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Omosessualità: studio sfata l’ipotesi genetica

di Kate Kelland

La rivista Science ha pubblicato il più ampio studio condotto per indagare sulla possibile presenza del “gene dell’omosessualità” nel Dna umano. Un gruppo di studio finlandese ha raccolto oltre 470 mila campioni di Dna e le informazioni che i donatori hanno dato sullo stile di vita. Nell’intero genoma umano solo 5 geni sono associati alla scelta di un partner dello stesso sesso, ma incidono per meno dell1% nel comportamento sessuale

30 AGO - (Reuters Health) – Un complesso mix di genetica e fattori ambientali sarebbe alla base dell’orientamento omosessuale delle persone.
 
È la conclusione cui è arrivato un ampio studio pubblicato da Science e che di fatto sfata il mito dell’esistenza di un ‘gene’ che regola l’orientamento sessuale. La ricerca, coordinata da Andrea Ganna dell’Institute of Molecular Medicine in Finlandia, ha coinvolto quasi mezzo milione di persone.
Dai risultati è emerso che esistono migliaia di varianti geniche legate al comportamento sessuale che porta a scegliere partner dello stesso sesso, ma la maggior parte di queste avrebbe effetti minimi sulle scelte.

In particolare, cinque di questi marcatori sarebbero ‘significativamente’ associati a scelte omosessuali, ma anche queste varianti sarebbero lungi dall’essere predittive del comportamento.
In sostanza, questo significa che fattori non genetici, come l’ambiente, l’educazione, la personalità e l’alimentaione, avrebbero un’influenza molto più significativa sulla scelta del sesso del partner.

Lo studio, il più ampio del suo genere, ha analizzato dati raccolti su più di 470mila persone che avevano fornito campioni di Dna e raccontato informazioni sul loro stile di vita alla UK Biobank e alla società di test genetici americana 23andMelnc.

“Abbiamo analizzato l’intero genoma umano e abbiamo trovato cinque geni chiaramente associati a persone che preferiscono partner dello stesso sesso”, osserva Andrea Ganna. Ma questi “hanno un effetto molto piccolo” e presi insieme spiegherebbero “meno dell’1% del comportamento omosessuale”.
Lo studio è stato accolto con favore anche dagli attivisti per i diritti sessuali, secondo i quali questa ricerca “fornisce ancora più prove del fatto che essere gay o lesbica è una parte naturale della vita umana”.

Fonte: Science

Kate Kelland
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

30 agosto 2019
© Riproduzione riservata

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