economia, che ha dato indicazioni su alcuni approfondimenti da fare per trovare un'intesa, che poi è l'obiettivo di tutti. Oggi invece, c'è più preoccupazione, perché alcuni approfondimenti tecnici non ci danno buoni riscontri”.
 
Ma se la proposta delle Regioni dovesse essere accettata dal Governo dove si taglierà? Oggi dai presidenti non è trapelato nulla. Ma se si torna alla proposta del cosiddetto "Lodo Chiamparino" del dicembre scorso, quando le Regioni hanno provato a intervenire sul testo della Stabilità prima della sua approvazione, i settori da "tagliare" indicati all'epoca erano sostanzialmente i beni e servizi e la farmaceutica.

28 gennaio 2015
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