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Lazio. Settimana di iniziative al Policlinico Umberto I


21 SET - Nella regione Lazio oltre 70.000 persone sono affette da una forma di demenza, di cui quasi 30.000 sono malati di Alzheimer. L’incidenza per tutte le forme di demenza aumenta in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione ed il numero dei soggetti affetti tende ad aumentare ogni anno; l’incidenza applicata alla popolazione ultra75enne è di circa 15.000 nuovi casi l’anno.

A diffondere i numeri p il Policlinico Umberto I di Roma, che in occasione della XIX Giornata Mondiale Alzheimer ha promosso, per la settimana dal 21 al 28 settembre, una serie di iniziative rivolte a pazienti, familiari e tutti coloro che  sono coinvolti nella malattia e che si svolgeranno presso il Centro Alzheimer del Policlinico (I Clinica Medica, piano terra, stanza 18).

“Il paziente affetto da demenza di Alzheimer – ricorda una nota del Centro - è un paziente che, pur mantenendo le funzioni motorie integre risulta completamente disabile per cui presenta la necessità di cure specifiche e costanti, volte a mantenere le abilità residue. Nel nostro Centro operano medici geriatri, medici specializzandi in geriatria, infermieri, psicologi, sociologi e terapisti della riabilitazione cognitiva, i quali  eseguono valutazioni di I e di II livello, gestiscono il malato sia sul piano terapeutico che assistenziale, effettuando controlli periodici dei pazienti ed incontri con i familiari e i caregivers finalizzati al contenimento psicologico, al sostegno sociale e all’informazione sulle problematiche connesse all’evoluzione della malattia. Di fronte a questa vera e propria emergenza sanitaria – conclude la nota - vi è la necessità di sostenere, anche attraverso l’informazione, la preparazione di personale sempre più qualificato e specializzato nell’assistenza di questi malati; importante è anche la formazione per le famiglie che si occupano delle persone affette da malattia di Alzheimer; sarebbe un’ottima soluzione se anche le badanti fossero opportunamente addestrate ad affrontare le specifiche patologie del loro assistito al fine di ottenere una migliore fruizione dell’assistenza stessa, riducendo i costi ed evitando gli sprechi. L’offerta assistenziale, in una società in cui la popolazione anziana ha un peso notevole, deve prevedere sempre di più proposte adatte a pazienti affetti da patologie croniche ed invalidanti, è questo l’unico modo per il controllo della loro qualità di vita e per impedire l’ospedalizzazione indiscriminata degli anziani fragili, nonché la loro precoce istituzionalizzazione”.
 

21 settembre 2012
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