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Colpi di sonno alla guida. Ne soffrono 1,6 milioni di italiani e bere un caffè non serve a nulla


Addormentarsi al volante è la prima causa di incidenti stradali in Italia e la tazzina di caffé non basta. L'unica soluzione quando si avvertono i sintomi è fare un sonnellino di almeno 30 minuti. Il problema insorge anche in relazione all'obesità. Se ne è discusso al 99° Congresso Nazionale SIOeChC.

25 MAG - Il legame tra obesità e rischio di incidenti stradali potrebbe sembrare azzardato, eppure il trait d’union c’è ed è semplice: si tratta della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas). Questa patologia, infatti, non solo riconosce l’obesità quale maggiore fattore di rischio, ma è anche la prima causa medica di incidenti stradali, dato che ha come sintomo caratteristico la sonnolenza, causa o concausa di circa il 20% degli incidenti che avvengono sulle strade italiane. Ecco perché in occasione del 99° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCF) che si sta svolgendo a Bari, è stata organizzata una tavola rotonda sul tema della sonnolenza alla guida e la sicurezza nei trasporti.
 
Applicando alla popolazione italiana i dati di prevalenza internazionali si stima infatti che sia di circa 1.600.000 il numero di persone che sono affette dalla sindrome. Nonostante si tratti di una patologia facilmente diagnosticabile e che se adeguatamente trattata può essere guarita, uno studio condotto in Italia con il contributo dell'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che i costi socio-sanitari da incidenti stradali attribuiti a soggetti con Osas sono pari a 828.014.400 di euro. L'incontro nel corso del congresso ha consentito di stipulare un accordo operativo comune fra tutti i partecipanti – società scientifiche, esperti e istituzioni – con lo scopo di mettere a punto una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica ed all'informazione/formazione del personale medico e tecnico sanitario che, nella pratica quotidiana, incontra il paziente Osas. Un paziente che presenta spesso sonnolenza, ridotta performance psicofisica e con un aumentato rischio di incidenti ed infortuni.
La necessità di un approccio multidisciplinare ed istituzionale è emersa chiaramente dall'esperienza di questo ultimo decennio di grandi sforzi a fronte di risultati non soddisfacenti per il paziente e la società che assiste impotente a questa epidemia con ingenti perdite umane ed economiche. L'intento comune era quello di supportare progetti indirizzati alla prevenzione, diagnosi e terapia della principale causa di sonnolenza alla guida per una maggiore sicurezza sulle nostre strade e negli ambiti di lavoro.

Tra le cose da fare, spiegano però gli esperti, c’è anche quella di sfatare alcuni falsi miti sui colpi di sonno. “Ci sono una serie di luoghi comuni sulla possibilità di combattere i colpi di sonno alla guida e il primo è quello di farlo pensando di fermarsi a bere un caffé all'autogrill”, ha spiegato Sergio Garbarino, neurologo del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Genova e presidente della Commissione Nazionale Aims (Associazione italiana medicina del sonno). “La sonnolenza, pur riconoscendo diverse cause, è il sintomo caratteristico della sindrome ed è la prima causa medica di incidenti stradali. C'è chi pensa di riprendersi con la caffeina, ma la quantità presente in una tazzina non è sufficiente ad avere un effetto sul guidatore”. Ma quella del caffé non è l'unica strategia inutile, secondo il neurologo. “Esiste tutta una serie di altre leggende metropolitane, come quella di alzare il volume dell'autoradio e di abbassare il finestrino e svegliarsi con l'aria fresca, o di scendere dalla macchina e sgranchirsi le gambe. Stiamo parlando di falsi miti, l'unico modo per saldare un debito di sonno è saldarlo con una dormita di almeno 30 minuti”.
 
Visto il carattere multidisciplinare dell' Osas le società scientifiche Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), Associazione Interdisciplinare Medicina Apparato Respiratorio (AIMAR), Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), Società Italiana di Neurologia (SIN) e Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCF) propongono dunque dei percorsi informativi/formativi dedicati all' Osas nell'ambito delle prevenzione della salute e della sicurezza.
All’incontro, inoltre, hanno partecipato i massimi rappresentanti degli Enti scientifici, Istituzionali e divulgativi maggiormente coinvolti nella problematica della sicurezza stradale, il Presidente dell'ACI Ing. Angelo Sticchi Damiani, il Segretario Generale della fondazione ANIA Dr. Umberto Guidoni, il Direttore di Quattroruote Dr. Carlo Cavicchi, il Direttore della Motorizzazione Civile di Taranto Ing. Pietro Marturano, insieme a specialisti delle varie discipline (prof. Michele De Benedetto – Otorinolaringoiatra, prof. Sergio Garbarino – Neurologo ed esperto di medicina del sonno, prof. Giovanni Sorrenti – Otorinolaringoiatra).

Tra i vari interventi, anche quello di Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile club Italia “In realtà, uno dei problemi, è che nel nostro paese manca ancora una norma che disciplini il rilascio della patente in base agli effetti dell'Osas, cosa che invece avviene in altri stati europei come ad esempio la Francia e la Germania”, ha spiegato. Concludendo poi: “Un azione che, oltre a salvare vite, porterebbe anche ad un grande risparmio in termini economici: un euro speso per ridurre il numero dei sinistri, dei morti e dei feriti sulle strade, genera un risparmio di venti euro in costi sociali e sanitari. Solo in Italia i costi sociali superano ogni anno i trenta miliardi di euro”.

25 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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