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Epatite. Cittadinanzattiva ed Epac: “Nuovi farmaci negati a pazienti. A rischio migliaia di vite”


Si tratta della nuova classe di farmaci cosiddetti "inibitori della proteasi". “Non comprendiamo perché l’Aifa tardi ad autorizzarne l’immissione in commercio e la rimborsabilità da parte del Ssn”. Questi farmaci sono già disponibili in numerosi paesi, tra cui Germania, Spagna, Inghilterra.

19 GIU - “In Italia non è ancora possibile fruire della nuova classe di farmaci cosiddetti ‘inibitori della proteasi’ per la cura dei pazienti che soffrono di epatite C”. A denunciarlo sono il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva ed Epac, nel corso del convegno sul tema che si tiene oggi al Senato della Repubblica organizzato da Alleanza contro l’epatite (Ace).

“Questi farmaci – spiegano le due associazioni – sono disponibili già in numerosi Stati (fra cui USA, Canada, Germania, Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, Olanda, Finlandia, Danimarca, Svezia) e hanno dimostrato di consentire ai pazienti di guarire, con tassi di risposta prossimi all’80%”.

“Non comprendiamo – ha aggiunto Tonino Aceti, responsabile del Cnamc di Cittadinanzattiva - perché l’Aifa, nonostante i dati disponibili sul costo-efficacia di tali farmaci, riconosciuti anche dall’organismo europeo Nice (National Institute for Health and Clinical Excellence), tardi ad autorizzarne l’immissione in commercio e la rimborsabilità da parte del Ssn”.
 
“Comprendiamo le difficoltà legate al tema più generale dei costi e della sostenibilità economica – ha affermato Ivan Gardini, presidente di Epac - ma se garantire sostenibilità vuol dire negare l’accesso a terapie costo efficaci, dovremmo interrogarci bene su dove stiamo andando, sull’eticità delle scelte statali in nome della sostenibilità. Chiediamo  quindi che i nuovi farmaci per la cura dell’epatite C siamo disponibili ai pazienti prima dell’estate, e che Aifa e le Regioni pongano in essere tutti gli sforzi possibili per accorciare al massimo gli iter burocratici per la concessione della rimborsabilità e il successivo inserimento nei prontuari regionali”.

L’Italia, secondo dati recenti, è il Paese con il più alto numero di cittadini con epatite C dell’Europa occidentale: si contano 20.000 decessi/anno dovuti a cirrosi e tumore epatico, 1.000 trapianti di fegato all’anno, di cui almeno il 50% causati dal virus HCV: il tutto con elevatissimi costi per il Sistema sanitario nazionale. “Per migliaia di cittadini – spiegano in conclusione Cnamc e Epac - la posta in gioco è ormai altissima: pazienti con cirrosi o malattia avanzata, co-infetti con Hiv, trapiantati di fegato con recidiva da Hcv non possono aspettare: col trascorrere del tempo si allontana la loro unica possibilità di bloccare l’evoluzione della patologia”.
 

19 giugno 2012
© Riproduzione riservata

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