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La pandemia ha ampliato il gender gap nel mondo accademico


In base a un'analisi condotta dall’Università degli Studi di Milano e da Elsevier su oltre 5 milioni di autori e oltre 2 mila riviste accademiche, a fronte di un aumento del 30% di articoli inviati (+60% nelle riviste di medicina) la partecipazione femminile è cresciuta molto meno di quella dei colleghi maschi. I risultati sono stati pubblicati su Plos One. LO STUDIO

28 OTT - Uno studio condotto su 2.329 riviste accademiche rivela che durante la prima ondata della pandemia di COVID-19, lo scorso anno, le donne hanno inviato un minor numero di articoli degli uomini. Il divario di genere è particolarmente evidente in campo medico e per le donne a inizio carriera. Fra i ricercatori coinvolti nello studio, accademici e professionisti del settore dell'Università degli Studi di Milano e di Elsevier, leader mondiale nell'editoria scientifica. I risultati sono stati pubblicati su Plos One.

Flaminio Squazzoni, responsabile dello studio e docente di Sociologia presso il Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell'Università degli Studi di Milano, spiega: “Vivendo in Lombardia, una delle regioni più colpite dal COVID-19, abbiamo sentito l'esigenza di rispondere alla crisi globale con uno studio su larga scala sugli effetti della pandemia nel mondo accademico”.

“Obiettivo della collaborazione - aggiunge Bahar Mehmani, responsabile Reviewer Experience di Elsevier e coordinatrice - era ottenere una solida base di dati per studiare questioni importanti come l'impatto globale delle misure di lockdown sulle donne nei vari ambiti accademici. Il progetto rientra nel nostro impegno per un ecosistema della ricerca inclusivo”.

“Dati gli effetti di vasta portata della pandemia sulla società, si è registrato un numero insolitamente elevato di articoli inviati alle riviste scientifiche”, è la premessa dello studio. “Contemporaneamente - si evidenzia tuttavia nella nota che sintetizza i risultati - , le politiche di lockdown hanno costretto chi fa ricerca a gestire responsabilità familiari vecchie e nuove, esacerbando i problemi della quotidianità, soprattutto per le donne. Per meglio chiarire l'impatto della pandemia sull'attività di pubblicazione scientifica, il team di ricerca ha applicato l'analisi statistica ai dati sugli articoli inviati a 2.329 riviste Elsevier”. Sono stati inoltre esaminati i dati sugli specialisti coinvolti nel processo di peer-review. In totale, sono stati raccolti e analizzati dati su oltre 5 milioni di autori per il periodo febbraio 2018 - maggio 2020.

I risultati mostrano che tra febbraio e maggio 2020 gli articoli inviati alle riviste Elsevier sono aumentati del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia, la partecipazione femminile risulta inferiore rispetto al livello di partecipazione degli anni precedenti nello stesso periodo, in ogni ambito accademico, dalla medicina alle scienze della vita, dalle scienze fisiche a quelle sociali. Il divario di genere è particolarmente marcato nel campo medico-sanitario, quello più direttamente legato al COVID-19, e per le donne a inizio carriera. La percentuale di donne e uomini che hanno accettato incarichi di revisione è simile in molti settori scientifici, ma non in quello della salute e della medicina, che ha visto un minor coinvolgimento femminile.

“Nel complesso - conclude la nota - , i risultati suggeriscono che la pandemia potrebbe aver creato un ambiente più favorevole agli uomini nel mondo della ricerca. Data l'importanza della pubblicazione per la carriera accademica, il gender deficit osservato nello studio potrebbe avere effetti a lungo termine che acuiranno la disuguaglianza di genere nel settore”.

28 ottobre 2021
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