Intervista a Nanni Costa (CNT): “Si è aperta una nuova strada. Risultato che premia rete, tecnologia e sapere italiano”
14 SET - “In altri Stati sono stati effettuati trapianti di fegato a cuore fermo ma i tempi previsti dalle leggi per l’accertamento di morte cardiaca sono minori e quindi c’è meno rischio di compromettere l’organo per il trapianto”, rileva il direttore del Centro Nazionale Trapianti
Alessandro Nanni Costa cui abbiamo chiesto di approfondire e di spiegarci la portata dell’intervento.
Dottor Costa perché questo trapianto di fegato a cuore fermo rappresenta una novità in Italia?
Guardi, a dire la verità, in letteratura non c’è trapianto di fegato dopo 20 minuti di ischemia. Possiamo dire di essere di fronte ad una prima internazionale.
Quali sono le differenze con gli altri Paesi?
In altri Stati sono stati effettuati trapianti di fegato a cuore fermo ma i tempi previsti dalle leggi per l’accertamento di morte cardiaca sono minori e quindi c’è meno rischio di compromettere l’organo per il trapianto. Rispetto ad altri paesi l’accertamento per morte cardiaca in Italia avviene dopo 20 minuti, un periodo che fino ad ora si riteneva decisivo per mantenere il fegato in condizioni di essere trapiantato.
Qual è la novità dell'intervento?
Attraverso l’uso dell’ECMO, l’apparecchio che si usa per esempio per le persone in rianimazione che non riescono a respirare, si è riusciti a ridurre l’effetto dell’ischemia consentendo di salvaguardare il fegato per il trapianto dopo i 20 minuti previsti dalla legge. È un po’ come se avessimo curato già il futuro paziente mantenendo in buone condizioni il fegato. Un grande risultato ma che non è frutto del caso.
In che senso?
Questo è un lavoro che dura da un anno e che premia la nostra rete, la tecnologia e il sapere professionale. Si è aperta una strada che ci consentirà di aumentare i potenziali donatori. Certo ci sarà bisogno di verificare i risultati ma credo che già a Pavia questa tecnica possa diventare operativa.
Cambia qualcosa a livello di legge sulla donazione degli organi?
Assolutamente nulla. La legge prevede che dopo l’accertamento della morte secondo le norme e previo consenso del paziente o dei familiari a seconda dei casi è possibile prelevare gli organi per il trapianto. In questo caso la norma è ampiamente rispettata in quanto attraverso questa nuova tecnica siamo riusciti a preservare l’organo nel rispetto dei 20 minuti previsti dalla legge per l’accertamento da morte cardiaca.
14 settembre 2015
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