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Bilanci irregolari. Dopo il Piemonte a rischio altre Regioni? Le reazioni dei governatori


La sentenza della Consulta contro il bilancio piemontese ha aperto uno scenario preoccupante sui possibili problemi di disavanzo di altre regioni a causa dell’utilizzo improprio delle risorse nazionali per il pagamento dei debiti. Per il coordinatore della Commissione Bilancio delle Regioni, Massimo Garavaglia, il buco potrebbe essere di 9 o anche 25 mld. Ma i presidenti si difendono. Zaia: "In corso l’ennesimo tentativo di screditare le Regioni".

25 AGO - E' tra i 9 e i 25 miliardi il rischio "buco" nelle Regioni per l'uso distorto dei fondi destinati a ripianare i debiti della pubblica amministrazione che sarebbero stati usati dalle Regioni per la spesa corrente, come nel caso del Piemonte già contestato dalla Corte Costituzionale. A sostenerlo è il coordinatore della Commissione Bilancio della Conferenza delle Regioni e assessore in Lombardia, Massimo Garavaglia (Lega Nord), il quale assicura che tutte le Regioni a Statuto ordinario rischiano questo buco (tranne la Lombardia perché “non abbiamo mai ricevuto nemmeno un euro” di fondi statali per i debiti alla Pubblica Amministrazione)ed anche alcune di quelle a Statuto speciale. “E' un tema – ha affermato Garavaglia - già sollevato da tempo in Conferenza Stato-Regioni, non è purtroppo una novità e, a dire il vero, la colpa non è delle Regioni. Vedremo di trovare le soluzioni".

I governatori difendono però i conti delle loro regioni. "La Liguria – ha affermato Giovanni Toti - ha speso correttamente i fondi dello Stato secondo le direttive del Ministero dell'Economia e delle Finanze, nel modo più corretto e concordato possibile. Se la Corte Costituzionale interpretando una legge dello Stato attribuisce criteri diversi, occorre fare un ragionamento complessivo per i conti pubblici, è un tema da Conferenza Stato-Regioni che dovremo affrontare nelle prossime settimane in modo urgente per salvaguardare la tenuta complessiva dei conti pubblici", afferma Toti, secondo il quale "le casse dei Comuni e delle Regioni sono già tartassate dal governo Renzi". "Spero non debbano scontare anche un'interpretazione della Corte Costituzionale, che francamente li penalizza moltissimo a torto", conclude il governatore ligure.

“La Toscana non può in nessun modo essere inclusa tra le Regioni con problemi di bilancio: il nostro rendiconto dei bilanci 2013 e 2014 è stato regolarmente parificato e cioè approvato dalla Corte dei Conti regionale. I finanziamenti erogati dallo Stato centrale per il pagamento dei debiti regionali non sono stati utilizzati per nuove spese correnti o per investimenti, e vengono regolarmente rimborsati al tasso d'interesse prefissato", ha affermato Enrico Rossi, che ha aggiunto: "Trovo questo fare di ogni erba un fascio, senza distinguere comportamenti diversi tra le Regioni e senza denunciare in modo chiaro chi sbaglia, un attacco all'istituto Regione in quanto tale, un attacco che alla lunga non porterà nulla di buono al Paese", aggiunge Rossi. "Voglio invece dire a Renzi che non ha nulla da temere dalla Toscana: i nostri conti sono in ordine e non sarà per la nostra Regione che il governo dovrà trovare ulteriori risorse". "E' invece interessante – continua il presidente Rossi - una tabella pubblicata dallo stesso quotidiano (fonte Corte dei Conti) in cui si cumula il peso dei tagli alle Regioni nel periodo 2008-2015: in sette anni sono stati tagliati 10 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri tagli alla sanità per 17,5 miliardi. Essendo l'accesso della Regione Toscana ai fondi nazionali attorno al 7%, è facile per chiunque fare il calcolo di quanto impegno e di quanto rigore abbiamo dovuto adottare per far tornare i conti, con una qualità e quantità di servizi ancora adeguata: sulla spesa in generale sono 700 milioni di euro in meno e sulla spesa sanitaria 1,5 miliardi in meno". "La verità – puntualizza Rossi - è che lo Stato sta massacrando la finanza locale: finora ha tutelato solo la spesa centrale e tagliato a Regioni e Comuni, che è come dire tagliare lo stato sociale (sanità, assistenza, asili nido) e buona parte della spesa per investimenti. Noi non ci sottraiamo alle nostre responsabilità e all'esigenza di risanare i conti pubblici ma non accettiamo di essere messi nel mucchio indistintamente". "Se davvero vogliamo fare spending review in modo equo – conclude il presidente Rossi - allora si devono individuare con chiarezza i colpevoli della spesa facile. E premiare coloro che invece hanno fatto le cose seriamente, a livello locale e centrale. Solo così i cittadini potranno essere adeguatamente informati per giudicare".

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ricorda che “gli atti del Veneto non sono stati impugnati dal Governo e ad oggi neanche contestati dalla Corte dei Conti”. In particolare, sulla vicenda l’Ufficio Stampa della Giunta regionale del Veneto precisa quanto segue:
1)    “Con due leggi regionali (21/2013 e 11/2014) è stata attivata l’anticipazione di liquidità prevista dal decreto legge nazionale 35/2013 per il pagamento di debiti delle Ulss e Aziende Ospedaliere.
2)    Entrambe le leggi regionali, preventivamente autorizzate dal Tavolo per la Verifica degli Adempimenti Regionali (istituito presso il MEF), sono state definite in piena ottemperanza delle leggi statali e delle successive disposizioni impartite dal Ministero dell’Economia e Finanza.
3)    Il Direttore Generale della Sanità del Veneto ed il responsabile della Sezione Programmazione Risorse Finanziarie SSR hanno garantito il corretto utilizzo dell’anticipazione per i fini previsti; al Tavolo per la Verifica degli Adempimenti Regionali è stata inviata a suo tempo tutta la documentazione comprovante l’estinzione dei singoli debiti delle Aziende Sanitarie venete.
4)    Il Direttore Generale dell’Area Bilancio ha garantito che le scritture contabili in bilancio regionale sono conformi a quanto stabilito nelle leggi regionali di autorizzazione a copertura finanziaria delle due tranche di anticipazione accese presso lo Stato.
5)    Le stesse leggi regionali NON sono state impugnate dal Governo, in quanto perfettamente ottemperanti le disposizioni ministeriali.
6)    La Corte dei Conti del Veneto NON ha, ad oggi, contestato alcun che.
7)    La sentenza della Corte Costituzionale 181/2015, oltre ad aspetti specifici riconducibili alla sola fattispecie della Regione Piemonte, apre una problematica circa la corretta contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità così come effettuata da tutte le Regioni.
8)    La problematica, subito emersa nel corso delle sedute del Tavolo per la Verifica degli  Adempimenti regionali, è già stata affrontata in sede di coordinamento tecnico della Commissione Affari finanziari e successivamente sottoposta all’attenzione del MEF, che si è riservato di fornire informazioni in merito entro il prossimo mese di settembr
e”.
Per Zaia “è in corso l’ennesimo tentativo di screditare le Regioni facendo di ogni erba un fascio, ma con noi non funziona. I Veneti sappiano che la loro Regione ha usato tutti i fondi ricevuti per lo scopo a cui erano destinati: pagare i crediti dei fornitori della sanità. Non un euro è stato speso per altre finalità”. “I Veneti devono anche sapere – ha incalzato Zaia – che quei soldi Roma non li ha né regalati, né trovati nel bilancio nazionale. Sono semplicemente i soldi del Veneto e dei Veneti bloccati in Tesoreria centrale, senza interessi, dal Patto di Stabilità, pari a oltre un miliardo e 300 milioni, che lo Stato-banca ci ha prestato chiedendoci un interesse di oltre 20 milioni di euro l’anno. Ci hanno prestato con gli interessi i nostri soldi, questa è la tragica verità”.

“E’ una strategia ben precisa – ha denunciato il Governatore del Veneto – per mettere in cattiva luce le Regioni, che fa il paio con il continuo scarico di debiti dal bilancio statale a quelli delle Regioni e degli enti locali per costringerci a tassare i nostri cittadini e farci fare la figura degli esattori. Il Veneto non cadrà nella trappola – ha detto Zaia – perché non introdurremo mai l’addizionale Irpef, che pur varrebbe circa 180 milioni; non introdurremo accise sulla benzina, che pur porterebbero 40 milioni; non imporremo ticket regionali sulla sanità dai quali potremmo raccogliere almeno 100 milioni. Continueremo come abbiamo sempre fatto in questi anni: usando al meglio quello che abbiamo e applicando quei criteri e costi standard che, se usati a livello nazionale, porterebbero risparmi complessivi per 30 miliardi di euro ai conti dello Stato”.

“Anche su questo fronte – ha concluso Zaia – il Governo ha preso e prenderà in giro i Veneti e gli italiani, perché dovrebbe imporre per legge, con un atto coercitivo, l’applicazione ovunque dei costi standard. Ma non lo farà mai, perché è un Governo ostaggio degli spreconi e se porta in aula un provvedimento così serio, cade”.

Roberto Maroni conferma che “la Lombardia non rischia nulla, il nostro Bilancio 2013 e 2014 è stato approvato dalla Corte dei Conti e, anzi, abbiamo ricevuto i complimenti per come gestiamo i conti pubblici". Il caso del Piemonte, secondo Maroni, può comunque essere preso dalle Regioni come stimolo "per formulare una proposta che serva anche al Governo per evitare nuovi tagli lineari. Prendiamo spunto da questa vicenda - ha osservato - per fare una proposta vera per la gestione efficiente dei conti pubblici a livello regionale".

Anche l’ex presidente del Piemonte, Roberto Cota, che governava la regione all’epoca degli atti contestati dalla Consulta, è voluto intervenire per difendere il suo operato: “Basta strumentalizzazioni. I criteri di formazione del bilancio 2013 – scrive sul suo profilo face book - sono stati concordati con il Governo di allora e sono gli stessi utilizzati dalla Giunta Chiamparino. Certo, bisognava far fronte ad un debito fuori bilancio che proveniva dalla Amministrazione Bresso. Ci siamo trovati in forte difficoltà e ci siamo posti parecchi dubbi sul da farsi. Proprio per questo è stata fatta una legge il cui contenuto è stato concordato con il Governo. I nostri dubbi,peraltro, sono stati risolti da Chiamparino allo stesso modo ,utilizzando lo strumento di un decreto ad hoc. Questo problema ha riguardato diverse Regioni. Durante il nostro governo ci siamo dovuti muovere in un contesto davvero difficile ed abbiamo salvato la Regione da una situazione molto complicata. Se qualcuno vuole distogliere l'attenzione dai problemi di oggi,perlomeno, usi altri argomenti”.
 

25 agosto 2015
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