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Terapia del dolore: in arrivo le raccomandazioni per applicare la legge con appropriatezza


Istituzioni e società scientifiche si danno appuntamento al 2 e 3 luglio a Firenze per definire la concreta attuazione della legge n. 38 sulle disposizioni per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.

01 LUG - È il momento di passare dalla teoria alla pratica. E per farlo è necessario che le disposizioni contenute nella legge sulle cure palliative e la terapia del dolore licenziata lo scorso marzo dal Parlamento passino per le mani dei “tecnici” che ne valutino le modalità di concreta attuazione. Per questa ragione, i prossimi 2 e 3 luglio, i rappresentati di 40 Società Scientifiche, referenti del Parlamento, del ministero della Salute, dell’Aifa, dell’Iss e delle Regioni si incontreranno a Firenze, dove, nel corso del convegno Impact 2010, si cercherà di dare il via a una riflessione che porti alla messa a punto di raccomandazioni per misurare e curare il dolore in ogni singolo settore terapeutico.
“Oggi il passaggio cruciale che dobbiamo affrontare per far sì che la nuova legge venga realmente applicata è condividere con le società scientifiche un modus operandi che permetta di coinvolgere gli specialisti e la classe medica nel dare una centralità alla patologia del dolore”, ha spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione del convegno Gianfranco Gensini, presidente del comitato scientifico di Impact 2010 e preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze.
“A tal fine, sarà necessario predisporre indicazioni univoche per un sicuro e costante inserimento di dati nella cartella clinica, dopo aver definito criteri di misurazione del dolore adatti ai diversi ambiti terapeutici, spesso totalmente diversi per tipologia di paziente e sensazione dolorosa. Basti pensare alle differenze tra il dolore osteoarticolare e quello post operatorio, tra quello geriatrico e quello pediatrico, oppure tra il dolore legato a malattie infettive e quello legato al diabete. Con questo scopo – ha proseguito Gensini – abbiamo organizzato l’incontro del 2 e 3 luglio a Firenze, dove ogni società scientifica lavorerà per condividere una strategia e la relativa programmazione di massimo coinvolgimento dei propri associati nella reale applicazione della Normativa. Questo workshop potrà offrire un’opportunità alle società scientifiche di riaffermare la loro centralità sulla tematica”.
L’approvazione della legge 38 del 15 marzo rappresenta uno spartiacque nella gestione del dolore nel nostro Paese, innanzitutto perché “riconosce il dolore cronico come ‘malattia’ e non solo come sintomo”, ha illustrato Guido Fanelli, membro del comitato scientifico Impact 2010 e coordinatore della commissione Terapia del dolore e cure palliative del ministero della Salute. E poi per le diverse novità assistenziali che coinvolgono personale sanitario e pazienti. “Medici e infermieri dovranno misurare e segnalare in cartella clinica il dolore riportato dai pazienti, oltre ai farmaci con i quali viene trattato”, ha aggiunto Fanelli. “Viene inoltre semplificata la prescrizione dei farmaci oppioidi. Si prevede una rete assistenziale sul territorio per il dolore cronico con centri e ambulatori di terapia del dolore, e una seconda rete per i pazienti in fase terminale che necessitano di cure palliative, comprendente gli hospice. La legge - ha concluso - dedica inoltre particolare attenzione ai bambini, sancendo anche per loro il diritto ad accedere alle cure antalgiche”.
Di particolare rilievo è poi l’assistenza agli anziani: anche loro - ha affermato Massimo Fini, membro del comitato scientifico Impact 2010 e direttore scientifico dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma - hanno “il diritto di essere liberi dal dolore ed è compito del medico non solo provvedere alle cure, ma anche garantire una dignitosa qualità della vita. A questo proposito - ha aggiunto Fini - tenendo presente la situazione specifica degli anziani, l’Oms suggerisce un approccio terapeutico di tipo sequenziale al dolore, che, partendo da un farmaco di tipo antinfiammatorio può arrivare alla prescrizione di analgesici oppiacei iniziando da quelli più deboli farmacologicamente, ma suggerendo anche quelli più attivi sul dolore se il paziente necessita di una trattamento analgesico appropriato. Oggi in Italia sono disponibili molti farmaci analgesici oppiacei e le relative schede tecniche permettono di selezionare il farmaco più appropriato per ciascun paziente con dolore sia in termini di indicazioni che di modalità di avvio della terapia”, ha concluso lo specialista. 
 
Sintesi della legge su terapia del dolore e cure palliative
Tra le misure previste, l'obbligo per i medici di monitorare il dolore di ogni paziente ricoverato e la valutazione dovrà essere inserita nella cartella clinica.
Le Cure palliative, destinate ai malati terminali, con le nuove regole, diventano un diritto per tutti e la prescrizione dei farmaci antidolore diventa più semplice, non ci sarà più bisogno di ricettario speciale, ma solo l'obbligo per il farmacista di conservare la ricetta.
Le tariffe delle cure palliative nelle strutture pubbliche e convenzionate, che oggi variano notevolmente da regione a regione, dovranno essere omogenee su tutto il territorio nazionale.
La legge intende tutelare e garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore da parte del malato, nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza.
Le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapie del dolore devono assicurare un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei princìpi fondamentali della tutela della dignità e dell'autonomia del malato, senza alcuna discriminazione; della tutela e promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella terminale, e di un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia.
Il Ministero della salute promuove nel triennio 2010- 2012 la realizzazione di campagne istituzionali di comunicazione destinate a informare i cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso alle prestazioni e ai programmi di assistenza in materia di cure palliative e di terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative, anche attraverso il coinvolgimento e la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, delle farmacie pubbliche e private nonché delle organizzazioni private senza scopo di lucro impegnate nella tutela dei diritti in ambito sanitario ovvero operanti sul territorio nella lotta contro il dolore e nell’assistenza nel settore delle cure palliative.
Con accordo stipulato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge sono individuate le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, anche per l’età pediatrica, con particolare riferimento ai medici di medicina generale e ai medici specialisti in anestesia e rianimazione, geriatria, neurologia, oncologia, radioterapia, pediatria, ai medici con esperienza almeno triennale nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, agli infermieri, agli psicologi e agli assistenti sociali nonché alle altre figure professionali ritenute essenziali.
Inoltre, sono definiti i requisiti minimi e le modalità organizzative necessari per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore domiciliari.
Presso il Ministero della salute è attivato, eventualmente anche attraverso l’istituzione di una commissione nazionale il monitoraggio per le cure palliative e per la terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative.
Il Ministero provvede a monitorare, in particolare:
a) i dati relativi alla prescrizione e all’utilizzazione di farmaci nella terapia del dolore, e in particolare dei farmaci analgesici oppiacei;
b) lo sviluppo delle due reti, con particolare riferimento alla verifica del rispetto degli indicatori e dei criteri nazionali previsti dalla normativa vigente;
c) lo stato di avanzamento delle due reti, anche con riferimento al livello di integrazione delle strutture che ne fanno parte;
d) le prestazioni erogate e gli esiti delle stesse, anche attraverso l’analisi qualitativa e quantitativa dell’attivita` delle strutture delle due reti;
e) le attivita` di formazione a livello nazionale e regionale;
f) le campagne di informazione a livello nazionale e regionale;
g) le attivita` di ricerca;
h) gli aspetti economici relativi alla realizzazione e allo sviluppo delle due reti.

 

01 luglio 2010
© Riproduzione riservata

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