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Legge di Stabilità. La battaglia sulla sanità. Letta: “Basta indiscrezioni spacciate per fatti”


Il premier chiede di mettere a tacere le ipotesi e di aspettare il testo della Legge di Stabilità che uscirà domani dal CdM. Ma l’allarme sui nuovi tagli alla sanità è diffuso. Si parla di 3-3,5 mld. Da Zanonato e Franceschini solo deboli smentite. Lorenzin è preoccupata. Le Regioni insorgono.

14 OTT - Conto alla rovescia per la Legge di Stabilità del Governo Letta. Domani il testo approderà in Consiglio dei Ministri ed è lì che si svelerà il giallo sui tagli alla sanità di cui si parla insistentemente sui giornali: 3 miliardi entro il 2015 secondo l’edizione de la Stampa di qualche giorno fa, 3,5 miliardi per il solo 2014 (a cui si aggiungerebbe un’ulteriore riduzione di 1,5 mld nel 2015) secondo l’edizione odierna di Repubblica. Il premier Enrico Letta invita alla calma: “Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti sulla Legge di Stabilità. Invito a leggere il testo vero del Cdm martedì. Il resto è solo caos…”, ha dichiarato dalla sua pagina di Twitter.

D’altra parte, si era detto che la sanità sarebbe stata risparmiata da nuovi interventi… E in fondo, se anche i tagli fossero presenti nel testo che entrerà in CdM, non è detto che resteranno nel testo che approderà in Parlamento. Il Consiglio dei Ministri è infatti un tavolo di lavoro, dove si discute, si corregge e si modifica. Certo, è difficile pensare che se il testo di ingresso in CdM conterrà dei tagli alla sanità, questi possano in toto sparire dal testo definitivo che sarà approvato.

Per ora di certo c’è solo che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è preoccupata e che dai ministri dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, e per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, non arriva nessuna decisa smentita sui tagli alla sanità. Ci si limita a dirsi contrari o a offrire qualche debole rassicurazione attraverso vaghe dichiarazioni.


“Sento parlare con troppa insistenza di questi tagli nei sottoscala del ministero dell’Economia. Sarebbero insensati, il sistema non li reggerebbe”, ha affermato il ministro Beatrice Lorenzin, secondo quanto riportato da Repubblica. A preoccupare Lorenzin anche il fatto che i nuovi tagli farebbero saltare anche il Patto per la Salute. Sempre dalle pagine di Repubblica arrivano però le timide rassicurazioni del ministro Flavio Zanonato, che in occasione del recente evento “Repubblica delle Idee” organizzato a Mestre ha dichiarato:“Di tagli alla sanità non ne ho mai sentito parlare; è una voce in capo alle Regioni. Mi sembrerebbe una misura inaccettabile perché la sanità incide soprattutto nella parte più debole della popolazione”. Troppo poco per pensare che il pericolo sia scampato.

Interrogato sui tagli, in particolare su quelli alla sanità, Dario Franceschini ha affermato in un’intervista rilasciata sull’edizione odierna della Stampa: “Non voglio creare allarmismi in nessun comparto. Questa è la scelta politica delle prossime ore. Anche perché la stagione dei tagli lineari è che colpiscono allo stesso modo la Difesa e la Scuola l’abbiamo lasciato alle spalle. Questa volta dovrà essere più lo stato a dare in termini di contenimento della spesa, del sistema dei Comuni e delle Regioni, nei confronti dei quali anzi va allentato il patto di stabilità interno per consentire di spendere quello che hanno in cassa facendo lavorare le imprese”.

Insomma, per sapere come stanno le cose bisognerà aspettare di conoscere i contenuti del testo della Legge di Stabilità che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri. Il timore, però, è diffuso. Il primo a esprimerlo è stato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: “Ulteriori tagli alla sanità non sarebbero assolutamente sostenibili, si prospetterebbe un rischio default per tutto il servizio sanitario nazionale che si tradurrebbe in una riduzione drastica dei servizi ai cittadini”, ha dichiarato Errani in una nota diffusa dopo un incontro con il ministro per gli Affari Regioni Graziano Delrio.
 
Rispetto alla prossima Legge di Stabilità Errani ha ricordato che le Regioni partono da un taglio del 43%, dal 2010 al 2013, delle risorse di competenza e sulla sanità poi c’è un taglio che, nell’ultimo quadriennio, pesa per oltre 31 miliardi.
 
“Le Regioni – ha spiegato Errani - sono pronte ad affrontare da subito e in tempi contenuti il nuovo “patto per la salute”, ma questo significa avere chiarezza sul complessivo quadro finanziario, considerando anche i necessari investimenti nel settore. C’è bisogno, ad esempio, di chiarezza definitiva rispetto all’impegno, assunto dal Governo, di garantire i 2 miliardi necessari per la copertura ticket del 2013, considerando questi 2 miliardi come aggiuntivi rispetto al previsto fondo sanitario, a partire dal 2014, in un quadro certo di programmazione quadriennale. Su questo tema – ha concluso Errani - il Governo si era ufficialmente impegnato e tutto ciò dovrebbe trovare riscontro nei provvedimenti finanziari che il Governo sta predisponendo”.

“Non si può togliere l’Imu a chi ha una casa di lusso a Piazza di Spagna e poi recuperare quei soldi con i tagli alla sanità”, rincara il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “È irresponsabile anche la sola invocazione di ulteriori tagli”, dichiara il presidente della Puglia Nichi Vendola. “Il Governo attivi subito un incontro con le Regioni”, chiede la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini.

"Continuando così si portano tutte le Regioni, comprese quelle virtuose come il Veneto che da 3 anni ha i conti in attivo, verso il default, si scaricano sulla povera gente le colpe di anni e anni di allegre gestioni, si rischia di smantellare l’assistenza universalistica che è il fiore all’occhiello di questo paese. E in un momento di crisi economica e sociale come questo sarebbe da irresponsabili”, ha commentato l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto. Per   l’assessore regionale della Sanità della Sardegna, Simona De Francisci, "depauperare il Fondo nazionale sarebbe deleterio per tutto il sistema sanitario italiano. Meglio invece agire sul Patto per la Salute con un confronto aperto tra ministero e Regioni”.
 
Fondo sanitario e spesa sanitaria dopo le manovre Tremonti e Monti
 

 

2013

2014

Manovra Tremonti
(Luglio 2011)

Stanziamento a carico dello Stato
109.294

Stanziamento a carico dello Stato
110.786

Manovre e legge di stabilità Monti
(2012)

Stanziamento a carico dello Stato
107.008

Stanziamento a carico dello Stato
107.901

DEF 2013 (Monti)

Tendenziale spesa
111.108

Tendenziale spesa*
113.029

Nota agg. DEF 2013 (Letta)

Tendenziale spesa
111.108

Tendenziale spesa
113.029




* Nota:
Nel capitolo sanità del DEF 2013 di Monti (Aprile 2013), è stato esplicitato in maniera chiara per la prima volta che, a partire dal prossimo anno, la spesa sanitaria subirà un incremento di 2 mld di euro dovuto alla dichiarata illegittimità costituzionale riguardante l’introduzione di nuovi ticket.
 
Come si legge nel testo, infatti, “per il periodo 2013-2015 il dato di spesa dovrà tenere conto anche degli effetti della sentenza n. 187 della Corte Costituzionale, con la quale è stata è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della disposizione in materia di introduzione di nuovi ticket, per un importo di 2.000 milioni di euro dal 2014, prevista dal decreto legge n. 98/2011. La predetta illegittimità è stata rilevata con riferimento allo strumento indicato dalla norma (un regolamento), in quanto lo Stato può esercitare la potestà regolamentare solo nelle materie nelle quali abbia competenza esclusiva. Pertanto, allo stato, in assenza di una disposizione alternativa, è stato necessario incrementare il livello di spesa di 2.000 milioni di euro a decorrere dal 2014”.
 
Fonte: Quotidiano Sanità

14 ottobre 2013
© Riproduzione riservata
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