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Decreto Bollette. “Con payback 1500 pmi e 12mila lavoratori a rischio”. Lo studio Fifo Sanità Confcommercio


La Federazione, a tutela delle pmi del comparto, auspica per il presente e il futuro, un intervento risolutivo del Senato che nei prossimi giorni discuterà il decreto che contiene anche il payback sui dispositivi medici. "Le aziende devono rimanere estranee - spiega la Fifo - a una criticità che riguarda un rapporto Regioni-Governo."

19 MAG - Fifo Sanità, aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, ha inviato richiesta formale a Camera dei Deputati e Senato per il superamento del payback sui dispositivi medici nel Decreto Bollette.

La Federazione, a tutela delle pmi del comparto, auspica per il presente e il futuro, un intervento risolutivo del Senato che nei prossimi giorni discuterà il decreto che contiene anche il payback sui dispositivi medici. "Le aziende devono rimanere estranee - spiega la Fifo - a una criticità che riguarda un rapporto Regioni-Governo."

Fifo Sanità rende noti i dati elaborati dal centro studi di Confcommercio Imprese per l’Italia che ha analizzato l’impatto del payback applicato ai dispositivi medici, in particolare sulle PMI del settore dei fornitori ospedalieri.

Ben 1.500 aziende - secondo quanto emerge dallo studio - sono oggi costrette ad affrontare un payback che va dal 30% al 100% del loro fatturato medio annuo e risultano, di fatto, a serio rischio fallimento. Queste sono composte per lo più da micro, piccole e medie imprese, con circa 12mila lavoratori a rischio licenziamento. FIFO ha analizzato i dati dell’intero comparto che conta complessivamente 6.386 aziende e circa 272mila addetti.

In una lettera inviata a deputati e senatori, il presidente Massimo Riem ha chiesto formalmente che venga superato il payback all’interno del Dl Energia.

“I dati che emergono dallo studio - commenta il presidente di Fifo Sanità Confcommercio, Massimo Riem - evidenziano una situazione allarmante in particolar modo per le micro, piccole e medie imprese. Tutte queste sono le più danneggiate da questa norma che le mette in condizione, già in questa fase, di fatto, di portare i libri in tribunale e licenziare migliaia di lavoratori del comparto. Sono numeri drammatici, senza considerare che tutto il settore non è a conoscenza di quali saranno gli importi di payback per gli anni successivi al 2018. Una crisi economica e finanziaria che metterà in ginocchio anche chi non fallirà nell’immediato, con l’impossibilità di pianificazione e investimenti vitali per un settore strategico come quello sanitario.

Non abbiamo avuto neanche risposte dal Governo su cosa intendano fare per il futuro. Nonostante lo Stato abbia trovato 1 miliardo di coperture, condizionato alla rinuncia ai ricorsi al TAR, le aziende chiuderanno comunque. Abbiamo fatto appello - conclude Riem - innumerevoli volte alla classe politica, sottoponendo proposte e rendendoci disponibili in ogni caso al confronto, senza avere alcuna risposta. Ci spaventa che le aziende più sane, e con una storia decennale, siano quelle maggiormente penalizzate da questa normativa. E siamo profondamente delusi per il fatto che proprio questo Governo non abbia contezza della gravità della situazione per un patrimonio nazionale di imprese qualificate e competenti che, loro malgrado, saranno costrette ad abbandonare il mercato”.

19 maggio 2023
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