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Emilia e Trentino le regioni più 'trasparenti'. Molise e Campania in difficoltà. Ma la "vera sfida è cambiare la cultura”

di Luciano Fassari

23 NOV - Documenti di bilancio, bandi di gara e di concorso, rapporti con le strutture private accreditate, liste di attesa, giornata della trasparenza. Queste le 5 aree messe al setaccio dal rapporto Agenas-Libera sulla trasparenza di Asl, Ospedali e Irccs. Il monitoraggio ha verificato l’adempimento alla L. 190/2012 e al D.lgs. 33/2013 di 240 aziende sanitarie, di cui 142 Aziende Sanitarie Locali, Provinciali e Regionali, 80 Aziende Ospedaliere e Aziende Ospedaliero Universitarie e 18 IRCCS di natura giuridica pubblica.
 
All’interno delle cinque aree prescelte sono stati rilevati i risultati delle strutture in base a 24 parametri. Dalla rilevazione, in media il dato nazionale indica un tasso di adempimento del 72%. E ancora una volta salta all’occhio la differenza tra nord e sud del Paese. Le percentuali più elevate si registrano in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre Molise, Campania e Calabria confermano le loro “difficoltà a procedere sulla strada della trasparenza anche solo con gli adempimenti più formali”.

 
 
In ogni caso sui numeri la senatrice PD Nerina Dirindin suggerisce prudenza. “Stiamo attenti a dare però la patente a migliori e peggiori. Ci sono anche qui comportamenti opportunistici. Qualcuno fa vedere di essere adempiente anche se dietro sappiamo che sono realtà con molti problemi". E poi sul Molise sottolinea che "è un caso anomalo visto che c’è una sola azienda”. Dati da prendere con le molle anche sulle liste d’attesa: “Sono un caso a se, chi si occupa di sanità sa bene che le liste d’attesa hanno una complessità tale che prima di dare a quei dati un significato più robusto bisogna prestare attenzione”.
 
 
Il report fornisce anche i nomi delle 10 aziende più adempienti e delle 10 meno. Al vetrice l'Ausl 1 del Veneto con il 100% dei criteri soddisfatti. Fanalino di coda l'Azienda Ospedaliera San Filippo Neri di Roma che ha soddisfatto il 12,5% dei parametri.
 

 
 

 
Ma non solo numeri o migliori e peggiori. Nell’analisi vengono messi anche in luce alcuni esempi concreti di trasparenza a partire da quello della l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (APSS) dove “da anni sono presenti meccanismi volontari (esterni, condivisi con i cittadini, interni) per la valutazione del sistema di controllo interno e il presidio dei rischi, come ad esempio certificazioni esterne, certificazione di bilancio, audit civici, audit con le associazioni di volontariato”. Ma non solo ci sono pure “regolamenti e linee guida che disciplinino specifici ambiti e processi, quali ad esempio il regolamento sulla formazione delle commissioni di gara, il manuale per la gestione trasparente delle liste d’attesa, il modello di valutazione HTA” e molto altro.
 
Citata anche l’esperienza della Regione Toscana che ha sottoscritto con la Federazione Regionale dell'Ordine dei Medici e le Università di Firenze, Pisa e Siena un protocollo d’intesa per promuovere azioni comuni di responsabilizzazione nei confronti del conflitto di interesse in sanità e di contrasto ai comportamenti scorretti.
 
Tra le storie positive anche quella di Villa Santa Teresa di Bagheria (Palermo), una struttura sanitaria appartenente a un imprenditore condannato per associazione mafiosa, confiscata e poi trasformata in un presidio sanitario in grado di erogare prestazioni di qualità.
 
C’è poi il l’idea della Commissione di ascolto attivata dalla Fnovi nata sulla “necessità di dare voce al racconto di fenomeni di intimidazioni o pressioni illecite in cui i professionisti potrebbero essere coinvolti o di cui potrebbero essere vittima”.
 
Interessante anche la valutazione sul ruolo che possono avere i cittadini. Emblematico è il caso delle tangenti sulle forniture di valvole cardiache all’Ospedale Molinette di Torino in corrispondenza delle quali si è osservata una contrazione del numero di segnalazioni di potenziali donatori di organi da trapiantare. Significativo è l’impegno messo tempestivamente in atto dalla sanità regionale per affrontare il calo delle donazioni, con il coinvolgimento di numerosi soggetti pubblici e privati, attraverso la realizzazione di campagne di comunicazione con obiettivi informativi, di sensibilizzazione e di sostegno agli operatori impegnati nello sviluppo di una coscienza sociale sul tema delle donazioni.
 
Detto ciò il documento ricorda che “l’attuazione da parte delle aziende sanitarie della normativa sulla trasparenza è in continua evoluzione, con riguardo sia alla quantità sia alla qualità delle informazioni rese disponibili” ma che “l’impegno per l’integrità e la legalità non può che richiedere un cambiamento organizzativo e, soprattutto, una crescita culturale che costituiscono la vera sfida di questi anni, sfida tanto più impegnativa perché perseguita in anni di grandi ristrettezze economiche e di opacità diffuse spesso sottovalutate”.
 
In ogni caso all’oggi il monitoraggio Agenas e Libera ci dice anche ”la novità della normativa e il crescendo di attenzione osservato a tutti i livelli decisionali devono inevitabilmente fare i conti con una amministrazione sensibile ma, allo stato attuale, impegnata a completare – seppure con un approccio prevalentemente burocratico – l’attuazione alle prescrizioni di legge e che quindi fatica ancora a metter in moto un processo orientato a un effettivo miglioramento dei livelli di trasparenza di tutto il sistema.
 
Luciano Fassari

23 novembre 2015
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