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Bilanci irregolari. Monchiero (Sc): “Si faccia luce sui debiti fuori bilancio delle Regioni. Si rischia buco di oltre 19 mld”


Questo il potenziale pericolo a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che, lo scorso luglio, ha bocciato il bilancio 2013 del Piemonte per l'utilizzo illegittimo dei fondi statali per pagare i debiti ai fornitori. In un’interrogazione il deputato di Scelta Civica chiede ai ministri della Salute e dell’Economia di far luce su tutti i debiti fuori bilancio delle amministrazioni regionali. L’INTERROGAZIONE

09 SET - Un potenziale buco di 19,3 mld nei bilanci regionali. Questo il rischio che si corre a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che, lo scorso luglio, ha bocciato il bilancio 2013 del Piemonte per l'utilizzo illegittimo dei fondi statali per pagare i debiti ai fornitori. Questi fondi, secondo la sentenza della Consulta, sarebbero serviti per pagare anche dei debiti fuori bilancio, ed in alcuni casi, invece di essere compensati per cassa con i pagamenti, sarebbero confluiti nei bilanci di competenza, gonfiando la capacità di spesa delle Regioni. Una sentenza, questa, che potrebbe aprire un problema su larga scala, coinvolgendo anche regioni quali il Lazio, la Campania, il Veneto, ma anche Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. Per fare chiarezza sulla vicenda, Giovanni Monchiero (Sc) ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nella quale si chiede quali iniziative si intendano assumere per portare alla luce tutti i debiti fuori bilancio delle amministrazioni regionali.

“La legge n. 243 del 2012, che, nel titolo, si proponeva di dare attuazione al principio costituzionale del pareggio dei bilanci pubblici purtroppo non ha raggiunto gli effetti desiderati e richiede serie considerazioni - si spiega nell’interrogazione -. Infatti, la legge n. 243 del 2012 prevede che Regioni e Comuni siano tenuti a rispettare l’obbligo di un 'saldo non negativo' sia nel bilancio preventivo che in quello consuntivo, sia di cassa che di competenza, sia in rapporto alle entrate e alle spese finali che in rapporto a quelle correnti, e per le Regioni, distintamente, anche per i conti della sanità. In aggiunta la legge prevede il divieto assoluto di indebitamento, se non per investire, ed entro limiti strettissimi”.
 
Si tratta di norme “molto severe e di dettaglio” che, però, a parere dell’interrogante, “non affrontano il nodo essenziale: le difficoltà di cassa delle regioni lasciano supporre la presenza di rilevanti quantità di debiti non regolarmente contabilizzati. Qualunque sia la soluzione che si intenda proporre per risolvere il problema è indispensabile conoscere la consistenza reale del fenomeno”. 

09 settembre 2015
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