Farmacie e rischio infiltrazioni mafiose. Mandelli (Fofi): “Controlli sempre più rigorosi su proprietà”
Il presidente della Federazione interviene dopo i recenti fatti di cronaca ed evidenzia come “nell’allargare la titolarità delle farmacie a società di capitali come previsto dal Ddl Concorrenza in discussione attualmente al Senato, è necessario porre la massima attenzione e prevedere controlli ancora più rigorosi. La farmacia è un bersaglio sensibile”
02 MAR - "Dopo le notizie su infiltrazioni mafiose nella proprietà di alcune farmacie scoperte dalla Magistratura, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti evidenzia come il tema della proprietà delle farmacie sia una questione molto delicata" dice il presidente della FOFI, Senatore
Andrea Mandelli.
Questo aspetto è sempre stato portato dalla Federazione all'attenzione delle autorità competenti. “La normativa attuale prevede per l’iscrizione all’Ordine del professionista l’autocertificazione di tutti i requisiti richiesti e l’Ordine provvede al successivo controllo di quanto dichiarato; per l’acquisto delle sedi farmaceutiche si prevede invece il passaggio dal notaio, con gli adempimenti del caso, e la successiva delibera autorizzativa dell’autorità sanitaria locale, che effettua ulteriori controlli. Come i fatti dimostrano, sono comunque possibili episodi di questa natura, e quindi nell’allargare la titolarità delle farmacie a società di capitali come previsto dal Ddl Concorrenza in discussione attualmente al Senato, è necessario porre la massima attenzione e prevedere controlli ancora più rigorosi. Queste criticità sono state autorevolmente confermate dal Procuratore Nazionale Antimafia, Dottor
Franco Roberti, proprio in occasione della sua audizione in 10a Commissione al Senato sul Ddl Concorrenza”.
Di per sé la farmacia è un bersaglio sensibile: “il rapporto con la pubblica amministrazione e, come hanno detto gli stessi magistrati, la rispettabilità del ruolo, sono elementi che la rendono appetibile per chi ha interesse, per esempio, a riciclare denaro” prosegue Andrea Mandelli. “Non c’è soltanto la questione del riciclo di proventi illeciti, ma anche il fenomeno sempre più grave della contraffazione farmaceutica da cui finora l’Italia, grazie alla complessiva sicurezza del sistema, è rimasta esente: bisogna che questo non cambi né oggi né mai, soprattutto per la tutela della salute del paziente”.
02 marzo 2016
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