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Stabilità. Le richieste delle Regioni e quei 500 mln di risparmi mancati

di Giovanni Rodriquez

In questa spasmodica ricerca di finanze aggiuntive che ha portato ad un scontro Governo-Regioni, è passato totalmente sottotraccia il flop dell’operazione di rinegoziazione del prezzo dei farmaci a carico del Ssn, dalla quale si sono ricavati per soli 314,3 mln, a fronte dei 500 indicati come obiettivo minimo dall’Intesa Stato Regioni dello scorso 2 luglio. 

04 NOV - Si è riaccesso nelle ultime ore lo scontro tra Governo e Regioni per il finanziamento del Fondo nazionale 2016. Da una parte i governatori fanno pressing sul premier chiedendo lo stanziamento di un ulteriore miliardo “necessario” per garantire l’aggiornamento dei Lea, il finanziamento del fondo per i farmaci innovativi e il rinnovo dei contratti; dall’altra Renzi che, anche stamattina incalzato dai cronisti, continua a respingere al mittente le richieste e dice “basta alle bugie” sui presunti tagli al settore.
 
In questa spasmodica ricerca di finanze aggiuntive è passato totalmente sottotraccia il flop dell’operazione di rinegoziazione del prezzo dei farmaci a carico del Ssn dalla quale sono stati ricavati risparmi per soli 314,3 mln a fronte dei 500 indicati come obiettivo minimo su base annua dall’Intesa Stato Regioni dello scorso 2 luglio.

L'unica a sollevare il problema fino ad ora è stata la capogruppo del M5S in commissione Affari Sociali alla Camera, Giulia Grillo, lo scorso 23 ottobre nel corso di un’interrogazione in Aula. Quel giorno era stato il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, a fornire le cifre finali della rinegoziazione, spiegando contestualmente come, a detta della stessa Aifa, vi sia stata “una mancata indicazione precisa del risparmio atteso in tale norma (Dl Enti Locali), che potesse supportare giuridicamente l'attività di contenimento dei prezzi al di sopra di quella a cui l'Aifa è giunta”. Come a dire, dato che nel Dl Enti Locali non sono state riportate esplicitamente le cifre contenute nella precedente Intesa Stato Regioni, non ci sono motivi per ottenere risparmi superiori rispetto a quelli concordati con le Aziende farmaceutiche.

Una spiegazione quantomeno farraginosa, come fatto notare in Aula dalla stessa Grillo. Senza contare che il risparmio atteso di "almeno 500 mln" doveva essere ben chiaro allo stesso Ente regolatorio che, appena lo scorso 4 agosto, confermava alla nostra redazione il rispetto degli obiettivi previsti appunto dall'Intesa. Per il Servizio sanitario nazionale si profila dunque un mancato risparmio di 186 mln di euro su base annua.

Proprio oggi, il responsabile sanità Pd, Federico Gelli, suggerisce di utilizzare queste risorse per finanziare almeno in parte il fondo di 500 mln per i farmaci innovativi previsto dalla precedente legge di stabilità. Una soluzione del resto già ventilata ai tempi dell'intesa Stato Regioni e suffragata anche dalla coincidenza degli obiettivi di risparmio attesi dalla rinegoziazione dei prezzi farmaceutici, 500 milioni per l'appunto, che coincidono con i 500 milioni di dotazione del Fondo. 

Come abbiamo visto i 500 non sono stati raggiunti e in attesa di far chiarezza sul perché non si sia riusciti a recuperarli tutti (scelta dell'Aifa? errore nelle stime? decisione politica?), resta il fatto che in ogni caso le Asl spenderanno almeno 314,3 milioni in meno per i farmaci grazie alla rinegoziazione. Sarebbe bene che, visto il clima di caccia all'euro, quel gruzzoletto trovi una finalizzazione certa, e la migliore appare sen'altro quella suggerita da Gelli, prima di andar perso nei meandri dei bilanci sanitari.
 
Giovanni Rodriquez

04 novembre 2015
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