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Ilva. Tirelli (Ist. Aviano): “Molti dubbi e ampie incertezze su dati ministero e Iss”


L'aspetto “più eclatante”, per l’esperto dell’Istituto Tumori di Aviano, è che “i tumori maggiormente aumentati sono quelli associati all’asbesto, molto probabilmente a carico dei lavoratori dei cantieri navali di Taranto e non di quelli dell’Ilva". Mancano inoltre informazioni sugli altri fattori predisponenti i tumori.

24 OTT - “I dati su Ilva e Taranto che circolano in questi giorni sulla stampa lasciano perplessi sulla metodologia impiegata e sul significato dei risultati ottenuti”. Ad affermarlo Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, secondo il quale “la cosa più eclatante è che i tumori che sono maggiormente aumentati sono quelli associati all’asbesto che molto probabilmente sono a carico dei lavoratori dei cantieri navali di Taranto e non di quelli dell’Ilva (da notare che nel report manca il luogo di lavoro di coloro che hanno sviluppato questi tumori, oltre che la storia di fumo e di altri fattori predisponenti i tumori)”.

Ma per Tirelli è stato anche un errore dare i dati “in pasto all’opinione pubblica senza prima averli sottoposti a ‘peer review’ cioè alla pubblicazione in una rivista internazionale come avrebbe dovuto essere, data l’importanza dei dati riportati. In particolare, nei metodi dello studio, i dati di mortalità fotografano il passato e ci dicono come le esposizioni di 20-40 anni fa possono aver modificato lo stato di salute delle popolazioni di oggi non avendo quindi valore alcuno per il presente riguardo alle malattie cronico-degenerative”.

“Va detto inoltre- ha aggiunto Diego Serraino, Direttore Epidemiologia e Biostatistica dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano, - che l'uso degli intervalli di confidenza al 90% anziché al 95%, come si fa in genere negli studi epidemiologici, rende i risultati suscettibili di ampi spazi di incertezza lasciando aperti molti più dubbi. Inoltre guardando le decine di tabelle di questo report si possono leggere molte presunte associazioni ma nessun nesso di causalità. Ad esempio da una tabella si evince che la mortalità per malattie dell'apparato genitourinario a Taranto sembra diminuita o uguale al resto della Puglia e, soprattutto, si rileva che le morti per malattie dell'apparato respiratorio (le prime ad apparire in caso di inquinamento ambientale dell'aria) hanno la stessa frequenza che nel resto della Puglia. Così le morti per malattie dell'apparato cardiocircolatorio. Altri dati citati dai giornali ma per i quali l'interpretazione deve essere fatta con cautela: la mortalità per tumori della pleura non può che essere attribuita ad esposizioni occupazionali ad asbesto; l'aumento di mortalità per malattie infettive o demenza non può sicuramente essere attribuita a inquinamento ambientale, così come la diminuzione della mortalità per linfoma di Hodgkin non può essere ovviamente ascritta ad un effetto protettivo dell'inquinamento ambientale”.
 

24 ottobre 2012
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