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Digitalizzazione. Schillaci a Frontiers Health 2023: “In sanità sarà traino per tutta la Nazione”


“Sviluppare la sanità digitale è fondamentale per concretizzare il concetto di prossimità, che si traduce proprio nel portare assistenza sanitaria sul territorio e al domicilio del paziente, per garantire equità d’accesso alle cure”

09 NOV - “La digitalizzazione della sanità è una delle scommesse più grandi. L’Italia è molto impegnata su questo fronte. E’ sicuramente una grande opportunità di sviluppo che va anche oltre l’ambito sanitario. Con gli investimenti attuati, penso al Pnrr e l’azione di ammodernamento che abbiamo intrapreso, dobbiamo veramente puntare a fare della sanità il traino per la digitalizzazione complessiva dell’intera Nazione”. E' forte il messaggio del ministro della Salute, Orazio Schillaci, lanciato in occasione di Frontiers Health 2023, evento in corso a Roma proprio per fare il punto sul tema della digitalizzazione della sanità e della medicina.

“Ho citato il Piano di Ripresa e Resilienza che è nato da un impulso generato all’indomani della pandemia - ha sottolineato Schillaci - questo ha impresso una veloce accelerazione al processo di digitalizzazione proprio in sanità. In epoca pre-Covid i progetti di telemedicina avviati erano 282, nel 2021 risultavano già attivate ben 369 esperienze con un grande aumento soprattutto nel campo delle televisite. Su questo proposito ricordo un progetto pilota, nato proprio nell’ambito del Pnrr, che ha destinato 50 milioni di euro per promuovere l’utilizzo diffuso delle televisite. In questo contesto prosegue il lavoro avviato insieme ad Agenas per realizzare la Piattaforma nazionale di Telemedicina. E’ un progetto che veramente vede l’Italia all’avanguardia e in perfetto timing nell’uso delle risorse destinate dall’Europa”.

“Sviluppare la sanità digitale - ha proseguito il ministro - è fondamentale per concretizzare il concetto di prossimità, che si traduce proprio nel portare assistenza sanitaria sul territorio e al domicilio del paziente, per garantire equità d’accesso alle cure. E’ uno strumento fondamentale per far diminuire le tante, troppe, inaccettabili diseguaglianze che sono ancora presenti nel nostro territorio nazionale nell’erogazione delle prestazioni sanitarie.
Pensiamo su questo a quanto la digitalizzazione delle cure può incidere, come strumento di prossimità, nel caso delle malattie croniche che sono realmente un grande problema per la nostra Nazione e nell’assistenza agli over 65, che nel 2050 saranno il 35% della popolazione italiana.
Io credo che la vera esigibilità da parte dei cittadini dei Livelli Essenziali di Assistenza si ottiene azzerando le distanze geografiche e i divari assistenziali, consentendo a chiunque, ovunque risieda, di accedere alle cure migliori con standard possibilmente omogenei su tutto il territorio nazionale. Con gli interventi del Pnrr, per i quali abbiamo già assegnato le risorse alle Regioni, puntiamo nel 2026 a portare al 10% la quota degli over 65 in assistenza domiciliare integrata. In pochi mesi abbiamo recuperato i ritardi trovati. Ad oggi 9 regioni hanno pienamente raggiunto il target per il 2023 per cui possono già accedere alla quota di finanziamento che a loro spetta”.

“L’infrastruttura digitale sarà inoltre uno strumento operativo al servizio della multidisciplinarietà, favorirà lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari con una più immediata integrazione tra l’assistenza territoriale e quella ospedaliera e soprattutto, questo a noi sta particolarmente a cuore, con una relazione di cura veramente incentrata sul paziente. Lo strumento chiave è sicuramente il Fascicolo sanitario elettronico. Lo abbiamo finalmente fatto entrare nella fase operativa. Sappiamo ancora oggi che solo un cittadino su tre lo utilizza. Durante la pandemia, si è registrato un picco di uso ma dalle più recenti rilevazioni, purtroppo, non sembra che questo trend di crescita sia continuato nel tempo. La sanità futura ha bisogno che questa cultura si sviluppi, perché l’interfaccia digitale deve diventare uno strumento di utilizzo comune per accedere con facilità a tutti i servizi. Con il nuovo Fascicolo sanitario elettronico basterà accedere per conoscere tutta la storia clinica di ogni cittadino e di ogni paziente.
È evidente il vantaggio per i medici in un’ottica di maggiore interdisciplinarietà e appropriatezza che rappresentano sicuramente due princìpi importanti ai quali ispirarsi. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale ci consentiranno inoltre di potenziare il sistema di raccolta e di analisi dei dati, sempre più strategico per una efficace programmazione sanitaria, per la promozione della ricerca e la prevenzione delle malattie. L’ambizione è investire sempre più in attività progettuali che soprattutto grazie all’intelligenza artificiale possano rafforzare le capacità di governo dei dati e lo sviluppo di strumenti computazionali con complete ed elevate capacità di elaborazione. Questo permetterà di simulare gli impatti economici di fabbisogno di salute e stili di vita e di disporre di strumenti di programmazione e prevenzione ancora più precisi che sicuramente saranno utili per migliorare e ammodernare il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Sotto la spinta dell’innovazione e delle nuove tecnologie si è innescata una rivoluzione culturale che dobbiamo assolutamente portare avanti con coraggio e con spirito di collaborazione, in ambito non solo nazionale ma almeno europeo. Questo vale anche nell’approccio alle terapie digitali, che negli Stati Uniti si stanno sempre più diffondendo per arrivare anche nel nostro continente. La disponibilità di questi nuovi dispositivi medici apre ovviamente scenari diversi ai quali dobbiamo guardare con attenzione ma anche con un approccio prudenziale, perché le opportunità offerte dall’innovazione e dall’impiego dell’intelligenza artificiale devono essere validate sotto la lente accurata delle evidenze scientifiche e, soprattutto, devono essere disponibili per tutti. Gli strumenti che utilizziamo in ambito sanitario devono essere sicuri e sottoposti, come dicevo, a rigorosi controlli scientifici. E’ questo il perimetro nel quale possiamo e dobbiamo agire ed è quello anche della normativa comunitaria e italiana sui dispositivi medici che negli anni hanno garantito sicurezza di dispositivi autorizzati soprattutto per i nostri cittadini. L’innovazione ci sta ponendo di fronte a numerose e nuove sfide e su questo percorso c’è ovviamente bisogno del contributo di tutti i soggetti coinvolti: le istituzioni, il mondo scientifico, il comparto industriale, il mondo delle associazioni. Sono sicuro che da questo Summit emergeranno significativi spunti di riflessione”, ha concluso.

09 novembre 2023
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