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Sanità veneta commissariata? Scatta la procedura ma Zaia minimizza


“È la prima volta che questa procedura scatta per il Veneto, ma il neo governatore ha capacità e risorse per risolvere la situazione”, questo il commento a caldo del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, leghista ed ex assessore alla Sanità in Veneto, all’annuncio del commissariamento del presidente Zaia che però ribatte: “Nessuno problema per la sanità veneta”.

04 MAG - Anche il Veneto “Regione canaglia”? Nessuno ha osato definirla tale ma è certo che la notizia del commissariamento di una delle Regioni considerate da anni tra le più “virtuose” avrà richiamato a molti quella definizione coniata per Lazio, Campania & C. nei primi anni di avvio dei Piani di rientro.
Definizione a parte, ha suscitato senz’altro scalpore la notizia della lettera di Silvio Berlusconi con la quale si rileva l’esistenza di un disavanzo non sanato entro il 31 dicembre e la conseguente nomina di commissario ad acta del presidente Luca Zaia.
Ed ora al Veneto restano solo poche settimane per evitare gli aumenti automatici di Irpef e Irap che scatteranno se i conti non saranno messi in ordine entro il prossimo 31 maggio.
“Nessun problema per la sanità veneta”, ha però minimizzato oggi pomeriggio il presidente Zaia, aggiungendo che “non ci sarà nessun commissariamento perché commissariare significa dare mandato a una persona di risolvere un determinato problema e questa persona non esiste. O meglio, è il presidente della Regione che ha semplicemente firmato oggi un decreto con il quale stanzia i 25 milioni che mancavano per chiudere i conti”. E in effetti quei 25 milioni sono stati trovati, tra compartecipazione al gettito Iva, quote di interesse sui prestiti obbligazionari e interessi passivi sui mutui.
Tuttavia, stante a quanto scriveva stamattina il Corriere Veneto, il problema sarebbe ben più ampio.
Il quotidiano parla infatti di un deficit di 101 milioni derivanti dal fatto che non si è più potuto fare affidamento sui 130 milioni che sarebbero dovuti entrare nelle casse regionali a seguito dell’aumento dell’addizionale Irpef, prima decisa e poi cancellata in campagna elettorale dall’ex presidente Galan.
Ad ammettere la triste entrata nel novero delle Regioni commissariate, del resto, è stata ieri la stessa Francesca Martini, sottosegretaria alla Salute della Lega che, prima di entrare nel governo Berlusconi, era stata assessore alla Sanità proprio con la giunta Galan. “Ma non drammatizzerei il richiamo”, ha comunque sottolineato Martini. “È un automatismo e Zaia risolverà la situazione”.
In effetti, secondo quanto riportava oggi lo stesso Corriere Veneto, il neo presidente Zaia avrebbe già trovato la soluzione impiegando i 66/68 milioni di residui attivi degli anni 2006/2007 e riducendo così il disavanzo da 101 a 25 milioni. Per questi ultimi la copertura c’è, come ha confermato oggi Zaia.
Ma il vero problema – scrive sempre l’edizione veneta del Corriere della Sera – si porrebbe per il 2010, quando oltre ai 130 milioni di euro di addizionale Irpef, cancellati da Galan, verranno a mancare anche quei 66/68 milioni di residui attivi impiegati per sanare il buco 2009. E non basta: le Asl venete avrebbero inoltre presentato un consuntivo 2009 con un debito ridotto di 120 milioni rispetto al preconsuntivo del quarto trimestre dello stesso anno, spostando in avanti i debiti. Alla luce di tutto ciò – chiosa il Corriere Veneto – si rischia un disavanzo 2010 di 250/300 milioni di euro.
Di tutto questo oggi Zaia non ha parlato. Vedremo.

C.F.

04 maggio 2010
© Riproduzione riservata

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