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Infermieri in campo a Torino contro la corruzione


Evento formativo regionale a Torino su “L’integrità nella professione infermieristica: conoscenza, responsabilità e impegno”. Uno studio pilota sulla percezione degli infermieri della corruzione in sanità condotto dal Collegio Ipasvi di Torino. Le risposte in un video.

29 OTT - Sviluppare un monitoraggio sistematico verso chiunque fornisca beni e servizi alla Pubblica amministrazione, diffondere l’informazione sulla possibilità di denunciare le illegalità, sviluppare il sistema dei controlli sull’operato dei dipendenti, sono per ordine percentuale di scelta, le prime tre misure di prevenzione per evitare la corruzione scelte dagli infermieri.
 
Il dato emerge da uno studio pilota sulla percezione degli infermieri della corruzione in sanità condotto dal Collegio Ipasvi di Torino nell’ambito di un progetto di collaborazione con “Illuminiamo la salute, una rete nazionale per l’integrità”, promossa da Libera, Coripe, Gruppo Abele e Avviso Pubblico, i cui risultati sono stati presentati dalla vicepresidente del Collegio, Barbara Chiapusso, alla presenza di Don Luigi Ciotti, Fernando Dalla Chiesa e Nerina Dirindin.

Lo studio è stato presentato durante l’evento formativo regionale “L’integrità nella professione infermieristica: conoscenza, responsabilità e impegno”.

Le “bandiere rosse” segnalate dagli infermieri sulla corruzione vanno dalle truffe e comportamenti non etici all’assenteismo, dalle ingerenze e la collusione politica e sindacale all’utilizzo non appropriato delle risorse (umane e materiali), fino alla mancata tutela per chi denuncia (rischio mobbing).

I comportamenti positivi identificati, invece, sono quello di una maggiore formazione/sensibilizzazione, di sanzioni, del controllo degli appalti (senza gare al ribasso) e della tutela di chi denuncia.

Il 40% degli infermieri nel servizio pubblico e poco meno del 26% in quello privato poi, hanno dichiarato di aver vissuto situazioni di abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato per ottenere vantaggio personali (mancato rispetto liste di attesa, richieste di prestazioni sessuali, mance e compensi per attività extra, sottrazione lavoro/materiale al proprio ente, gestione del personale non corretta).


‘Siamo così abituati che non lo vediamo più’: “E’ una delle risposte che mi ha maggiormente colpito – spiega Chiapusso -. E’ per questo che ora il progetto evolverà in una rete per sostenere e accompagnare chi vuole denunciare episodi di corruzione”.

I commenti degli infermieri sono infatti significativi in questo senso. La corruzione l’hanno spiegata così: “non è un fenomeno esterno, è dentro la testa, è nella mentalità della società in cui viviamo”; “è un'abitudine acquisita nel tempo così radicata che se qualcuno si comporta in modo onesto rischia di essere un elemento di disturbo”; “chi può arraffa più che può fino a che è possibile. Di doman non c’è certezza ...”; “strumentalizza e mercifica un bisogno irrinunciabile, quello di salute”; “uno scambio illecito fra un atto di potere di un membro di un’organizzazione a favore di un altro soggetto e una prestazione di denaro o altro vantaggio personale”; “si usa per agevolare persone che sono amiche/i della caposala o del dirigente tal dei tali ...”; “è un comportamento predatorio, particolarmente odioso in sanità, poiché abuso di uno stato di necessità. E’ un lupo nero oscuro disperante ben nutrito da molti servi”.

Le risposte più d'impatto riportate alle domande aperte del questionario somno state fatte recitare a infermieri dell'ASL TO 3 nel filmato realizzato per l’evento. Che si conclude con una richiesta: #piubugiesullasanita. Cosa vuol dire? Sulla base di alcune immagini in cui Florence Nightingale compare con una bugia (piccolo candeliere basso composto da una base a forma di piattello avente un manico e da un bocciolo metallico o ceramico in cui viene infilata la candela) in mano per illuminare l'ambiente, gli infermieri chiedono “più luce sulla Sanità”. 

29 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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