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Dislessia. Telecom, Salute e Miur lanciano progetto digitale integrato per migliorare diagnosi e trattamento


Il progetto prevede la creazione di un portale e una App per aiutare i genitori identificare i casi a rischio e avviare eventualmente un percorso in collegamento con l’Ospedale Bambino Gesù. Saranno poi realizzate sessioni di e-learning per docenti. I dati raccolti contribuiranno alla creazione di un osservatorio unico sulla dislessia in Italia.

05 FEB - Una App per uno screening rapidissimo dei disturbi di apprendimento, diagnosi a distanza con centri specializzati, esercizi d'aiuto online, formazione degli insegnanti. Questi i punti forti del progetto digitale integrato in Italia per la dislessia che ha l'obiettivo di realizzare strumenti tecnologici in risposta a specifiche esigenze per la dislessia, accessibili a famiglie, docenti, studenti e pediatri attraverso un portale unico. A presentarlo, ieri a Roma, sono stati, tra gli altri, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Sottosegretario di Stato del Ministero dell' Istruzione, Università e Ricerca Davide Faraone e il Presidente Esecutivo del Gruppo Telecom Italia e della Fondazione, Giuseppe Recchi.
 
Il progetto, che sarà realizzato nei prossimi 18 mesi, nasce infatti da un'idea della Fondazione Telecom Italia, elaborata in accordo con Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Associazione Italiana Dislessia.
 
Tre, in particolare, le iniziative attraverso le quali si svilupperà.

Attraverso il portale e una App, sviluppata dall'Iss in collaborazione con l'Istituto di scienze applicate & sistemi intelligenti del Cnr, le famiglie potranno effettuare uno screening ultra-precoce dei disturbi della comunicazione, e sarà possibile individuare secondo protocolli standard i casi di bambini a rischio.
 
Nel dettaglio, spiegano i promotori del progetto, Smart@pp servirà a promuovere e implementare, nel contesto italiano, l'utilizzo di un protocollo ubiquitario di individuazione precoce dei disturbi della comunicazione. "Il progetto intende sfruttare il network naturale di smartphone e tablet implementando una piattaforma web che guiderà il genitore (ma che sarà accessibile anche ai pediatri di base per valutare, all’interno dei bilanci di salute, il profilo di rischio del bambino) nella compilazione di questionari gold standard sull’argomento e la cui validità è riconosciuta sulla base dei principi dell’Evidence Based Medicine". La piattaforma consentirà anche l’avvio di una sperimentazione sulle componenti frequenziali della lallazione e sulla prosodia della voce al fine di investigare nuovi possibili biomarcatori ultra-precoci dei disturbi della comunicazione.

La raccolta dati da parte dei centri coinvolti nella sperimentazione attraverso la piattaforma SMART@PP permetterà la rapida compilazione dei questionari e faciliterà la fase di identificazione del profilo del bambino svolgendo automaticamente la maggior parte delle operazioni di refertazione. In questa fase saranno identificati i bambini che richiedono un opportuno intervento ed i genitori saranno indirizzati verso il centro di neuropsichiatria infantile più vicino per la selezione dell’intervento adeguato.

L’identificazione precoce e attendibile dei bambini con ritardo di linguaggio consentirà l’attivazione di interventi riabilitativi tempestivi prevenendo così la comparsa di effetti negativi sulle abilità relazionali e scolastiche e promuovendo l'integrazione del bambino e della sua famiglia. "Per i piccoli che vanno già a scuola, ragazzi e adulti - spiega la Fondazione Telecom - sarà possibile, sempre attraverso la piattaforma, fare una valutazione a distanza elaborata dal Bambino Gesù, un eventuale percorso di recupero online per le difficoltà di lettura e una sessione finale con verifica dell' apprendimento".



Per i docenti e il personale scolastico, invece saranno realizzate apposite sessioni di e-learning basate su un protocollo standard elaborato con il Miur. In particolare il progetto prevede la realizzazione di una piattaforma e-learning creata da AID che verrà lanciata a settembre 2016. Attraverso la piattaforma online verranno realizzati corsi di formazione e webinar per docenti e dirigenti scolastici.

Verrà inoltre creata una mappa delle scuole “Amiche della dislessia”. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca faciliterà la diffusione dell’iniziativa.

“Lo scopo è quello di diffondere competenze gestionali, organizzative, metodologiche e didattiche che rendano la scuola più inclusiva per tutti, non solo agli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento”, afferma Franco Botticelli, Presidente di AID. “Dislessia Amica è un’occasione straordinaria per aumentare la consapevolezza sui DSA nelle scuole, nelle famiglie e negli alunni, permettendo agli studenti di sviluppare appieno le proprie capacità favorendone così il successo scolastico.”

I contenuti della piattaforma di e-learning sono il frutto della fase iniziale di ricerca del progetto, che coinvolge 30 istituti campione di diversi territori italiani (Verona, Pavia, Parma, Pescara, Lucca-Pistoia, Catania-Messina).

Ognuna di queste scuole ha al suo interno un’équipe dedicata al progetto, composta da docenti, formatori e responsabili delle sezioni territoriali AID. Questi gruppi sono impegnati in un lavoro di ricerca-azione, monitoraggio e documentazione delle attività, per garantire la trasferibilità di quanto realizzato in altri istituti scolastici.

A conclusione della fase di ricerca verrà presentato un Protocollo di gold standard per le buone pratiche. Sarà costituito un comitato tecnico scientifico da parte del MIUR per monitorare e validare le fasi di sviluppo del progetto.

Il progetto nel suo complesso contribuirà inoltre a creare un unico osservatorio in Italia dei dati sulla diagnosi, sulle scuole ' amiche' della dislessia, sull' utilizzo dei libri digitali e degli strumenti compensativi e sui trattamenti efficaci.

05 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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