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Il libro. “Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica” 


25 NOV - È il titolo del nuovo volume curato da Riccardo Tartaglia e Andrea Vannucci che raccoglie la summa di tutte le azioni concrete da attuare per aumentare la sicurezza dell’attività clinica e ridurre gli eventi avversi che, secondo le ultime rilevazioni, presentano con una frequenza del 5,2% ma sono prevedibili nel 56% dei casi.
 
La sicurezza dei pazienti rappresenta uno dei problemi clou della medicina. La medicina non è una scienza esatta e le cure mediche non sono sempre efficaci e affidabili. La materia è inoltre cosi vasta e complessa che e impossibile che gli operatori sappiano tutto. Inoltre, anche i pazienti non sempre si attengono correttamente alle indicazioni terapeutiche. E progressivamente emerso nel tempo che numerose procedure mediche non sono sempre basate sull’evidenza scientifica e i rischi possono talvolta superare i benefici.
 
Il grado delle conoscenze del personale non termina inoltre con la conclusione degli studi, ma deve continuare per tutto il periodo lavorativo. I pazienti altresì sono diventati molto più informati e consapevoli rispetto al passato. È diventato quindi indispensabile per i sistemi sanitari moderni definire azioni a favore della sicurezza dei pazienti.
 
Sono queste le ragioni che hanno portato Riccardo Tartaglia, direttore del Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente della Regione Toscana e Andrea Vannucci, coordinatore dell’Osservatorio Qualita ed Equita dell’Agenzia Regionale di Sanita della Toscana, a curare un vero e proprio volume che indagasse a 360 gradi la questione su come “Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica”, che è poi, proprio, il titolo del libro.
 
Un volume estremamente completo che tocca l’argomento errori ed eventi avversi sotto molteplici luci. Il testo è suddiviso in 5 capitoli (Le basi culturali, La sicurezza del paziente nei percorsi clinici; La gestione del rischio nei servizi sanitari di supporto; La gestione del rischio sul territorio; Il contributo dell’organizzazione del lavoro alla sicurezza delle cure) in cui si susseguono saggi di 65 autori ad hoc su ogni singolo aspetto delle varie tematiche. L’originalità del libro consiste nel fatto che non sono solo specialisti della sicurezza che trattano della materia ma lo fanno insieme a clinici di varie specialità che hanno presentato in modo sintetico tutto quello che è necessario fare per migliorare la sicurezza delle cure
 
Ma oltre quelle che rappresentano le ‘best practice’ da seguire (fase della diagnosi, della prescrizione farmaceutica o dell’intervento chirurgico, curare un malato significa garantire le migliori condizioni di sicurezza possibili, in ogni passaggio del suo percorso terapeutico), il merito del volume è di andare oltre e inquadrare come la sicurezza del paziente, non si conclude in un gesto o in un momento isolato, ma interessa ogni attività sanitaria e di cura del paziente.
 
Il volume evidenzia poi come la possibilità di un incidente non potrà mai essere eliminata del tutto ma è cruciale comprendere cosa può condurre al verificarsi di un evento dannoso e mettere in atto ogni azione di prevenzione. Alcune rilevazioni mostrano infatti come gli eventi avversi si presentano con una frequenza del 5,2% ma sono prevedibili nel 56% dei casi. Ed è proprio su questa percentuale su cui si deve lavorare. Studi internazionali dimostrano che risultati significativi possono essere conseguiti adottando misure mirate per ridurre errori nella prescrizioni dei farmaci, evitare incidenti e cadute in ospedale e sventare la diffusione delle infezioni, così come garantendo la corretta osservazione delle linee guida e delle checklist in sala operatoria, rivedendo le cartelle cliniche e investendo nella formazione continua del personale medico e sanitario.
 
 
Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica
(Edito da Springer Verlag, 2013)
Prezzo: 29,99 euro


25 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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