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Coronavirus. Iandolo (Cao): “Andare dal dentista è sicuro”


“Le misure di prevenzione e protezione praticate dagli odontoiatri italiani siano sempre state e rimangono ad oggi adeguate rispetto agli obiettivi – scrive Iandolo –. Sono certo che queste misure siano regolarmente adottate anche a protezione del personale ausiliario dello studio e degli eventuali collaboratori”

26 FEB - “Gli studi odontoiatrici sono sicuri per i pazienti e pronti ad affrontare l’emergenza Coronavirus”. Parola di Raffaele Iandolo, presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurgi e Odontoiatri. Che ieri ha preso carta e penna e ha scritto una comunicazione a tutti i 106 presidenti delle Cao territoriali, con indicazioni pratiche per gestire in sicurezza studi e pazienti.

“Mi preme sottolineare come le misure di prevenzione e protezione praticate dagli odontoiatri italiani siano sempre state e rimangono ad oggi adeguate rispetto agli obiettivi – scrive Iandolo –. Sono certo che queste misure siano regolarmente adottate anche a protezione del personale ausiliario dello studio e degli eventuali collaboratori”.

Iandolo passa poi a fare il punto della situazione: “L’estrema irregolarità nella diffusione e nella localizzazione del contagio mostra attualmente sul territorio nazionale un quadro estremamente variegato, che mi suggerisce alcune considerazioni che vorrei condividere con Voi – afferma -.Purtroppo, nelle zone rosse, laddove siano state emesse ordinanze restrittive dell’attività professionale in tal senso, gli studi dentistici resteranno chiusi e saranno eventualmente disponibili per emergenze, ma dotandosi di dispositivi di protezione individuale al massimo livello, compreso l’utilizzo di mascherine con potere filtrante elevato (FFP2 e FFP3). Questi DPI, necessari in zona rossa e consigliabili nelle immediate vicinanze di detta zona, potranno essere utilizzati, a discrezione del professionista, anche nelle zone in prossimità dei focolai noti al momento. In tali zone resta discrezionale l’eventuale temporanea sospensione dell’attività in presenza di criticità specifiche”.

Seguono le indicazioni generali, valide su tutto il territorio nazionale, da attuare in aggiunta alle consuete procedure già normalmente adottate negli studi. Obiettivo: limitare il più possibile la diffusione del virus, tenendo conto delle specifiche modalità di trasmissione di Covid - 19.
 
In particolare, è consigliato:
- per dentisti e personale ausiliario: utilizzare dispositivi di protezione (DPI) adeguati come mascherina, guanti, occhiali e camice monouso;
- lavarsi le mani con prodotti e modalità efficaci prima di indossare i DPI;
- comprendere nell’anamnesi la richiesta di eventuali viaggi in Cina o Corea del Sud, nonché di eventuale provenienza da zone con presenza di soggetti positivi o soggetti a quarantena obbligatoria o frequentazione di persone proveniente da dette zone;
- escludere in fase anamnestica la presenza di sintomi correlabili al COVID-19 (tosse secca, febbre, dispnea, congiuntivite…);
- in sala d’attesa prevedere un periodico adeguato ricambio di aria, nell’ambiente operativo, tra un paziente e l’altro;
- evitare di affollare la sala d’attesa, concordando orario di visita, distanziando gli appuntamenti e, se possibile, cercare di evitare sovrapposizioni di orario che possano portare a incontri o saturazione;
- mettere a disposizione del paziente, in sala d’attesa, un disinfettante alcolico e mascherine;
- detergere, per ogni nuovo paziente, con soluzioni a base di alcool o di cloro tutte le superfici, maniglie o bottoni oggetto di contatto;
- evitare oggetti che possano essere veicoli di contaminazione (riviste, opuscoli ed altro);
- disinfettare le prese dell’impianto di aria condizionata.

Raccomandazioni inviate insieme alla guida messa a punto da Andi (Associazione nazionale Dentisti italiani), insieme alla Cao nazionale, all’Aio (Associazione italiana Odontoiatri) e alla Fondazione Andi, e al Decalogo elaborato dal Ministero della Salute con l’Istituto Superiore di Sanità.

26 febbraio 2020
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