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Usa. Colesterolo: arriva il vaccino? Già testato con successo sugli animali. Ora si cercano fondi per studi sull’uomo

di Maria Rita Montebelli

Si tratta di un rivoluzionario vaccino anti-PCSK9 contro la quale sono già disponibili due anticorpi monoclonali molto efficaci, ma anche molto costosi. Il vaccino, secondo i ricercatori dei National Institutes of Health americani, potrebbe rappresentare un’alternativa low-cost e forse ancora più efficace. E per avviare i costosissimi studi sull’uomo, i ricercatori americani sono ora alla ricerca di partner commerciali

12 NOV - Su topi e macachi il nuovo vaccino anticolesterolo funziona alla grande e adesso tutto è pronto per gli studi sull’uomo. È l’annuncio fatto dai ricercatori dell’Università del New Mexico e dei National Institutes of Health americani all’indomani della pubblicazione della loro ricerca sull’ultimo numero di Vaccine.
 
Elevati livelli di LDL (colesterolo ‘cattivo’) si associano ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. Modifiche allo stile di vita e terapie farmacologiche contribuiscono a ridurre in maniera significativa i valori di LDL, ma almeno il 60% dei pazienti ad alto rischio in trattamento, è destinato a presentare comunque un evento cardiovascolare. Per molti anni, protagoniste assolute della terapia anti-colesterolo sono state le statine, farmaci che inibiscono l’enzima 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A (HMG-CoA) reduttasi. Si stima tuttavia che almeno il 20% dei pazienti ad alto rischio non raggiungano il target terapeutico di colesterolo LDL. Spesso inoltre la terapia con statine ad elevati dosaggi si associa ad effetti indesiderati anche importanti (elevazione degli enzimi epatici e muscolari, aumentato rischio di diabete e forse di demenza)  e ad una scarsa tollerabilità (prevalentemente per la comparsa di mialgie) da parte dei pazienti.
 
Per tutti questi motivi la ricerca farmacologica si sta impegnando da tempo a cercare un’alternativa terapeutica, alternativa alle statine
. Protagonista di questo nuovo filone di ricerca è la PCSK9  (Proprotein convertase subtil-isin/kexin type 9), una proteina epatica che ha un effetto regolatorio negativo sui recettori per le LDL, poiché blocca il ‘riciclo’ di questi recettori ‘acchiappa-LDL’ dall’interno dell’epatocita verso la superficie cellulare. Ad attirare l’attenzione dei ricercatori su questa proteina epatica è stata la scoperta che le mutazioni che aumentano l’attività del PCSK9 si associano ad elevati livelli di colesterolo circolanti, aterosclerosi ed eventi cardiovascolari precoci; mentre al contrario le mutazioni loss-of-function della PCSK9 si associano a ipocolesterolemia e ad una drammatica riduzione degli eventi cardiovascolari.
 
Due grandi aziende farmaceutiche hanno messo a punto degli anticorpi monoclonali (Alirocumab e Evolocumab, entrambi approvati dall’FDA), indirizzati contro la PCSK9 che, bloccandone l’effetto, consentono l’esposizione dei recettori delle LDL sulla superficie dell’epatocita da dove catturano l’LDL circolante, abbassandone così i livelli nel sangue. Ma all’orizzonte si affaccia ora un’altra possibilità, anche questa mirata sulla PCSK9 ma del tutto inedita e intrigante.
Sull’attuale numero di Vaccine un gruppo di autori americani ha pubblicato i risultati di una ricerca su un vaccino contro la PCKS9. Il vaccino è costruito su virus-like particle (particelle simili al virus, VLP) di peptidi derivati dalla PCSK9 (è lo stesso principio del vaccino anti-HPV).
 
Macachi e topi vaccinati con questo vaccino anti- PCSK9 producono elevati titoli di anticorpi (IgG) che legano la PCSK9 circolante e questo determina una significativa riduzione dei livelli di colesterolo totale, colesterolo libero, fosfolipidi e trigliceridi. In questo caso insomma è il corpo stesso che produce anticorpi-anti-PCSK9.
 
Secondo gli autori dunque, il vaccino contro la PCSK9 rappresenta un’interessante alternativa terapeutica anticolesterolo, peraltro a costi potenzialmente molto inferiori rispetto alle terapie basate su anticorpi monoclonali anti-PCSK9 , che negli USA arrivano a costare anche 14 mila dollari l’anno). E adesso, per avviare i costosissimi studi sull’uomo, i ricercatori americani sono ora alla ricerca di partner commerciali.
 
Maria Rita Montebelli

12 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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