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Ricciardi a fianco di Lorenzin, scrive a Saviano che ne aveva chiesto le dimissioni: “Quelle critiche sono ingiuste. E’ un ottimo ministro e dobbiamo a lei se abbiamo ancora un Ssn”


Il presidente dell’Iss interviene sulla sua pagina Facebook con una lunga lettera allo scrittore dopo le nuove polemiche seguite al secondo scivolone del Fertility Day e la richiesta di dimissioni del ministro. Ma per Ricciardi il ministro Lorenzin non merita di essere liquidata così anche perché “se ancora non chiediamo a nessuno la carta di credito o un certificato assicurativo prima di un ricovero in urgenza è anche grazie all’impegno del Ministro Lorenzin”

25 SET - Il presidente dell’Iss, anche se “a titolo puramente personale” scende in campo in prima persona nell’agorà dei social sulle polemiche post Fertility Day e con una lettera allo scrittore Roberto Saviano prende decisamente le difese del ministro Lorenzin. Eccola:
 
Gentile dott. Saviano,
le scrivo questa lettera, a titolo puramente personale, subito dopo aver letto la nota con cui richiede le dimissioni del Ministro Lorenzin con parole molto pesanti sulle sue idee, sul suo operato e sulla sua idoneità a ricoprire l’alto incarico di Ministro della Salute della Repubblica Italiana.
 
Premetto di avere nei suoi confronti la massima ammirazione, sia come scrittore, che ho seguito sin dal suo esordio comprando e leggendo i suoi straordinari libri e apprezzandola nelle diverse apparizioni televisive, sia come cittadino, orgoglioso del suo coraggio e doppiamente consapevole, da napoletano, dei rischi che si è assunto e delle conseguenze che sta affrontando per migliorare la nostra bella, ma spesso tragica città e con essa l’intero Paese.
 
In tutta sincerità credo che le sue critiche siano ingenerose e immeritate e da scienziato interessato esclusivamente al bene dei cittadini, da garantire tramite la migliore evidenza scientifica, provo ad argomentare la mia difesa che, sottolineo, faccio non perché secondo le nostre leggi è il Ministro della Salute che mi ha proposto al Presidente del Consiglio per l’alto incarico di Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ricopro dall’agosto del 2015, (sicuramente non mi conosce, ma la mia storia personale e professionale, facilmente verificabile, depone per la mia indipendenza e libertà di giudizio), ma per amore di verità.
 
Ho avuto l’onore di collaborare con tanti Ministri della Salute (Sirchia, Fazio, Balduzzi), tutti hanno cercato di migliorare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, ma non esagero nel sottolineare il ruolo decisivo del Ministro Lorenzin nel salvarlo e nel cercare di garantirne la sopravvivenza in questo problematico terzo millennio.
 
La crisi economica, originata per l’avidità e la stupidità di alcuni speculatori nel settore bancario e finanziario nel 2008, non ha tardato a manifestarsi anche nel settore sanitario, soprattutto nei Paesi con un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, universalistico, finanziato attraverso la tassazione generale, gratuito o quasi per i cittadini al momento dell’uso, equo, solidale.
 
Le politiche di austerità l’hanno fatto sacrificare e chiudere, nell’ordine, in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed ora è a rischio severo anche nel Paese che lo ha inventato, il Regno Unito. Persino in Scandinavia il governo di centro-destra danese lo sta mettendo in discussione e, insieme a quello finlandese di coalizione, stanno spingendo per una sua graduale privatizzazione.
 
Si può dire che solo la Svezia e l’Italia rimangano in questa ormai sparuta pattuglia europea e se questo è stato possibile è per il sostegno bipartisan di cui il Servizio Sanitario Nazionale gode in Parlamento e per la ostinata e persistente volontà del Ministro Lorenzin di difenderlo all’interno dei due ultimi governi da tagli che, pur necessari per salvaguardare gli equilibri di bilancio pubblico, ci avrebbero fatto uscire da un sistema che ha garantito per anni la salute degli italiani, portandola ai livelli attuali, tra i migliori del mondo.
 
Lei dice che il Ministro Lorenzin non sa fare il suo mestiere, ebbene le posso testimoniare che questa non è l’opinione degli altri 27 Ministri della Salute dell’Unione Europea che ne hanno apprezzato la leadership durante il semestre di Presidenza italiano dell’Unione Europea e che ha portato a concreti risultati nel modo con cui l’Unione ha gestito ed affrontato emergenze come l’epidemia di Ebola in Africa, la gestione dei nuovi costosissimi farmaci, le innovazioni della genomica, la prevenzione delle malattie.
 
Non è neanche l’opinione della stragrande maggioranza della cosiddetta comunità scientifica, che ne ha apprezzato il grande coraggio nel difendere i cittadini dai ciarlatani di Stamina o nella perseveranza nel difendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
 
Tra i risultati che il Ministro, insieme alle Regioni ha conseguito nell’ultimo triennio, ricordo il Patto per la Salute, importanti Piani Nazionali (Prevenzione, Vaccini, Demenze, Cronicità, Sanità Digitale), le misure sulla qualità dei Direttori generali delle Aziende Ospedaliere e Territoriali e il cosiddetto Decreto Lorenzin, attualmente al vaglio del Parlamento, sulla ricerca clinica ed altro.
 
Ed è infine paradossale che proprio nella settimana in cui è stato raggiunto dopo quindici anni (un’eternità in medicina) l’accordo tra Stato e Regioni sulle prestazioni che devono essere garantite gratuitamente ai cittadini italiani sull’intero territorio nazionale, indipendentemente da residenza e livello economico-sociale (LEA), e che avrebbe dovuto essere celebrato come un risultato straordinario, il Ministro Lorenzin abbia perduto in termini di popolarità solo per le polemiche, certamente motivate anche da alcuni deficit di professionalità, peraltro in un Ministero largamente caratterizzato da grandi professionalità.
 
E in questo contesto è veramente ingeneroso non sottolineare che sarà anche grazie al Ministro Lorenzin che tutte le donne italiane, con i nuovi LEA, avranno cure gratuite per le patologie femminili, l’anestesia peridurale garantita gratuitamente in tutti i punti parto di alta qualità e la Procreazione Medicalmente Assistita totalmente a carico dello Stato, eccezion fatta per quelle regioni che decideranno, ma non sono obbligate, a qualche co-partecipazione alla spesa.
 
Non la pensa così, probabilmente, neanche una personalità per cui sono sicuro che condividiamo stima ed ammirazione, il premio Nobel per l’economia Amartya Sen, che solo poche settimane fa ha certificato l’unicità positiva del nostro Servizio Sanitario Nazionale nell’intero scenario mondiale.
 
Un Servizio che se ancora non chiede a nessuno la carta di credito o un certificato assicurativo prima di un ricovero in urgenza è anche grazie all’impegno del Ministro Lorenzin.
Tanto le dovevo per amore di verità.
 
Rimango a sua disposizione per ogni eventuale approfondimento.
 
Con stima le invio i miei più cordiali saluti
 
Walter Ricciardi
 

 

25 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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