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Linfomi. Identificate 20 nuove proteine associate ad una rara forma. Verso nuovi target terapeutici

di Viola Rita

Dall’analisi delle proteine secrete del PEL (effusione linfomatosa primaria), un gruppo di ricercatori ha individuato nuove proteine coinvolte nella progressione tumorale che potrebbero in futuro favorire lo sviluppo di nuove terapie

12 FEB - Identificate nuove proteine utili per comprendere le cause e le modalità con cui cresce l’effusione linfomatosa primaria, una rara malattia che fa parte dei linfomi, conosciuta con l’acronimo PEL (“primary effusion lymphoma”). La scoperta è stata effettuata dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in collaborazione con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Lo studio, intitolato Primary Effusion Lymphoma: secretome analysis revealed novel candidate biomarkers with potential pathogenetic significance, è pubblicato su The American Journal of Pathology.
Analizzando in laboratorio cellule di PEL, i ricercatori hanno individuato proteine che potranno diventare target per lo sviluppo di terapie per la cura del PEL e di altri linfomi.
 
Queste proteine sono “coinvolte nell’interazione tra le cellule del linfoma e le cellule del microambiente e proteine che potrebbero essere rilevanti per la patogenesi e la terapia”, ha affermato Italia Bongarzone del Laboratorio di Proteomica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Questo approccio ha il grande vantaggio di individuare e separare proteine secrete dalle cellule anche se presenti in tracce”.
Questa “serie di nuove proteine coinvolte nello sviluppo e nella progressione tumorale  che nel PEL o in altri linfomi potrebbero fornire nuovi candidati come target per farmaci selettivi”, ha commentato Marco Pierotti, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. “Sono necessari ulteriori studi per confermare e convalidare l'importanza di questi processi e il loro ruolo nello sviluppo e progressione tumorale dei linfomi”.
 
L’approccio utilizzato dai ricercatori è consistito dapprima nell'identificazione in spettrometria di massa delle proteine secrete dalle cellule del linfoma e successivamente nella verifica dell’espressione di un subset di proteine secrete da parte di casi clinici primitivi.
In particolare, è stato analizzato il secretoma (analisi delle proteine secrete) di 4 linee cellulari di PEL(stabilizzate da Anna Maria Cilia nei Laboratori del Dipartimento di Patologia del CRO di Aviano diretti da Antonino Carbone) e i risultati ottenuti sono stati confermati analizzando 7 casi clinici. Il secretoma è una tecnica multiparamentrica recentemente sviluppata ed utilizzata per la caratterizzazione funzionale di linee cellulari stabilizzate, di cellule primarie e di tessuti.  È stato dunque analizzato il secretoma di quattro campioni clinici di PEL e di tre linfomi solidi primari.
 
Inoltre, “i ricercatori”, spiega Paolo De Paoli, Direttore Scientifico del CRO di Aviano “hanno usato metodologie sofisticate per collegare le proteine identificate nel secretoma - analisi delle proteine secrete - del PEL con possibili funzioni biologiche usando software di bioinformatica”.
“In maniera importante, 27 proteine erano condivise dai secretomi di tutte le linee cellulari di PEL”, ha sottolineato Annunziata Gloghini, primo autore del paper. Il confronto tra i secretomi di PEL e quelli delle linee cellulari di altri tumori ha permesso di di identificare le 20 proteine specifiche delle linee cellulari della malattia. Questo suggerisce che questo tipo di analisi fornisce una sorgente di biomarcatori tumorali e potrebbe in conclusione migliorare la gestione del paziente.   
In generale, la PEL è un’effusione neoplastica che si manifesta nelle cavità corporee come la pleura, il peritoneo e il pericardio, in assenza di una vera e propria massa tumorale. Questo linfoma è costantemente associato al virus KSHV, ‘Kaposi’s sarcoma associated herpes virus’ - conosciuto anche come ‘Human herpes virus 8’ (HHV8) -, che ne è l’agente causale. Nel 70% dei casi le cellule linfomatose del PEL sono co-infettate da un altro gamma herpes virus (Epstein-Barr virus EBV).  

Lo studio è stato finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Progetto Integrato Oncologia – Advanced Molecular Diagnostics Project grant (RFPS-2006-2-342010.7) e dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano per un progetto “intramurale” dal nome “Agenti infettivi e cancro” assegnati ad Antonino Carbone.

Viola Rita

12 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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