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Facciamo un Piano Nazionale Unico di Ripresa Resilienza e Prevenzione (PNRRP)

di Claudio Maria Maffei

Se a saperli leggere i due Piani (PNRR e PNP) è “come se” fossero un unico Piano (One Plan, slogan già pronto), è tutt’altro che scontato quel “come se” eviti di per sé la possibilità che essi viaggino separati, come si diceva prima. Questo rischio della separazione deriva anche dagli aspetti “amministrativi” dei due Piani

10 DIC - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sta prendendo velocità. E’ già disponibile in bozza il decreto di riparto dei primi fondi della Mission 6, Salute, e ora le Regioni avranno tempo fino al 28 febbraio 2022 per presentare i Piani Regionali al fine di sottoscrivere il Contratto Istituzionale di Sviluppo che dovrà essere firmato entro il 31 maggio 2022.
 
Le Regioni hanno il compito di utilizzare i fondi del PNRR per riorientare il proprio sistema di tutela della salute verso un modello di sanità diverso caratterizzato da due elementi che escono con chiarezza dall’impianto del PNRR: il potenziamento dei servizi di cure primarie (e quindi i LEA dell’assistenza distrettuale) e la razionalizzazione delle reti ospedaliere (e quindi i LEA  dell’assistenza ospedaliera).
 
Quella che nel PNRR rimane in un cono d’ombra è l’area della prevenzione collettiva e sanità pubblica. A questa dà invece una importante prospettiva di sviluppo il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 (PNP).
 
PNRR e PNP sono assolutamente coerenti tra loro in termini di impostazione di fondo, ma rischiano di viaggiare su binari separati e di non incontrarsi mai nonostante i due Piani abbiano scadenze che quasi si sovrappongono. Del PNRR abbiamo detto, invio dei Piani regionali entro il 28 febbraio), mentre il Piano della Prevenzione   andrebbe deliberato dalle Regioni entro il prossimo e vicinissimo  31 dicembre, ai sensi dell’ Intesa Stato-Regioni del 5 maggio 2021.
 
Questa scadenza era inizialmente prevista per il 30 settembre ed il suo spostamento era motivato nell’Intesa in riferimento al fatto che la pandemia ha fatto emergere la necessità di rimodulare e potenziare, nel breve e medio termine gli interventi di prevenzione del rischio e promozione della salute basati su reti integrate di servizi sociosanitari e sul coinvolgimento della popolazione in processi di empowerment. In pratica, è come se nell’Intesa ci fosse scritto che PNP e PNRR vanno messi in fase dentro un unico sistema di tutela della salute integrato a livello di comunità.
 
Si prenda ad esempio di questa sovrapposizione naturale dei due Piani quanto prevede il PNP a proposito di distretti e sistema delle cure primarie:
1. Rafforzamento di tutte le attività di primo livello;
2. Realizzazione di interventi multiprofessionali con figure come l’infermiere di famiglia e di comunità;
3. Superamento dell’assistenza primaria basata sullo studio individuale del Medico di Medicina Generale;
4. Coinvolgimento di più attori sanitari e non sanitari nelle reti territoriali di prevenzione e presa in carico per le malattie croniche;
5. Introduzione dei Percorsi Preventivo-Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali.
 
Se a saperli leggere i due Piani (PNRR e PNP) è “come se” fossero un unico Piano (One Plan, slogan già pronto), è tutt’altro che scontato  quel “come se” eviti di per sé la possibilità che essi viaggino separati, come si diceva prima. Questo rischio della separazione deriva anche dagli aspetti “amministrativi” dei due Piani.
 
Il primo rischio è di natura economica: il PNRR è esplicitamente finanziato per singola linea progettuale dentro la quale non solo si sa quanto si può spendere, ma si sa anche per cosa ed entro quanto si deve spendere. Il PNP ha un finanziamento di soli 200 milioni l’anno e dovrebbe essere di fatto finanziato da un uso appropriato del finanziamento LEA. Ma storicamente tra i tre vasi (assistenza ospedaliera, assistenza ospedaliera e prevenzione) a fare la parte di quello di coccio è la prevenzione.
 
Anche se in una strana classifica di Eurostat – tutta da approfondire -saremmo come spesa sanitaria pro-capite 2018 per la prevenzione ai primi posti in Europa.  E’ scontato quindi che viaggi molto più veloce il Piano su cui ogni giorno i media dicono che ci cambierà la vita  e che ha ingenti risorse con vincolo di destinazione (il PNRR ovviamente).
 
Il secondo aspetto “amministrativo” importante è che la valutazione dei Piani Regionali della Prevenzione e dei Piani Regionali per l’utilizzo dei fondi del PNRR potrebbe avvenire in tavoli diversi con griglie di verifica diverse.
 
Ed è invece proprio su questo che si potrebbe intervenire: mettere in fase la verifica dei due Piani prevedendo esplicitamente sia che l‘approvazione dei Piani Regionali in applicazione del PNRR sia subordinata alla approvazione di quello in applicazione del PNP, ma soprattutto che in sede di monitoraggio la verifica positiva del Piano Regionale della Prevenzione sia precondizione per la valutazione positiva di quello del PNRR.
 
Del resto tra le condizioni abilitanti ai Fondi Europei previste nella Bozza dell’Accordo di Partenariato del 27 settembre 2021 relativo alla Programmazione della Politica di Coesione 2021-2027 è prevista al punto 4.6 (Quadro politico strategico per la sanità e l'assistenza di lunga durata) la approvazione entro il 31.12.2021 dei Piani di Prevenzione Regionali. Non è dei fondi del PNRR che si parla, ma di quelli dei Fondi strutturali di investimento europei FSR e FSE Plus (per saperne di più leggerequi). Per logica anche i fondi del PNRR dovrebbero prevedere una analoga condizione abilitante.
 
Se questa impostazione fosse condivisa finalmente nelle Regioni si potrebbe superare quella dicotomia molto frequente: del PNRR (Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità, ecc.) si parla coi Direttori di Distretto, mentre del PNP si parla coi Direttori di Dipartimenti di Prevenzione. 
 
Di entrambi non si parla né coi cittadini né con le forze sociali. Binari diversi che corrono in gallerie che dall’esterno non si vedono. L’opposto di quel che dovrebbe avvenire.
 
Claudio Maria Maffei
 
 
 
 
 
 

10 dicembre 2021
© Riproduzione riservata


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