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Terzo settore. Lenzi (Pd): "In commissione ddl governo è testo base". Cosa prevede la riforma

di Giovanni Rodriquez

Per la capogruppo Pd in commissione Affari sociali e relatrice al ddl delega sul terzo settore, si tratta di un "passo avanti significativo". "l’impegno prosegue adesso ascoltando tutti per arrivare quanto prima all’approvazione del ddl governativo che valorizza le 300mila realtà attive nell’associazionismo e nel volontariato in Italia”. IL TESTO

26 NOV - “La commissione Affari sociali ha assunto il testo del disegno di legge del governo sul Terzo settore come testo base che sarà votato nelle prossime sedute. È un passo avanti significativo. Nell’esprimere apprezzamento per il lavoro svolto finora, assicuro la massima disponibilità a tenere conto di quanto emerso nelle audizione delle associazioni e dalle proposte emendative dei colleghi. In poco tempo abbiamo fatto un grande lavoro; l’impegno prosegue adesso ascoltando tutti per arrivare quanto prima all’approvazione del ddl governativo che valorizza le 300mila realtà attive nell’associazionismo e nel volontariato in Italia”. Lo ha dichiarato Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali e relatrice al ddl delega sul terzo settore.
 
Il disegno di legge per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale , che si compone di sette articoli, prevede una serie di interventi normativi da attuare attraverso il conferimento al Governo di apposite deleghe, volte a introdurre misure per la costruzione di un rinnovato sistema che favorisca la partecipazione attiva e responsabile delle persone per valorizzare il potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal cosiddetto Terzo settore, anche attraverso il riordino e l’armonizzazione di incentivi e strumenti di sostegno.

L’articolo 1 individua l’oggetto dell’intervento normativo e le finalità perseguite. Questo intervento verrà realizzato attraverso l’esercizio di apposite deleghe conferite al Governo, da esercitare entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge, finalizzate al riordino e alla revisione organica della disciplina degli enti privati del terzo settore e delle attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e di interesse generale.

L’articolo 2 fissa princìpi e criteri direttivi generali al fine di disciplinare la costituzione, le forme organizzative e di amministrazione e le funzioni degli enti privati che, con finalità ideale e senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, di valorizzazione della partecipazione e di solidarietà sociale, o che producono e scambiano beni e servizi di utilità sociale, al fine di identificare una normativa promozionale in favore di tali enti. A tal fine sono individuati princìpi e criteri direttivi, tra i quali, ad esempio: riconoscere e garantire il più ampio esercizio del diritto di associazione e il valore delle formazioni sociali liberamente costituite; riconoscere e favorire l’iniziativa economica privata, svolta senza finalità lucrative, diretta a realizzare in via principale la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale o d’interesse generale, anche al fine di elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali; individuare le attività solidaristiche e di interesse generale che caratterizzano gli enti del terzo settore; riorganizzare e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica e disciplinare il regime di responsabilità limitata degli enti riconosciuti come persone giuridiche.

L’articolo 3 si compone di una delega al Governo al fine di procedere al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di attività di volontariato e di promozione sociale.

L’articolo 4 si compone di una delega al Governo al fine di procedere al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di impresa sociale.

L’articolo 5 reca una delega al Governo per procedere al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di servizio civile nazionale, al fine di istituire un servizio civile universale.
 
L’articolo 6 prevede che i decreti delegati debbano procedere alla disciplina delle misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore e al riordino e all’armonizzazione anche della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio, nel rispetto della normativa dell’Unione europea.

L’articolo 7, infine, reca disposizioni finanziarie e finali. In tal senso si prevede che dall’attuazione delle deleghe non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, fatto salvo quanto previsto per l’istituzione del fondo rotativo, per il quale è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015. 
 
Giovanni Rodriquez

26 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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