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Obesità: maggior rischio mortalità per chi ingrassa nella prima parte dell’età adulta

di Maria Rita Montebelli

L’obesità è un importante fattore di rischio per le malattie cardio-metaboliche, i tumori e una serie di patologie croniche. E in quanto tale va combattuta a tutte le l’età. Ma adesso, uno studio appena pubblicato su BMJ, dimostra che i vantaggi maggiori, in termini di guadagno di anni di vita, si hanno se questa condizione viene combattuta precocemente, all’inizio dell’età adulta, piuttosto che negli anni a seguire. Addirittura, in età avanzata, una perdita di  consistente si associa ad un aumentato rischio di mortalità, configurando così una curva a ‘U’.

17 OTT - L’obesità, ma anche le oscillazioni di peso nel corso dell’età adulta, fanno male al cuore e accorciano la vita. Questo è in sintesi è il messaggio che emerge da uno studio di coorte prospettico pubblicato sul BMJ e realizzato a partire dalla banca dati NHANES (US National Health and Nutrition Examination Survey) nel periodo 1988-94 e 1999-2014.
 
Lo studio ha preso in esame oltre 36 mila pazienti, dai 40 anni in su, dei quali erano disponibili i dati di peso e altezza nelle diverse fasi della vita adulta. Dopo un follow-up medio di 12,3 anni, in questa coorte si erano verificati 10.500 decessi.
 
Rispetto a quelli sempre rimasti normopeso, i soggetti ingrassati (cioè passati dalla categoria ‘non-obeso’ a quella ‘obeso’) tra la prima fase dell’età adulta e la mezza età, presentavano un rischio aumentato del 22% di mortalità per tutte le cause e del 49% di mortalità cardiovascolare. I soggetti che da obesi, diventano normopeso nelle stesse fasce d’età non mostravano variazioni nel rischio di mortalità, mentre quelli che dimagrivano, passando dalla categoria ‘obesi’ a quella ‘normopeso’ dalla mezza età all’ultima fase dell’età adulta, presentavano un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause (+30%) e di cardiopatia ischemica (+48%).
 
Ingrassare tra la mezza età e l’ultima parte dell’età adulta, passando dalla categoria ‘non obesi’ a quella ‘obesi’, non si associava ad un aumento del rischio di mortalità. Infine, essere obesi sin da giovani e rimanerlo per tutta l’età adulta è risultato associato ad un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause, in tutte le fasi dell’età adulta, anche se con importanti differenze: + 72% nel periodo compreso tra l’inizio dell’età adulta e la mezz’età; + 61% dall’inizio dell’età adulta all’ultima fase dell’età adulta; +20% dalla mezza età, all’ultima fase dell’età adulta.
Le varie oscillazioni di peso non sono risultate correlate alla mortalità per tumore.
 
In conclusione, essere e rimanere obesi per tutta la vita, come anche ingrassare tra l’inizio dell’età adulta e la mezza età o dimagrire in modo consistente dalla mezza età, all’età adulta avanzata, sono tutte condizioni associate ad un aumentato rischio di mortalità.
 
Gli autori concludono che mantenere il giusto peso corporeo per tutta la vita, cercando in particolare di non ingrassare nella prima parte dell’età adulta, protegge dalla mortalità prematura in età più avanzata.
 
Maria Rita Montebelli

17 ottobre 2019
© Riproduzione riservata

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