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Roma. Un nuovo trapianto di fegato su paziente sieropositivo


Il paziente con infezione da HIV e HBV era affetto da un epatocarcinoma. Il trapianto è andato a buon fine e il paziente è ora in eccellenti condizioni generali. Il trapianto eseguito dall’equipe del Polo ospedaliero interaziendale dei trapianti dell’IRCCS Inmi Spallanzani e dell’Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini

09 MAG - Prosegue con successo il programma di trapianti in pazienti sieropositivi del Polo ospedaliero interaziendale dei trapianti dell’IRCCS Inmi Spallanzani e dell’Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini iniziato ben sedici anni fa.
Nei giorni scorsi un paziente con infezione da HIV e HBV ed affetto da epatocarcinoma ha subito un trapianto di fegato.

Il trapianto è andato a buon fine e il paziente è ora in eccellenti condizioni generali.
 
“La straordinaria efficacia delle terapie antivirali contro il virus Hiv e i virus epatitici HBV e HCV attraverso i nuovi farmaci cosiddetti “antivirali ad azione diretta” ha permesso di rivoluzionare il campo del trattamento delle infezioni virali del fegato prevenendo la reinfezione dell’organo trapiantato e mostrando una elevata tollerabilità anche nei pazienti maggiormente compromessi”, spiegano in una nota congiunta le due strutture romane. “L’impiego di questi farmaci innovativi, in aggiunta, potrà permettere come già dimostrato un utilizzo di fegati HCV+ da trapiantare in riceventi HCV+. Ma anche per il virus HBV sono in fase di sperimentazione avanzata numerose molecole che agendo a diversi livelli nelle fasi del ciclo replicativo virale mostrano un profilo di efficacia assolutamente innovativo”.

Inoltre, grazie al miglioramento delle tecniche di conservazione e ricondizionamento dell’organo, in particolare le “tecniche di rigenerazione epatica tramite perfusione “Liver Assist” ipotermica al quale viene sottoposto il fegato da trapiantare […] la qualità dell’organo che si consegna nelle mani dell’equipe chirurgica del POIT per essere trapiantato, viene migliorata con risultati eccellenti in termini di recupero funzionale del fegato. Grazie a tali innovazioni, un numero sempre crescente di pazienti HIV+, avrà la possibilità di accedere ad un percorso trapiantologico completamente efficace e, fino a pochi anni fa, difficilmente realizzabile”, conclude la nota.  

09 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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