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Mobilitazione medici. Intervista a Gelli (Pd): “Lavoriamo per aumentare il Fsn. L’obiettivo è lo sblocco del turnover, la stabilizzazione dei precari e il rinnovo dei contratti”. Le sanzioni ai medici? “Sarebbe stato meglio evitarle”. E sulla responsabilità professionale: “È la volta buona”

di Giovanni Rodriquez

Nessun taglio alla sanità e nuove misure a favore degli operatori del settore. Ne è certo il responsabile sanità del Partito Democratico. Quanto al decreto appropriatezza: “Sanzioni a parte, non si tratta di far cassa sulla pelle dei cittadini, anzi, chi ha davvero bisogno di alcuni esami potrà farli con meno liste di attesa”. E sul ddl sulla responsabilità professionale assicura: “Porteremo a termine l’iter parlamentare nel più breve tempo possibile”

24 SET - Aumentare la dotazione del Fondo sanitario nazionale, così come previsto dal Patto per la salute prima e dalla nota di aggiornamento del Def 2015 poi, in modo da poter dare ossigeno agli operatori della sanità e portare a conclusione l’iter del ddl sulla responsabilità professionale. Questi i due obiettivi principali su cui il responsabile sanità del Partito democratico, Federico Gelli, sta concentrando i suoi sforzi in questi giorni che hanno visto esplodere le proteste dei medici. “I rumors sui presunti tagli alla sanità, una condizione ormai insostenibile di precariato e di mancato rinnovo dei contratti dei medici, ed ora il decreto sull’appropriatezza prescrittiva con la prospettiva di possibili sanzioni economiche a carico dei camici bianchi, hanno creato un combinato disposto che ha portato la situazione ad un punto critico”, ha spiegato Gelli che, proprio per questo motivo, ha volute fare il punto della situazione in questa intervista a Quotidiano Sanità.
 
Onorevole Gelli, in questa settimana è esplosa la protesta dei medici che minacciano lo sciopero e contestano le posizioni prese dal Governo sia sui presunti tagli al Fondo sanitario, che sul cosiddetto decreto appropriatezza. Si aspettava queste reazioni?
I rumors infondati sui presunti tagli alla sanità, una condizione ormai insostenibile di precariato e di mancato rinnovo dei contratti dei medici, ed ora il decreto sull’appropriatezza prescrittiva con la prospettiva di possibili sanzioni economiche a carico dei camici bianchi hanno creato un combinato disposto che ha portato la situazione ad un punto critico. Voglio fare chiarezza su tutti questi punti. Innanzitutto stiamo lavorando all’aumento del Fondo sanitario nazionale, così come programmato prima dal Patto della Salute ed ora confermato nelle previsioni sulla spesa sanitaria 2016 della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Grazie ai fondi aggiuntivi, perché il Fondo sanitario aumenterà e non verrà tagliato, opereremo per migliorare le condizioni di chi quotidianamente presta servizio negli ambulatori, così come nelle corsie degli ospedali, a tutela della salute dei cittadini. Ci sarà spazio dunque per il rinnovo della convenzione con medici e pediatri di base, per stabilizzare la situazione dei precari, ed in particolar modo per chi presta servizio nei reparti più sensibili quali, ad esempio, l’emergenza urgenza. Infine, il nostro intento è quello di riuscire a sbloccare il turnover e di dare il via al rinnovo della parte economica dei contratti, fermi ormai da troppi anni.

E sul decreto appropriatezza qual è la sua opinione? Su questo provvedimento hanno espresso posizioni contrarie non solo i sindacati medici ma anche le associazioni dei pazienti.
Si è fatta troppa confusione su questa misura. L’intento ovviamente è quello di aiutare i cittadini e non certo di far cassa sulla loro pelle o favorire il privato a discapito del servizio pubblico. Anzi, porre un freno al fenomeno delle prescrizioni inutili servirà soprattutto ad offrire ai pazienti un’offerta migliore, eliminando, ad esempio, inutili liste di attesa. Tutte le prescrizioni utili, necessarie ed urgenti verranno non solo garantite come prima, ma anche a condizioni migliori. Anche sulla questione riguardante le possibili sanzioni si è fatta confusione: queste non verranno comminate al medico che prescrive un esame di troppo o di dubbia utilità, scatteranno, invece, solo in presenza di casi macroscopici di eccesso prescrittivo, che comunque potranno essere motivati e discussi in contraddittorio dal medico. Detto questo, se devo dire la mia, sarebbe stato meglio evitarle del tutto per non dare adito, come accaduto, a un clima di sospetti verso i medici. Ma il principio della lotta all'inappropriatezza è sacrosanto. Guardiamo ad esempio cosa è accaduto da quando negli ospedali sono stati individuati i Drg a rischio appropriatezza. Ebbene, da quando esistono, i ricoveri inappropriati sono in calo progressivo senza bisogno di sanzioni specifiche ai medici.

Il tema dell’appropriatezza resta in ogni modo legato a quello della medicina difensiva. Lei è relatore in commissione Affari Sociali alla Camera del ddl sulla responsabilità professionale, a che punto siamo con i lavori?
Sì, i due temi restano legati tra loro. Proprio per questo, e per risolvere dunque a monte una problematica che costa alle casse dello Stato fino a 13 miliardi di euro l’anno, sto lavorando in prima persona in commissione Affari Sociali ad un disegno di legge che potrà dare una maggiore tranquillità agli operatori sanitari, tenendo ferma la salvaguardia dei diritti dei pazienti. In prima persona, con il sostegno del ministro Lorenzin e del mio partito, sono impegnato per portare a conclusione l’iter di questo ddl nel minor tempo possibile. Avevo detto che entro la fine dell’anno saremo arrivati a un testo conclusivo, proverò ad accelerare.

Dopo anni di dibattito parlamentare ed una moltitudine di ddl presentati su questa tema, tanto per parafrasare un hastag in voga a Palazzo Chigi possiamo dire che questa è #lavoltabuona?
Assolutamente sì. Dopo un decennio di dibattito parlamentare possiamo finalmente risolvere questa annosa questione. Sono convinto che questa è la volta buona.
 
Giovanni Rodriquez

24 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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