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Consulta boccia il bilancio del Piemonte. “Non si può coprire il disavanzo con i fondi statali per i debiti”

Secondo i giudici, la Regione, ai tempi governata da Cota, avrebbe in questo modo "alterato il risultato di amministrazione" riducendo artificiosamente il disavanzo”, e “peggiorato il risultato consentendo spese della competenza 2013, anziché prescrivere l’adempimento delle situazioni debitorie non onorate. LA SENTENZA

26 LUG - La Corte Costituzionale, con sentenza 181/2015, ha bocciato il bilancio di assestamento del 2013 della Regione Piemonte, ai tempi governata da Roberto Cota, in quanto ritenuto illegittimo l'utilizzo dei fondi statali per pagare i debiti ai fornitori per alleggerire il disavanzo regionale. Il bilancio 2013 del Piemonte era già stato oggetto delle censure della Corte dei Conti, secondo i quali il disavanzo era stato alleggerito in questo modo di oltre 2,5 miliardi di euro.

Ora la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di alcuni articoli di tre leggi di bilancio approvate dalla Regione nel 2013 in cui si sono destinate risorse alle aziende sanitarie ed ai fornitori utilizzando fondi concessi dallo Stato per anticipazioni di liquidità. I giudici, chiamati a esprimersi dalla Corte dei Conti del Piemonte, hanno stabilito che tali leggi "avrebbero finanziato delle spese non previste in bilancio ampliando la capacità di spesa della Regione e, conseguentemente, avrebbero alterato l'equilibrio di bilancio". Inoltre, "trasformando in un vero e proprio indebitamento l'anticipazione di liquidità", le leggi hanno violato "il divieto di impiegare prestiti per spese diverse dagli investimenti". Definita "non fondata" l'eccezione della Regione secondo cui l'utilizzazione prevista dei fondi statali non avrebbe creato effetti espansivi della spesa.

Per la Corte Costituzionale, infatti, il Piemonte attraverso l’utilizzo di quei fondi ha finito per “alterare il risultato di amministrazione, nella parte in cui riduce artificiosamente il disavanzo sommandovi la liquidità acquisita”, e per peggiorare il risultato “consentendo spese della competenza 2013, anziché prescrivere l’adempimento delle situazioni debitorie non onorate”.

Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha commentato la sentenza affermato che il suo predecessore Roberto Cota “farebbe meglio a chiedere scusa ai piemontesi, e dimostrerebbe così di essersi reso conto dei danni che ha fatto".

Il vicepresidente e assessore al Bilancio, Aldo Reschigna, ha voluto invece sottolineare che “se non avessimo messo mano al bilancio, oggi la Regione sarebbe in default. Grazie al lavoro svolto nell'ultimo anno la sentenza non ci pone problemi. I numeri ricalcano il disavanzo e lo scenario che avevamo previsto”.
 

26 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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