Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 19 SETTEMBRE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Fibrillazione atriale. Depressione probabile fattore di rischio

di Megan Brooks

La depressione potrebbe essere un fattore di rischio per la fibrillazione atriale. È quanto ha evidenziato uno studio osservazionale condotto sulla base di dati raccolti dal Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis. I risultati sono stati presentati alla Sessione scientifica dedicata a Lifestyle and Cardiometabolic Health dell’American Heart Association Epidemiology and Prevention, che si è tenuta a New Orleans

28 MAR - (Reuters Health) –  Parveen Garg e colleghi,, dell’University of Southern California di Los Angeles.hanno preso in considerazione 6.644 adulti, di età media di 62 anni, senza malattia cardiaca nota, seguiti per una media di 13 anni, per verificare un’eventuale correlazione tra fibrillazione atriale e depressione. È emerso che, in particolare, le persone con un punteggio Ces-D (Centers for Epidemiologic Studies Depression Scale) di 16 o superiore – che indica sintomi di depressione clinicamente rilevanti – avrebbero avuto un rischio maggiore del 34% di sviluppare fibrillazione atriale rispetto agli individui con punteggio inferiore a due. Inoltre, le persone in cura con antidepressivi avrebbero avuto un aumento significativo del 36% nel rischio di sviluppare fibrillazione atriale rispetto a coloro che non prendevano farmaci contro la depressione.

I commenti
Secondo l’autore principale dello studio, Parveeen Garg, bisognerebbe “confermare questi risultati con altri studi, magari usando valutazioni della depressione più complete e clinicamente validate”. Una volta fatto questo passo, “si può vedere se curando la depressione si ha una riduzione del rischio di fibrillazione atriale”. E sono diversi i meccanismi proposti per spiegare questo collegamento. La depressione, per esempio, potrebbe aumentare l’infiammazione sistemica e attivare il sistema nervoso autonomo, che a sua volta può aumentare i livello di catecolamine e conseguentemente quelli di cortisolo, come ipotizzato dallo stesso Garg.

Fonte: American Heart Association Epidemiology and Prevention

Megan Brooks

28 marzo 2018
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy