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Se l’Italia abbandona gli anziani

di Ettore Jorio

Quella degli anziani è la nazione che diventerà maggioranza nel Paese. È una pena immaginare cosa accadrà di questo passo tra qualche anno. Il mezzogiorno, più che altrove, sarà senza un’offerta pubblica dignitosa da mettere a disposizione delle collettività cittadine. Per non parlare di quella dei piccoli centri periferici

03 AGO -

Il futuro preoccupa più del presente! E’ la sensazione che riassumo sommando ciò cui ho assistito e assisto nel corso delle mattine della calura, tanto grassa da ungerti, appena attenuata. In giro, anziani come me e più di me, a fare di corsa (si fa per dire) la spesa per poi chiudersi in casa, spesso senza climatizzazione.

Terribile è il vedere la loro conta degli euro metallici, gli spiccioli, come se fossero sterline d’oro. L’attenzione al costo degli alimenti è notevole e preoccupante per chi vive di una pensione modesta, ma anche di una pensione insufficiente a mantenere una famiglia con disoccupati al seguito. Quanto al loro vestiario più comune, la testimonianza di anni passati, a dimostrazione della generosità distribuita nel tempo esclusivamente in favore di figli e nipoti. Fermandoti per scambiare due chiacchiere, rimani colpito dal quasi generale ricorso alle protesi dentarie mobili. Sono pertanto arrabbiato, più del solito.

Quella degli anziani è la nazione che diventerà maggioranza nel Paese. Ciò perché, aumenta l'età media degli italiani. Da noi, sarà oltre ogni limite a causa della scarsa natalità e della inarrestabile fuga dei giovani.

E’ una pena immaginare cosa accadrà di questo passo tra qualche anno. Il mezzogiorno, più che altrove, sarà senza un’offerta pubblica dignitosa da mettere a disposizione delle collettività cittadine. Per non parlare di quella dei piccoli centri periferici e montani ove la conta dei giovani che rimangono la si fa con il mini pallottoliere delle scuole elementari. Nonni soli, stanchi, disillusi che parlano di morte ma con tanta dignità dentro e fuori, nonostante la loro consapevolezza di non avere risposte alle loro esigenze. Ho scoperto dai loro discorsi che sono in tanti ad essere ossequianti di San Benedetto. Ho scoperto poi il perché: è il santo cui ci si rivolge per avere un fin di vita lieve, una “bella morte”.

Così non deve più essere. Il PNR² (così amo definirlo e non perché abbia la erre moscia bensì per la difficoltà a pronunciare una erre dopo l’altra) a questo sarebbe dovuto servire. Invece, no. Con l’ultima modifica apportata dal Governo, un’altra brutta botta all’assistenza territoriale con il taglio del 31% delle Case della salute e uno stop angoscioso al diffondersi della telemedicina. Quelle strutture di prossimità ad alta istanza degli anziani, più bisognosi degli altri a trovare disponibile chi regala loro (meglio, assicuri secondo Costituzione) assistenza, quella spesso negata da chi viene pagato per garantirla.

Proviamo ad immaginare cosa potrebbe accadere di qui a poco nella parte più povera del Paese, il sud. Assistenza sociale, con particolare riferimento ai fragili, al di sotto dello zero. Assistenza sanitaria negata. Trasporti pubblici locali che ricordano i veicoli dei film messicani degli anni ’50. Inflazione come e forse più alta che altrove, perché abusata. Supporto ancillare delle famiglie in scadenza perché le ancelle di ieri sono divenute le anziane bisognose di oggi. Lontananza dei giovani per necessità che diventa, con il passare del tempo, naturale distacco, quale peso degli anni che passano distanti dalle persone care.

Pessimismo malaugurante? Non affatto. Descrizione delle cause deflagranti cui dovere offrire una risposta da parte della politica e dei soggetti capaci di essere solidali disinteressatamente, da schierare anche a guardia delle truffe perpetrate agli anziani, proprio per questo divenuti più ingenui del solito, perché bisognosi di affetto e di sorrisi, in quanto tali facili da abbindolare di fronte ad un minimo interessamento a loro.

E qui, il ruolo della politica, che pensa invece ad altro. Meglio, non riflette e agisce in favore di un problema simile, seppure consapevole di un mondo affollato da una maggioranza di anziani, cui necessitano investimenti e attenzioni primari. Differenziando l’erogazione di servizi per fasce di età attiva, per territori difficili, per solitudine, per patologie croniche.

Il superamento di tali gap non lo si ottiene, ovviamente, spedalizzandoli bensì impegnando le istituzioni pubbliche a fare il loro gioco, per l’appunto istituzionale, consistente nel garantire prestazioni dirette erogate a domicilio o, quantomeno, nella più assoluta prossimità.

Ettore Jorio

03 agosto 2023
© Riproduzione riservata


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