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Allarme Europa: “In Italia il rischio povertà è altissimo”


08 GEN - La protratta crisi economica che ha colpito l'Ue ha “drammaticamente aumentato i rischi di esclusione sociale di lungo periodo” e questo vale soprattutto in Italia, Grecia, Malta, Bulgaria e Paesi Baltici, dove “il rischio di cadere nella povertà è alto e le chance di evitarlo sono basse”. È questo l’allarmante analisi contenuta nel Rapporto 2012 dell’Unione Europea su Occupazione e sviluppo sociale.

Tuttavia, sottolinea il Rapporto, “le tendenze sociali e occupazionali sono notevolmente divergenti nelle diversi parti dell'UE”. E così, “un nuovo divario sta emergendo tra Paesi che sembrano intrappolati in una spirale verso il basso concernente la diminuzione della produzione, l’aumento della disoccupazione e la massiccia erosione reddito disponibile, e quelli che almeno finora hanno dimostrato una certa resistenza, in parte grazie al migliore funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di welfare più robusti, anche se vi è anche incertezza circa la loro capacità di resistere a continue pressioni economiche”.

La crisi ha, inoltre, avuto ricadute “non uniformi” sulla popolazione portando spesso “un ulteriore peggioramento per i gruppi già a rischio elevato, in particolare bambini, giovani adulti e alcuni migranti”. In questi due ultimi gruppi è particolarmente diffusa la disoccupazione di lunga durata e per loro il protrarsi della crisi e la mancanza di segni di recupero tangibile ha “fortemente aumentato i rischi di esclusione”.

I Paesi europei hanno così dovuto mettere in campo una serie di politiche per affrontare e prevenire la povertà e esclusione a lungo termine, anche quanto effettivamente fatto e i risultati ottenuti non sono omogenei. E così, secondo il Rapporto Ue, il rischio di cadere e uscire dalla povertà variano notevolmente, con tre principali condizioni per tre gruppi di Paesi individuati.
Nel primo gruppo, costituito da Austria, Francia e Regno Unito, i tassi di entrata e di uscita dalla povertà sono elevati, ma una quota significativa di persone che suddividono questo rischio di povertà formano un “core” che non si concretizza in uno stato di abbandono.
Nel secondo gruppo, formato da Stati baltici, la Bulgaria, Grecia, Italia, Malta e Spagna, “il rischio di cadere in povertà è elevato e le probabilità di uscirne sono basse”. Si assiste così a una “trappola di massa verso la povertà”. Non solo. “Poiché gli elementi l’analisi si riferisce a dati anteriori alla crisi – precisa il Rapporto -, la reale situazione per questo sottogruppo sta peggiornato e le prospettive sono tristi”.

L’ultimo gruppo, infine, è formato per lo più dai Paesi nordici e dal Benelux, dove si registrano bassi tassi di entrata e di uscita dalla povertà, anche se le preoccupazioni restano alte, con un gruppo di persone a rischio di povertà per i quali ci sono poche possibilità di uscirne.
 

08 gennaio 2013
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