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Nutrizione. Il rapporto Cesvi. Oltre 2 mld di persone al mondo soffrono di 'fame nascosta'


I suoi effetti sono particolarmente acuti durante i primi 1.000 giorni di vita di un bambino. La 'fame nascosta' è una forma di sottonutrizione che si verifica quando l’assunzione e l’assorbimento di vitamine e minerali sono troppo bassi per garantire buone condizioni di salute e di sviluppo. Può portare al ritardo mentale e persino alla morte. IL RAPPORTO

13 OTT - Più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo soffrono la fame nascosta, che indebolisce il sistema immunitario, compromette lo sviluppo fisico e intellettuale, e può portare al ritardo mentale e persino alla morte. Si tratta di una forma di sottonutrizione che si verifica quando l’assunzione e l’assorbimento di vitamine e minerali sono troppo bassi per garantire buone condizioni di salute e di sviluppo.

I suoi effetti sono particolarmente acuti durante i primi 1.000 giorni di vita di un bambino. Oltre a inficiare la salute umana, la fame nascosta può impedire anche lo sviluppo socioeconomico, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito. E’ quanto emerge dall’Indice Globale della Fame 2014 (Global Hunger Index – GHI), il rapporto presentato oggi a Milano da Cesvi in collaborazione con ISPI e Link 2007, con il patrocinio di Expo2015.

L’Indice presenta una misura multidimensionale della fame a livello nazionale, regionale e globale. E’ uno strumento, calcolato da IFPRI, Welthungerhilfe e Concern Worldwide, che combina tre indicatori: la percentuale di popolazione denutrita, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni e la percentuale di bambini sottopeso con meno di 5 anni.

La fame globale è in calo, ma il numero di persone affamate nel mondo resta estremamente alto. Dei 120 Paesi analizzati, 2 sono in condizioni estremamente allarmanti (Burundi ed Eritrea), 14 hanno un livello di fame allarmante (tra cui Haiti, Laos e Mozambico) e 39 grave (tra cui India, Uganda e Kenya).

Nel complesso, il punteggio GHI 2014, in riferimento ai Paesi in via di sviluppo, è diminuito del 39% dal 1990: da 20,6 a 12,5. Questo progresso è in larga parte dovuto a un decremento della quota di bambini sottopeso con meno di 5 anni e della percentuale di denutriti nella popolazione. Tuttavia, le medie globali nascondono drammatiche differenze tra regioni e Paesi. L’Asia Meridionale e l’Africa subsahariana hanno il più alto punteggio GHI 2014, rispettivamente 18,1 e 18,2, presentando ancora un grave livello di fame.

Il miglioramento è evidente in Asia orientale e sud-orientale, dove il GHI è diminuito del 54%, e in America Latina e Caraibi, dove il punteggio GHI è diminuito del 53%. Angola, Bangladesh, Cambogia, Ciad, Ghana, Malawi, Niger, Ruanda, Thailandia e Vietnam hanno riportato forti miglioramenti rispetto al 1990.

Per quanto riguarda la fame nascosta, una delle strategie più efficaci per prevenirla in modo sostenibile, spiega il rapporto, “consiste nel diversificare la dieta. Una dieta sana contiene un buon equilibrio e una buona combinazione di macronutrienti (carboidrati, grassi, e proteine); micronutrienti essenziali; e altre sostanze come le fibre. Modi efficaci per diversificare la dieta includono la promozione degli orti domestici, il cambiamento delle abitudini di nutrizione dei bambini più piccoli, la fortificazione, che aumenta la quantità di micronutrienti presenti negli alimenti durante la trasformazione industriale; l’uso di integratori e il bio-arricchimento”.

Se la comunità internazionale ha ormai da tempo riconosciuto l’importanza della sicurezza alimentare, non sempre ha accordato alla sicurezza nutrizionale l’attenzione che merita. I relatori della tavola rotonda Giangi Milesi, presidente Cesvi, Fosca Nomis, coordinatrice Non Official Participants Expo 2015, Catherine Leclercq, nutrizionista Fao e Diego Carangio, esperto nutrizione per le campagne Cesvi, hanno convenuto che la comunità internazionale dovrebbe assicurare la giusta attenzione alla fame nascosta. Ogni uomo, donna o bambino ha il diritto ad alimenti adeguati, in quantità e qualità sufficienti per soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero. Una delle sfide principali per il futuro consiste nel mettere l’accento sulla qualità della dieta, con l’obiettivo di affrontare ed eliminare la fame nascosta. Per vincere questa sfida, tutti gli attori coinvolti devono agire su molti livelli differenti.

“Per sconfiggere la fame nascosta in modo sostenibile, è necessario adottare un approccio multisettoriale che includa azioni su agricoltura, salute, acqua e servizi igienico-sanitari, protezione sociale, educazione ed emancipazione femminile” ha osservato Giangi Milesi, presidente Cesvi.

13 ottobre 2014
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