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Messina. Esame abilitazione medici. Smi: “A fronte di 150 candidati, sono stati inviati soltanto 125 plichi per la prova che è stata sospesa


E’ la denuncia di Fabrizio Salemi, responsabile nazionale dello Smi dell'area giovanile. “Inaccettabile che il Cineca e il Miur si rendano protagonisti di un ulteriore errore le cui conseguenze ancora una volta riguardano incolpevoli colleghi. Crediamo sia giunto il momento di effettuare una profonda rivisitazione della programmazione nell’ambito della formazione medica alla luce delle suddette vicissitudini”.

05 FEB - Il settore Formazione e Prospettive dello Smi è fortemente critico per quanto accaduto ai camici bianchi che “nella giornata di ieri non hanno potuto svolgere l’esame di Stato di Abilitazione alla professione medica a causa del numero insufficiente dei plichi inviati a Messina”. E’ la denuncia di Fabrizio Salemi, responsabile nazionale dello Smi dell'area giovanile: "Nonostante fosse stato comunicato al Cineca il numero di 155 candidati già dal mese di novembre, ieri mattina le buste inviate erano appena 125 non consentendo così il regolare svolgimento della prova. È bene ricordare l'importanza dell'esame di stato, che in media viene svolto circa 6 mesi dopo il raggiungimento della laurea, e che consente l’abilitazione alla professione medica e l’inserimento quindi nel mondo del lavoro. Un errore grottesco, una farsa".

Il settore Formazione e Prospettive Smi chiede, quindi, che si consenta ai giovani medici di poter effettuare l’abilitazione nel più breve tempo possibile onde evitare ulteriori danni, quali ad esempio il mancato inserimento nelle graduatorie di reperibilità e sostituzioni di continuità assistenziale le cui domande hanno solitamente scadenza nei primi mesi dell’anno.

Dallo Smi, quindi, un ulteriore richiamo: "A distanza di pochi mesi dall’inversione delle prove per l’accesso alle scuole di specializzazione mediche - aggiunge Salemi - riteniamo inaccettabile che il Cineca e il Miur si rendano protagonisti di un ulteriore errore le cui conseguenze ancora una volta riguardano incolpevoli colleghi. Crediamo sia giunto il momento di effettuare una profonda rivisitazione della programmazione nell’ambito della formazione medica alla luce delle suddette vicissitudini. Il percorso trimestrale del tirocinio post laurea, suddiviso tra un reparto di medicina interna, uno di chirurgia e un ambulatorio di medicina generale, potrebbe essere compreso all’interno dei 6 anni del corso di studi comportando in questo modo l’acquisizione di una laurea abilitante che permetta a tutti gli effetti, senza ulteriori attese, l’accesso al mondo del lavoro".

"Negli ultimi giorni - continua - due sentenze hanno ulteriormente compromesso la già fallace programmazione: il Tar del Lazio ha definitivamente ammesso in sovrannumero alla facoltà di Medicina e Chirurgia i 9000 ricorrenti, mentre il Tribunale di Caltanissetta ha dato il via libera all’attivazione di una succursale di un’università rumena nella città di Enna, permettendo in questo modo di bypassare il numero programmato mediante un esborso economico".

"Al numero quindi sempre crescente di iscrizione alla facoltà di Medicina non corrisponde però un parallelo incremento del numero dei contratti per la formazione specialistica e per l’accesso al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale - conclude Salemi - così facendo risulta gravemente compromessa la formazione dei professionisti medici del futuro Servizio Sanitario Nazionale, che si barcamena ad oggi tra sentenze di giustizia amministrativa e grossolani errori di programmazione".
 

05 febbraio 2016
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