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Ematologia. La via dell’eccellenza passa attraverso l'attività in rete


Riconoscimento ufficiale della rete dei laboratori italiani e inquadramento normativo e regolatorio per formalizzare e strutturare la rete di laboratori come “Network nazionale per la diagnostica avanzata in oncoematologia”. Queste le proposte dal convegno “L’ematologia italiana sulla via dell’eccellenza”

07 NOV - Lavorare in rete. È questa la strategia vincente per perseguire l’eccellenza nell’ematologia. Per migliorare l’assistenza ai pazienti è sempre più necessario dare nuovo impulso al network formato dagli oltre 200 centri di ematologia presenti in Italia, e dai laboratori. L’organizzazione in rete permette infatti di distribuire i compiti tra i laboratori, di evitare duplicazioni e di valorizzare la specializzazione di ciascuno di essi. In questo modo non solo si offre un servizio migliore, ma si utilizzano anche le risorse in modo più efficiente.
Per questo serve un riconoscimento ufficiale della rete dei laboratori italiani esistenti e un inquadramento normativo.
 
È quanto emerso nel corso del convegno “L’ematologia italiana sulla via dell’eccellenza: dalla ricerca al paziente, risultati e prospettive” organizzato a Roma.
 
L’ematologia italiana è oggi per produttività e per impatto della propria produzione scientifica prima in Europa e seconda al mondo dietro gli Stati Uniti e ha imboccato la via dell’eccellenza da circa vent’anni fa con la costituzione del gruppo cooperativo GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie EMatologiche nell’Adulto), che ha già permesso di ottenere grandi risultati sia dal punto di vista scientifico sia assistenziale.
 
E proprio per questo è necessario più che mai proseguire con nuova energia in questa direzione per allargare il numero di patologie trattate in rete, occupandosi anche di alcune molto complesse come la leucemia mieloide acuta.
La prospettiva di guarigione è superiore all’ 80% nelle leucemie linfoblastiche in età pediatrica, all’ 80% nelle leucemie acute promielocitiche e nel linfoma di Hodgkin e al 50% nei linfomi aggressivi di tutte le età. Nella leucemia mieloide cronica l’attesa di vita dei pazienti è ormai paragonabile a quello della popolazione sana. Il successo si deve alla disponibilità di nuovi farmaci ma anche alla capacità degli ematologi di impiegarli in modo sempre più tempestivo e appropriato.
 
Insieme ai progressi nella terapia, si sono affermati nuovi metodi sempre più raffinati, di tipo genetico-molecolare, che permettono diagnosi accurate e attenti monitoraggi della terapia. Questi nuovi test vanno eseguiti in laboratori altamente specializzati che devono garantire qualità, standardizzazione e ottimizzazione delle risorse. Oggi il corretto iter diagnostico-terapeutico e di monitoraggio è più che mai indispensabile per curare al meglio le malattie onco-ematologiche.
 
Dunque per migliorare l’assistenza ai pazienti è sempre più necessario dare nuovo impulso al lavoro in rete. Un esempio è il LAB.NET, un network che unisce 54 laboratori di biologia molecolare distribuiti su tutto il territorio nazionale e 164 centri di Ematologia, un progetto originale nato in Italia nel 2007, sotto l’egida della SIE e gestito dal GIMEMA, che ha ricevuto un supporto incondizionato da Novartis.
 
Lo scorso anno sono stati eseguiti oltre 11mila esami per monitorare la risposta molecolare dei pazienti in trattamento con farmaci inibitori di tirosin kinasi. Ma per altre patologie, come la leucemia mieloide acuta o le malattie mieloproliferative, solo per fare un esempio, c’è ancora molto da fare.
 
Il network è stato sinora interamente finanziato da fondi privati (donazioni e altro) o fondi di ricerca (anch’essi principalmente privati, come AIL e AIRC ), e potrebbe svilupparsi ulteriormente se ottenesse: il riconoscimento ufficiale della rete dei laboratori italiani selezionati; il supporto economico pubblico e inquadramento normativo e regolatorio per formalizzare e strutturare la rete di laboratori come “Network Nazionale per la Diagnostica Avanzata in Oncoematologia”.
 
“Il corretto inquadramento diagnostico attraverso l’impiego di approcci laboratoristici altamente specialistici – ha spiegato Fabrizio Pane, Presidente della Società Italiana di Ematologia – è conditio sine qua non per orientare il percorso assistenziale e offrire al paziente ematologico le prestazioni più appropriate. Consente anche di utilizzare in modo vantaggioso e mirato le risorse disponibili per l’acquisto dei farmaci di nuova generazione, a costo elevato. L’ottimizzazione delle risorse necessarie e l’incorporazione nel sistema pubblico della rete di Laboratori di diagnostica avanzata in ematologia – ha aggiunto – è garanzia di perpetuazione ed incremento nel futuro dell’attuale livello di eccellenza dell’Ematologia Italiana.”
 
Anche secondo Felice Bombaci, presidente Gruppo AIL Pazienti Leucemia Mieloide Cronica, la garanzia per i pazienti di avere un supporto diagnostico e di monitoraggio della terapia di qualità elevata, su tutto il territorio italiano, è fondamentale: “L’attività in rete permette di andare verso la garanzia di alto livello di cure a tutti i pazienti, riducendo quanto più è possibile le differenze tra differenti regioni e tra diversi centri; questo dovrebbe permettere di evitare i viaggi della speranza e soprattutto di costruire un sistema che abbia il paziente al centro, limitando al minimo, ad esempio, gli spostamenti tra un centro e l’altro”.  
 
La rete del GIMEMA, oltre alla dimensione assistenziale, costituisce un formidabile strumento per la ricerca scientifica. Ecco alcuni esempi di indagini portate avanti con successo secondo Marco Vignetti, Responsabile Centro Dati Fondazione GIMEMA: “Lo studio sulle indicazioni al trapianto di cellule staminali per le leucemie mieloidi acute; la pubblicazione dello scorso anno sul New England Journal of Medicine , che ha dimostrato che la leucemia acuta promielocitica può essere trattata, e addirittura guarita nel 95% dei casi con farmaci intelligenti, senza chemioterapia, rivoluzionando così il modo di trattare questa patologia. Oggi – conclude Vignetti - abbiamo in corso oltre 20 progetti di ricerca soprattutto nell’ambito delle leucemie acute e siamo stati individuati dal network francese ECRIN come partner italiano insieme all’Istituto Mario Negri per la ricerca clinica”.
 

07 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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