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Question time/3. Speranza: “Due terzi degli ingressi Covid in terapia intensiva avviene da parte di persone non vaccinate”


Quanto a visite e screening non effettuati causa pandemia: "Abbiamo finanziato con mezzo miliardo le regioni perché potessero recuperare quel pezzo di visite, screening, interventi chirurgici non fatti in questa legge di bilancio e, già nel “decreto Agosto” dello scorso anno, avevamo stanziato la stessa cifra". Così il ministro della Salute rispondendo al question time presentato da Noja (IV).

12 GEN - "C'è un dato con cui dobbiamo fare i conti e, cioè, che il rapporto tra casi e ospedalizzazione è radicalmente cambiato in questa stagione, rispetto alle stagioni precedenti, grazie all'altissimo tasso di vaccinazione del nostro Paese. Due terzi degli ingressi in terapia intensiva avvengono da parte di persone non vaccinate; il 50 per cento delle persone che entra in area medica, quindi non in terapia intensiva, è non vaccinata. Ciò significa che anche questo 10 per cento di persone non vaccinate - quindi, una piccola minoranza - ha un impatto molto significativo sulle nostre strutture ospedaliere. Questo significa che dobbiamo, prima di tutto, continuare a correre con la campagna di vaccinazione".
 
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo alla Camera al question time sul tema presentato da Lisa Noja (IV).
 
Di seguito la risposta integrale del ministro Speranza.
 
"Ringrazio gli interroganti per aver posto l'attenzione su un tema che, chiaramente, è un tema centrale per questa fase di vita del nostro Paese e credo di tutti i Paesi europei e del mondo. Non vi è alcun dubbio che siamo in una fase epidemica nuova e densa anche di complessità, dovuta, in primis, all'impatto della variante Omicron, che ha provocato una crescita molto, molto marcata dei casi, sia sul piano nazionale che sul piano europeo, e io direi anche sul piano mondiale, basta guardare alcuni dei numeri che in questi giorni arrivano dai principali Paesi europei. Penso alla Francia che, solo nella giornata di ieri, ha annunciato più di 360 mila casi, ma anche gli stessi Stati Uniti avevano annunciato, pochi giorni fa, in 24 ore, oltre un milione di casi, penso alla Spagna, al Portogallo; tutti Paesi che, in queste ore, hanno un'incidenza piuttosto simile alla nostra.
 
Non vi è alcun dubbio che monitoriamo, in primis, con grandissima attenzione, il dato delle ospedalizzazioni e, cioè, quanti di questi casi, poi, finiscono in ospedale. C'è un dato con cui dobbiamo fare i conti e, cioè, che il rapporto tra casi e ospedalizzazione è radicalmente cambiato in questa stagione, rispetto alle stagioni precedenti, grazie all'altissimo tasso di vaccinazione del nostro Paese. Voglio ricordarlo, a stamattina, noi siamo arrivati all'89,58 per cento di prime dosi, quindi con un numero che è molto, molto significativo, e questo ha una conseguenza, perché a un ammontare altissimo di casi non corrisponde la stessa percentuale che vi era prima in termini di ospedalizzazioni. E il dato delle ospedalizzazioni va analizzato con ancora maggiore attenzione, basti ricordare che, secondo l'Istituto superiore di sanità, per l'ultima finestra di dati disponibili, due terzi degli ingressi in terapia intensiva avvengono da parte di persone non vaccinate; il 50 per cento delle persone che entra in area medica, quindi non in terapia intensiva, è non vaccinata. Ciò significa che anche questo 10 per cento di persone non vaccinate - quindi, una piccola minoranza - ha un impatto molto significativo sulle nostre strutture ospedaliere. Questo significa che dobbiamo, prima di tutto, continuare a correre con la campagna di vaccinazione, in modo particolare per le persone più anziane e, per questo, il Governo ha disposto un obbligo sopra i 50 anni. I numeri di oggi sono incoraggianti perché ci segnalano che, nella giornata di ieri, abbiamo raggiunto il numero più alto di vaccinazioni in un solo giorno, in 24 ore, dall'inizio della campagna, con circa 700 mila dosi somministrate. E consentitemi ancora una volta di ringraziare, in primis, il nostro personale sanitario, le donne e gli uomini del Servizio sanitario nazionale, che rendono possibile ogni giorno questa impresa.
 
Dovremo continuare ad investire sul Servizio sanitario nazionale, dovremo continuare ad investire sul recupero delle visite e degli screening non fatti. Abbiamo finanziato con mezzo miliardo le regioni perché potessero recuperare quel pezzo di visite, screening, interventi chirurgici non fatti in questa legge di bilancio e, già nel “decreto Agosto” dello scorso anno, avevamo stanziato la stessa cifra.
 
L'ultima parola voglio dirla proprio sul personale, perché la grande questione del nostro Servizio sanitario nazionale, dal mio punto di vista, è e resta il personale. Da questo punto di vista, abbiamo lavorato per aumentare in maniera molto significativa, ad esempio, le borse di specializzazione in medicina: quest'anno, nel 2021, abbiamo finanziato 17.400 borse, il triplo di 3 anni fa, il doppio di 2 anni fa. Sono numeri molto forti, che non risolvono magicamente, in un istante, il problema, ma che, in una programmazione di lungo periodo, porteranno il nostro Paese ad avere un Servizio sanitario nazionale molto più forte e molto più capace di rispondere alle esigenze dei nostri concittadini".

12 gennaio 2022
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