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Elly Schlein e la sanità: la prima missione sarà cancellare le politiche neoliberiste del Pd

di Ivan Cavicchi

Liberarsi dai tanti scheletri nell’armadio del pensiero neoliberista in sanità non sarà facile. Il PD sulla sanità si presenta, al giudizio storico, con delle pesanti responsabilità contro-riformatrici che poi sono quelle che sono alla base oggi delle più pesanti contraddizioni circa la sostenibilità del sistema

28 FEB -

Mentre cresce il dibattito intorno alla “grande marchetta”, Elly Schlein diventa il segretario del Partito Democratico. Nel suo primo discorso, sulla sanità, è stata molto chiara cioè molto di “sinistra” e apparentemente (ma ancora non lo sappiamo) molto poco neoliberista. La Schlein, almeno sulla carta dovrebbe essere il futuro oltre il passato. Dovrebbe essere. Speriamo.

“Saremo qui a fare le barricate contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica e universalistica. Perché stanno già tagliando i servizi alle persone. Quando una manovra non mette un euro in più sulla sanità a fronte di un'inflazione così alta, non è una scelta neutra, stanno già tagliando i servizi alle persone”

Dopo l’elezione del governo di destra personalmente considero l’elezione di Elly Schlein oggi il fatto politico più significativo. E’ del tutto evidente la domanda di cambiamento, quindi di sinistra, che rappresenta. Che poi questo cambiamento sia facile e alla portata di mano questo è un altro paio di maniche.

Liberarsi dai tanti scheletri nell’armadio del pensiero neoliberista in sanità per il PD non sarà facile. Il PD sulla sanità si presenta, al giudizio storico, con delle pesanti responsabilità contro-riformatrici che poi sono quelle che sono alla base oggi delle più pesanti contraddizioni circa la sostenibilità del sistema. Oggi sono i costi della privatizzazione quella a carico dello Stato che mettono a rischio la sostenibilità del sistema. Non la sanità pubblica tout court.

Cioè oggi sono gli epifenomeni finanziari delle controriforme cioè i loro costi effettivi il vero problema. Le controriforme fatte dal PD oggi nella crisi economica oltreché fallaci politiche, si rivelano la vera contraddizione da rimuovere. Ma solo perché i loro costi brutalmente sono incompatibili con la crisi. Sono i costi effettivi della privatizzazione quindi le loro conseguenze finanziarie il vero problema.

L’Ocse anche con il suo ultimo rapporto è stata chiara: la crisi sta causando da per tutto la riduzione dei budget destinati alla sanità per cui in futuro sarà inevitabile ridefinire la composizione della sua spesa. Cioè fare i conti con la “grande marchetta”.

Cesare Fassari nel commentare il “Rapporto shock” dell’Ocse ha sintetizzato molto bene la sua indicazione strategica fondamentale: resistere con ogni mezzo alla crisi cioè fare resilienza.

Ma oggi come si fa resilienza? Soprattutto dove troviamo i soldi che ci servono per farla?

L’Ocse dice che nonostante la crisi bisognerebbe investire in sanità quindi che bisognerebbe aumentare la spesa, ma insisto: nella crisi data dove trovare i soldi? Cioè i 25 miliardi in più all’anno che ci servirebbero in Italia. Certo la Meloni potrebbe togliere soldi da una parte e metterli da un’altra parte, ma mettere e togliere oggi non è facile. Come dice l’Ocse con la crisi si riducono le opzioni possibili.

Ha ragione la Schlein nel dire cha la scelta del governo non è una “scelta neutra”, è una scelta cinica e consapevole, quella di non andare tanto per il sottile quindi di scaricare i costi della crisi sui diritti delle persone. Ma per la Schlein e per il nuovo PD, quale altra scelta politica è possibile? Cioè come si può nella crisi data evitare di scaricare la crisi sui diritti? Con quali politiche ma soprattutto con quali riforme?

Anche la Bindi vuole le stesse cose della Schlein cioè vuole più soldi per la sanità pubblica, anche il sindacato. Tutti vogliono semplicemente rifinanziare il sistema che c’è, compresa la grande marchetta. Ma rifinanziare la grande marchetta oggi si scontra con la crisi descritta dall’Ocse

Oggi chiedere semplicemente più soldi per la sanità è la richiesta più facile più banale e più demagogica che ci sia.

Il PD fino ad ora anche lui ha chiesto più soldi per la sanità ma a sistema invariante quindi “grande marchetta” compresa. Tutto resta uguale basta cambiare il rapporto spesa/pil. Ma se questo oggi non è possibile allora che si fa?

Io credo che la Schlein non si renda ancora conto di cosa vuol dire fare le grandi barricate contro i tagli e la privatizzazione. Oggi il grande cambiamento che la crisi ci sta imponendo è uno snodo difficile e complesso al quale la sanità compreso il PD non è per niente prearata, per il quale non c’è un pensiero adeguato e contro il quale si contrappone un immenso quanto irriducibile conservatorismo. Non prendiamoci in giro. Nessuno in sanità a partire dal PD vorrebbe mettere in discussione la “grande marchetta”.

Eppure la realtà con la quale abbiamo a che fare ci dice poche cose chiare:

- con la crisi, la spesa pubblica, non è più semplicemente la mucca da mungere con la quale coprire in modo incrementale il fabbisogno di spesa

- oggi la spesa va riformata. Essa è il primo ambito nel quale intervenire per trovare le risorse che ci servono

- se la spesa pubblica non è più la mucca da mungere bisogna trovare altre modalità di finanziamento cioè altri modi di fare ricchezza e di produrre valore

- oggi non è più possibile chiedere dei valori come il salario o da esempio o un rifinanziamento del fondo sanitario senza dare in cambio dei controvalori cioè non è più possibile chiedere come fanno i sindacati senza dare in cambio mai nulla

- oggi la sanità deve produrre ricchezza e rifinanziarsi anche con la ricchezza da essa prodotta

Cioè cara Elly oggi per combattere il privato in sanità bisogna intervenire sulla “grande marchetta” altrimenti si chiede, come fa la Bindi di continuare a mungere la spesa pubblica e di aggravare il grado di sostenibilità del sistema fino alla debacle. La lezione del crollo del sistema mutualistico non va mai dimenticata.

Per fare resilienza oggi bisogna abbandonare i modi neoliberisti di fare sostenibilità, le logiche del compatibilismo e trovare altri modi quelli ad esempio compossibilisti. Cioè reinventarsi un pensiero.

Per fare le barricate di cui parla la Schlein si deve creare quella ricchezza in grado di finanziare lo sviluppo della sanità pubblica.

Io nel mio piccolo nell’indifferenza deprecabile dei sindacati ho proposto due cose:

- un intervento straordinario per rifinanziare la sanità ridimensionando da subito la spesa storica cioè ridefinendo il rapporto pubblico/privato

- fare la quarta riforma per spendere al meglio i soldi da investire in sanità e per fare davvero quella riforma storica che siamo riusciti a fare solo in parte nel 1978.

Cara Elly il governo Meloni oggi fa le stesse cose che ha fatto il PD per anni. Quando tu dici che vuoi fare le barricate è come se dicessi che vuoi fare le barricate contro il vecchio pensiero del tuo partito.

Io sono dalla tua parte e siccome considero la tua elezione davvero un fatto politico importante che può cambiare la discussione mi metto a disposizione. Voglio vedere se dal momento che avete “aperto le porte” a tutti accetterete di confrontarvi con quel pensiero critico che in questi anni in nome del diritto alla salute ha confutato e compulsato le vostre scelte sbagliate.

Oggi paradossalmente oltre questo pensiero critico non c’è molto altro. Oggi la critica alle politiche del Pd è l’unica risorsa alla quale il PD nel caso volesse cambiare politiche può attingere.

Lo farete? Non lo so. Io so che per il Pd sanitario quello che ho frequentato di più in questi anni la critica non è mai stata gradita e facilmente chi ha criticato è stato erroneamente scambiato per un nemico o un avversario o un rompiscatole. Io ad esempio nonostante la mia storia in questi anni non sono mai stato invitato alle discussioni sulla sanità organizzate dal Pd.

Complimenti a Elly Schlein per la tua elezione e in bocca al lupo.

Ivan Cavicchi



28 febbraio 2023
© Riproduzione riservata


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