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Lea. Entro fine marzo si saprà il peso reale sul Ssn. E intanto Governo e Regioni si confrontano per applicarli in modo uniforme


Una commissione ad hoc dovrà valutare il reale peso dell’applicazione dei Lea entro il mese di marzo. Lorenzin: “Come Ministero sarà nostro compito verificare l’attuazione dei nuovi Lea”. Saitta (Regioni): “Secondo le nostre stime le risorse previste a livello nazionale per le Regioni, 800 milioni di euro non sono sufficienti”.

17 GEN - Entro marzo si saprà il reale impatto dei nuovi Lea che tra pochi giorni saranno pubblicati in Gazzetta ufficiale. Il nocciolo della questione, ovvero se gli 800 mln di euro vincolati al Fsn basteranno o no?, verrà dunque presto affrontato ma intanto Governo e Regioni già scaldano i motori in vista dell’entrata in vigore del Dpcm. 
 
 “Quello che sarà il nostro compito come ministero, e ho già dato mandato, è che ci sia un meccanismo di verifica e di attuazione dei nuovi Lea”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in una intervista a “la radio ne parla”, su Radio Uno Rai, spiegando che la sua principale preoccupazione ""è che poi queste riforme che facciamo abbiamo una applicazione differente da territorio a territorio. La sanità - ha ricordato - è affidata essenzialmente alle regioni e abbiamo diversi tipi di sistemi sanitari e con diversi livelli sanitari di assistenza, con sperequazioni inaccettabili tra alcune regioni del sud e il nord. Il grande sforzo fatto per dare accesso ai cittadini al massimo delle cure in tutto il paese deve essere rispettato – ha detto Lorenzin - e questa è una grande sfida per i sistemi regionali, anche etica. Questa mole di prestazioni sanitarie, i Lea, il nomenclatore e il piano vaccini, deve arrivare nella vita delle persone".

Ma dalle Regioni permangono i dubbi sulle risorse. “Non nascondiamo il fatto che secondo le nostre stime le risorse previste a livello nazionale per le Regioni, 800 milioni di euro, non siano sufficienti per far partire i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea)”, ha affermato oggi in Consiglio regionale a Torino l'assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta, che è coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. “Abbiamo però dato il nostro assenso a partire per evitare ritardi - ha aggiunto - a condizione che nella commissione nazionale Lea si faccia una verifica dei costi e si proceda, se necessario, con un aumento delle risorse”. 

Concetti che sono stati ribaditi e illustrati anche dall'Assesssore dell'Emilia-Romagna, Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, anche lui intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica "la radio ne parla". "Abbiamo già approvato la strategia vaccinale, ma la riapproveremo in Stato-Regioni perché c’è stata qualche variazione nel piano vaccinale". Il punto anche qui riguarda l'impatto economico del piano vaccinale (stimato in 220 mln), "dato che in alcune regioni - rileva Venturi - i nuovi vaccini sono già patrimonio dei servizi offerti da alcuni anni mentre in altre regioni invece saranno le nuove forniture saranno avviate proprio grazie all’approvazione definitiva dei Lea".

In ogni caso l'assessore precisa che "c’è una commissione di tecnici, medici ed esterni che sta valutando e dovrà farlo entro la fine di marzo quale sarà il reale peso dell’applicazione dei Lea. Io sono certo che questa commissione dirà che ci sono tutte le condizioni per poterli avviare. L'unica grande questione - ha spiegato Venturi -  riguarda il nuovo piano vaccinale che costa più soldi perché ci sono molti più vaccini, ma su questo era già stato quantificato il quid in più e da questo punto di vista siamo molto tranquilli”.

17 gennaio 2017
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